L'ingegner Gadda va alla guerra
o della tragica istoria
di Amleto Pirobutirro
un'idea di Fabrizio Gifuni
da Carlo Emilio Gadda e
William Shakespeare
con Fabrizio Gifuni
disegno luci Cesare Accettadirettore tecnico Hossein Taheridirettore d'allestimento e fonica Paolo Gamper
regia Giuseppe Bertolucci
Fabrizio Gifuni in collaborazione con Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti
Premio Ubu 2010 come miglior attore dell’anno
Premio Ubu 2010 come miglior spettacolo dell’anno
Premio dell’Ass.Naz critici teatrali 2010
per la miglior interpretazione
per la miglior interpretazione
Premio "Maschere del Teatro Italiano"
(già premio ETI- gli Olipimpici del Teatro)
a Fabrizio Gifuni quale
"Miglior interprete di monologo 2011"
(già premio ETI- gli Olipimpici del Teatro)
a Fabrizio Gifuni quale
"Miglior interprete di monologo 2011"
dal 25 al 29 aprile al Teatro Massimo
Quattro anni dopo ‘Na specie de
cadavere lunghissimo spettacolo che, attraverso la prosa di Pasolini e
gli endecasillabi di Giorgio Somalvico, poneva le basi di una
riflessione teatrale sulla trasformazione del nostro paese negli ultimi
quarant’anni, Fabrizio Gifuni e Giuseppe Bertolucci
riprendono il loro sodalizio guidati dalla lingua e dal pensiero di uno
dei più grandi scrittori del ‘900.L'idea che percorre lo spettacolo è
quella di riconoscere in Carlo Emilio Gadda le
stigmate di un Amleto novecentesco (di qui le citazioni dalla
celeberrima tragedia), nemico a un mondo che gli è nemico, lucidamente
consapevole della propria estraneità, proprio come il protagonista de
La Cognizione del dolore, Pirobutirro, nei confronti dell'odiata
Pastrufazio. “Un Amleto ormai vecchio, solo, senza più un padre o una
madre da invocare o da maledire, sempre più debole di nervi, collerico.
Solo con i suoi fantasmi. La lingua squassata da lampi di puro genio
proteiforme. Sempre sull’orlo di una follia tragica eppure, a tratti,
comicissima. E ricca di metodo. Ah sì, ricca di metodo. Così inizio a
immaginare Gadda”.
Con straordinaria ricchezza d’accenti, ne L’INGEGNER GADDA VA ALLA
GUERRA Gifuni ripercorre la vicenda umana dell’autore lombardo: la sua
malinconica solitudine, la sua ironia crudele, la sua refrattarietà se
non incapacità alla vita sociale, il rapporto con la madre e quello
difficile con il fratello Enrico, quella sua errata certezza di non
poter mai essere, proprio come Amleto, "il primo della schiera", trovano
in Gifuni un interprete straordinario. La forte fisicità, lo snodarsi
dell'interpretazione dentro e fuori il personaggio, restituiscono le
parole di Gadda con una evidenza sconvolgente, quasi materializzando la
sua presenza massiccia, la sua forza di penetrazione delle cose. Sono i
Diari di guerra e di prigionia - resoconto fedele della partecipazione di Gadda alla prima guerra mondiale - e l’esilarante Eros e Priapo,
scritto-referto sulla psicopatologia erotica del ventennale flagello
fascista, a tracciare la rotta di questo viaggio che ci conduce fino al
nostro presente, alla scoperta di un popolo mai cresciuto. E, in ultima
analisi, di noi stessi.
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