sabato 24 marzo 2012

Trifogli e rivoluzione per un San Patrizio nel segno di Maud Gonne MacBride

Maud Gonne MacBride Maud Gonne MacBride 

Trifogli e rivoluzione per un San Patrizio nel segno di Maud Gonne MacBride

di Andrea Curreli
San Patrizio, santo dei figli d’Irlanda e dei rivoluzionari che si battevano e si battono per la liberazione dell’Isola Verde dall’occupazione inglese. Nel giorno in cui si celebra il santo, il 17 febbraio, è giusto e doveroso ricordare Maud Gonne MacBride (1866-1953), una donna simbolo della causa irlandese cui dedicò tutta la sua vita. Un’eroina moderna del nazionalismo "irish", ma anche e soprattutto una fervente sostenitrice del ruolo attivo che le donne dovevano avere nella scena politica della sua isola. Quello che oggi può sembrare normale, ai primi del Novecento era pura utopia o quasi. Per celebrare questa donna straordinaria, oltre che attivista politica fu giornalista, attrice e musa ispiratrice del premio Nobel per la letteratura William Butler Yeats, arriva in libreria il libro Al servizio della regina. Autobiografia di una rivoluzionaria irlandese (Iacobelli edizioni, 2012). Pubblicato per la prima volta nel lontano 1938 con il titolo di A Servant of the Queen, il libro esce per la prima volta in Italia.
Combattere in qualsiasi luogo l'Impero - La vita di Maud Gonne MacBride diventa un viaggio nell'universo del movimento Sinn Féin e dell'Irish Republican Army dove nazionalismo, repubblica e cattolicesimo si mescolano insieme tra cesti di trifogli. Decontestualizzato dai riferimenti storici, il libro presenta tutti gli elementi chiave della lotta d'indipendenza irlandese. Significativo il capitolo La Saint Patrice dove la rivoluzionaria incontra gli irlandesi di Francia. "Se devo parlare di qualcosa, parlo dell’Irlanda. Non posso parlare dell’Irlanda senza trattare il problema degli sgomberi e dei detenuti" tuona Maud Gonne MacBride. E ancora la critica diretta all'imperialismo inglese: "Non ho alcun motivo di combattere se non per la terra che Dio ci aveva donato oppure, se si è un irlandese o un indiano o un egiziano, combattere in qualsiasi luogo contro l’Impero Britannico".
Donne irlandesi in prima linea - Ma l'Impero di sua Maestà la regina non è l'unico nemico che una donna irlandese si trova ad affrontare. MacBride denuncia il maschilismo che regna in tutte le organizzazioni nazionaliste e repubblicane. Anche in questo caso la sua indole battagliera la porta a bacchettare senza riserve i suoi compagni di lotta. "Voi non accettate l’impegno delle donne - scrive -. Nessuno dei partiti in Irlanda vuole le donne. La Lega nazionale, i feniani, la società letteraria celtica, il Club contemporaneo, tutti hanno rifiutato di iscrivermi nelle loro fila perché non accettano le donne". Ma le porte in faccia non frenano l'azione della giornalista: "Devo impegnarmi tutta da sola, fin tanto che non riuscirò a fondare un’organizzazione femminile".
Rivoluzione contro parlamentarismo - La "Giovanna d'Arco d'Irlanda", come amorevolmente veniva chiamata dai nazionalisti francesi, per via del proprio sostegno attivo alla causa anti-inglese è stata incarcerata due volte (nel 1918 e nel 1923). Il carcere però non aveva fatto altro che rafforzare i suoi propositi dichiaratamente rivoluzionari. La lotta di liberazione degli inglesi non può passare attraverso le concessioni di Londra, ma va conquistata con le armi. Per questo Maud Gonne MacBride critica duramente il percorso diplomatico, intrapreso da alcuni politici irlandesi, che lei definisce "parlamentarismo". "Mi dissocio dalla loro politica - scrive -. Un ladro non cederà mai il suo bottino su richiesta a meno che la domanda non sia sostenuta con la forza. Per un partito costituzionale, una volta sconfessato l’uso della forza, perché, non essendo in grado di controllarla, se ne prova imbarazzo, i giorni di gloria sono finiti. Può continuare a vivere ma, incapace di perseguire i suoi obiettivi, cede spudoratamente alla corruzione del suo ambiente". Maud Gonne MacBride è morta nel 1953 dopo aver visto la parziale indipendenza della nazione con la nascita della Repubblica d'Irlanda e l'uscita dal Commonwealth britannico. E' bello ricordarla con le parole dell'amato Yeats: "Ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi, cammina con passo lieve perché cammini sui miei sogni".

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