martedì 26 marzo 2019

Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)


''Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)''
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''Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)'', Luigi Pellegrini editore Cosenza,
è una fedele e documentata ricostruzione della vita e della produzione letteraria e giornalistica di Giovanni de Nava (nonno di Ludovica), che fu “il terzo uomo” accanto a Guido Podrecca e Gabriele Galantara, nella redazione del giornale politico, satirico, anticlericale (1892-1921).
“Giva” (Giovanni de Nava, calabrese trapiantato a Roma), collaborò con Podrecca e Galantara fin dalla fondazione del giornale, condividendone le idee e l’indirizzo politico. Fu direttore responsabile e amministrativo dell’Asino, e ne curò il passaggio all’Avanti! sopportando il peso economico di questa vicenda, mentre Podrecca se ne allontanava, aderendo al fascismo. De Nava e Galantara restarono avversi alla dittatura, pagandone le conseguenze. La vicenda umana di De Nava è intrecciata alla storia di questo giornale così vivace, unico, e, alla lettura, ancora attuale.
Il saggio è arricchito di immagini anche inedite (i cartoni originali disegnati da Galantara per l’Asino), e foto e documenti inediti (testimonianze sulla connivenza tra la Segreteria del Vaticano e l’Ochrana negli anni precedenti la rivoluzione russa del 1917, e documenti e lettere tratte dall’Archivio privato della famiglia De Nava) e fornisce uno spaccato della vita culturale ricca di fermenti ideali tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento in Italia.
Il saggio è suddiviso in sei capitoli: Un poeta, un giornalista, un militante; L’Asino e dintorni3; La questione femminile; Le guerre, la Grande Guerra, la guerra dell’Asino; La Censura; Dalla vendita dell’Asino all’Avanti al “giornalismo sul campo” .

Giovanni de Nava (Reggio Calabria 1873- Roma 1931), fu, ancora adolescente, un appassionato studioso delle tradizioni popolari della Calabria. Fin dal 1890 fondò alcuni giornali locali( ilGiornale di Calabria e La Riforma), e diresse Il Frustino Calabrese; tenne conferenze sui Canti e sulle Fiabe popolari, scrisse e pubblicò diverse raccolte di poesie in vernacolo calabro-reggino ( “la lingua dei padri”). Agli anni 1894-1895 risale la sua relazione amorosa con Grazia Deledda, di cui tratta il romanzo di Ludovica de Nava ‘’La quercia e la rosa’’, edizione il Maestrale, 2015.
Aderì al nascente Partito Socialista, propagandone gli ideali di giustizia e equità sociale ecombattendo ogni forma di sopruso e ipocrisia. Anticlericale, libero pensatore (scrisse romanzi, racconti e libelli pubblicati a Roma, Firenze e Losanna), visse a Roma dal 1895 ma non scordò mai la sua terra, occupandosi attivamente delle problematiche sociali del Meridione e delle sue potenzialità di sviluppo industriale anche dalle pagine deL’Avanti! e deL’Asino –giornale politico e satirico che diresse nel periodo della Grande Guerra e poi in tempi più bui e rischiosi- restando fedele agli ideali marxisti e antifascista.Sulle circostanze della sua morte prematura grava l’ombra di una probabile vendetta della dittatura da lui contestata.