Maud Gonne MacBride
Trifogli e rivoluzione per un San Patrizio nel segno di Maud Gonne MacBride
di Andrea Curreli
San Patrizio, santo dei
figli d’Irlanda e dei rivoluzionari che si battevano e si battono per la
liberazione dell’Isola Verde dall’occupazione inglese. Nel giorno in
cui si celebra il santo, il 17 febbraio, è giusto e doveroso ricordare
Maud Gonne MacBride (1866-1953), una donna simbolo della causa irlandese
cui dedicò tutta la sua vita. Un’eroina moderna del nazionalismo
"irish", ma anche e soprattutto una fervente sostenitrice del ruolo
attivo che le donne dovevano avere nella scena politica della sua isola.
Quello che oggi può sembrare normale, ai primi del Novecento era pura
utopia o quasi. Per celebrare questa donna straordinaria, oltre che
attivista politica fu giornalista, attrice e musa ispiratrice del
premio Nobel per la letteratura William Butler Yeats, arriva in libreria
il libro Al servizio della regina. Autobiografia di una rivoluzionaria irlandese (Iacobelli edizioni, 2012). Pubblicato per la prima volta nel lontano 1938 con il titolo di A Servant of the Queen, il libro esce per la prima volta in Italia.
Combattere in qualsiasi luogo l'Impero -
La vita di Maud Gonne MacBride diventa un viaggio nell'universo del
movimento Sinn Féin e dell'Irish Republican Army dove nazionalismo,
repubblica e cattolicesimo si mescolano insieme tra cesti di trifogli.
Decontestualizzato dai riferimenti storici, il libro presenta tutti gli
elementi chiave della lotta d'indipendenza irlandese. Significativo il
capitolo La Saint Patrice dove la rivoluzionaria incontra gli irlandesi
di Francia. "Se devo parlare di qualcosa, parlo dell’Irlanda. Non posso
parlare dell’Irlanda senza trattare il problema degli sgomberi e dei
detenuti" tuona Maud Gonne MacBride. E ancora la critica diretta
all'imperialismo inglese: "Non ho alcun motivo di combattere se non per
la terra che Dio ci aveva donato oppure, se si è un irlandese o un
indiano o un egiziano, combattere in qualsiasi luogo contro l’Impero
Britannico".
Donne irlandesi in prima linea - Ma
l'Impero di sua Maestà la regina non è l'unico nemico che una donna
irlandese si trova ad affrontare. MacBride denuncia il maschilismo che
regna in tutte le organizzazioni nazionaliste e repubblicane. Anche in
questo caso la sua indole battagliera la porta a bacchettare senza
riserve i suoi compagni di lotta. "Voi non accettate l’impegno delle
donne - scrive -. Nessuno dei partiti in Irlanda vuole le donne. La Lega
nazionale, i feniani, la società letteraria celtica, il Club
contemporaneo, tutti hanno rifiutato di iscrivermi nelle loro fila
perché non accettano le donne". Ma le porte in faccia non frenano
l'azione della giornalista: "Devo impegnarmi tutta da sola, fin tanto
che non riuscirò a fondare un’organizzazione femminile".
Rivoluzione contro parlamentarismo -
La "Giovanna d'Arco d'Irlanda", come amorevolmente veniva chiamata dai
nazionalisti francesi, per via del proprio sostegno attivo alla causa
anti-inglese è stata incarcerata due volte (nel 1918 e nel 1923). Il
carcere però non aveva fatto altro che rafforzare i suoi propositi
dichiaratamente rivoluzionari. La lotta di liberazione degli inglesi non
può passare attraverso le concessioni di Londra, ma va conquistata con
le armi. Per questo Maud Gonne MacBride critica duramente il percorso
diplomatico, intrapreso da alcuni politici irlandesi, che lei definisce
"parlamentarismo". "Mi dissocio dalla loro politica - scrive -. Un ladro
non cederà mai il suo bottino su richiesta a meno che la domanda non
sia sostenuta con la forza. Per un partito costituzionale, una volta
sconfessato l’uso della forza, perché, non essendo in grado di
controllarla, se ne prova imbarazzo, i giorni di gloria sono finiti. Può
continuare a vivere ma, incapace di perseguire i suoi obiettivi, cede
spudoratamente alla corruzione del suo ambiente". Maud Gonne MacBride è
morta nel 1953 dopo aver visto la parziale indipendenza della nazione
con la nascita della Repubblica d'Irlanda e l'uscita dal Commonwealth
britannico. E' bello ricordarla con le parole dell'amato Yeats: "Ho
steso i miei sogni sotto i tuoi piedi, cammina con passo lieve perché
cammini sui miei sogni".
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