Il Museo Nazionale del Cinema ospita, dal 23 novembre 2013 al 6 gennaio 2014, la mostra
TRATTI E RITRATTI
PER ALBERTO. 33 FOTOGRAFIE DI FULVIA FARASSINO
a cura di Cesare Colombo
La mostra, realizzata in occasione del decennale della morte di Alberto Farassino, famoso critico cinematografico e giornalista de La Repubblica, raccoglie 33 foto di grande formato scattate tra il 1980 e il 2007 e scelte dallo sterminato archivio di Fulvia Farassino, moglie di Alberto e fotografa professionista: un racconto per immagini, inusuali ritratti realizzati con la volontà di cogliere le star in momenti non ufficiali, in una vita tra set, backstage, divismo e festival.
Inaugurazione della mostra
sabato 23 novembre alle ore 19.00
“Cercavo un modo semplice ma al tempo stesso completo per ricordare Alberto nel mondo in cui è sempre vissuto - sottolinea Fulvia Farassino - e mi ci sono voluti dieci anni per trovare il modo di raccontare, attraverso i miei scatti, quello che facevamo durante i festival, quando eravamo insieme e non-insieme al tempo stesso, quando eravamo due facce della stessa medaglia. Sebbene lavorassimo per due testate diverse, sovente ci si occupava dello stesso personaggio e lui era lì, dentro la sala, e io ero fuori, a cogliere le immagini private, sulla base dei suoi racconti. I festival erano anche un modo e un momento per ritrovarsi, lì eravamo una coppia, liberi, era, paradossalmente, un momento tutto nostro, di grande intimità personale e professionale.”
TRATTI E RITRATTI
Dai suoi esordi ottocenteschi, e fino a cinquant’anni fa, il ritratto ripreso da un fotografo professionista in atelier ha conosciuto mille valenze simboliche. Ha permesso a noi stessi di vederci - non solo allo specchio - e giudicare il nostro stesso volto. Di indagare volti a noi sconosciuti, e di riconoscere nei volti già noti una nostra valutazione dei soggetti. La visione di un foto ritratto oscilla sempre - per chi osserva - tra l’immedesimazione... e la scoperta, la comprensione del carattere del titolare di quel volto. Ma ogni sforzo sembra fermarsi alle soglie di un enigma. Ogni sguardo, in certa misura, ci tradisce, e i volti più aperti restano, allo stesso tempo, i più chiusi.
Fulvia Farassino fotografa professionalmente - dalla fine degli anni Settanta - i protagonisti del cinema, del teatro, della tv: sulle scene, sui set, nei momenti di pausa, negli incontri con la stampa, alla ribalta dei festival. O infine nei brevi momenti di assorta solitudine. Tra le migliaia di riprese giacenti nel suo archivio, ha voluto fare una scelta netta, per questa mostra dedicata alla memoria di suo marito Alberto, figura non dimenticata di storico e critico di cinema. Ha voluto cioè privilegiare momenti ed espressioni non ufficiali, non promozionali, non risaputi. Fulvia tenta cioè di smontare la convenzione che circonda e protegge le star: l’obbligo di confermare in chi osserva i caratteri più risaputi, costruiti lungo non brevi carriere. Probabilmente, gli editori e i giornalisti delle testate committenti esigevano da Fulvia Farassino una compilation di conferme visive: Benigni clown surreale, Chiari playboy cordialone, Kidman algida e distante. Ma lei aveva catturato anche altro nella sua camera, con continue fulminee decisioni di scatto. Aveva dribblato il sorriso stereotipo, aveva cercato e trovato altre inquadrature, con una maggior immediatezza rivelatrice. E stavolta sono qui proposti, appunto, quei fulminei attimi spiazzanti. Nubi o luci impreviste sui volti, involontari tic, che riportano a possibili ‘verità’ alternative. Ma attenzione: quello che noi crediamo di vedere, o di scoprire, si rivela anche come una parte di noi stessi. Nel gioco degli sguardi, non solo Fulvia, ma ognuno di noi mette in gioco una propria interpretazione, che è anche una inconscia confessione. Non sarà forse questa - per ognuno di noi - anche una serie di possibili autoritratti?
Cesare Colombo
Curatore della mostra
FULVIA FARASSINO
Fulvia Farassino Pedroni, cremonese di nascita, ha intrapreso la sua carriera professionale nel mondo dei cineclub a Milano e dalla fine degli anni Settanta si è dedicata a tempo pieno alla fotografia.
Specializzatasi in fotoreportages d'ambiente cinematografico, ha seguito festival e riprese di film dedicandosi soprattutto a ritratti d'attori e registi; successivamente ha fotografato anche scrittori, artisti, pubblicitari e imprenditori nonché artigiani di manufatti ormai rari, preferibilmente nel loro ambiente di lavoro.
Dal suo studio collabora con regolarità come free-lance agli inserti del Corriere della Sera: Magazine e Vivi Milano.
Ha pubblicato su Max, Ciak, L'Espresso, Epoca, L'Europeo, Vanity Fair, La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, Insieme, Capital, e altre riviste italiane e straniere.
Tra i suoi fotoreportage, inoltre, l'Iraq dopo la prima guerra del Golfo, la Legione straniera, le comunità d'immigrati in Italia.
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