IL CASO
La lettera inedita di Kerouac a Brando
"Marlon, facciamo un film da On the road"
Ritrovata nel 2005 e recentemente venduta all'asta da Christie's, è stata pubblicata per la prima volta integralmente. Lo scrittore simbolo della Beat generation voleva portare sul grande schermo il suo romanzo, all'epoca appena uscito, ed esserne protagonista insieme al grande attore. Non se ne fece nulla. Ora ne ha tratto una pellicola Salles, già regista de "I diari della motocicletta"
"CARO Marlon, ti prego, compra i diritti di On the road e facciamone un film insieme". L'appello è di un mito assoluto ad un altro mito. E' il 1957 e Jack Kerouac scrive a Brando. Malgrado la sua nota ritrosia, lo scrittore simbolo della Beat generation rivela ambizioni da star cinematografica. Kerouac vorrebbe che Brando facesse un film dal suo romanzo, in cui reciterebbero entrambi: l'attore farebbe la parte di Dean Moriarty - personaggio ispirato all'amico Neal Cassady - e Kerouac reciterebbe nel ruolo di Sal Paradise, il narratore e protagonista, una sorta di alter ego dello scrittore.LA LETTERA 1
Il testo, ritrovato nel 2005, è stato recentemente battuto all'asta da Christie's. Ieri lo ha pubblicato integralmente l'Huffington Post. Ne erano apparsi stralci in passato, ma mai la versione completa, ripresa e tradotta, in Italia, dal sito del bimestrale letterario free-press Satisfaction 2.
Nella lettera, Kerouac cerca di convincere l'attore a impegnarsi per portare insieme sul grande schermo il romanzo culto, che all'epoca del messaggio era appena uscito. "Già mi vedo le belle inquadrature che potrebbero essere fatte con la camera sul sedile anteriore della vettura, che mostra la strada, giorno e notte, che scorre davanti al parabrezza, mentre Sal e Dean chiacchierano fra loro", scrive Kerouac, nella traduzione di Satisfaction. Crede davvero nel progetto, vuole discuterne con Brando, lo invita ad incontrarlo a quattr'occhi, in Florida dove sta lui o a New York.
"Potrebbe venirne fuori qualcosa di grande", azzarda lo scrittore, anche se l'elemento economico non è irrilevante: "Tutto quello che voglio è riuscire a sistemare me e mia madre per la vita, così sarò libero di andarmene in giro per il mondo a scrivere di Giappone, India, Francia, etc".
Il tono è incalzante, confidenziale, aperto: Kerouac parla del cinema americano, che vorrebbe più spontaneo, di quello francese, che ritiene superiore perché lascia più libertà agli attori. Poi la preghiera finale: "Avanti Marlon, non stare con le mani in mano e rispondi".
La richiesta di Kerouac cadde inascoltata: Brando, che qualche anno prima aveva vinto l'Oscar con Fronte del porto non comprò i diritti. Forse ne sarebbe potuto nascere un capolavoro, ma non se ne fece nulla. On the road vedrà la sua trasposizione cinematografica solo quest'anno, per la regia di Walter Salles, lo stesso che ha già portato sul grande schermo un altro grande viaggio: I diari della motocicletta del Che.
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