martedì 15 settembre 2015

I 70 anni di Milo Manara


I 70 anni di Milo Manara

Dalle pin up a Pratt e Fellini, ha segnato la storia del fumetto





"Disegno per raccontare storie, disegno per professione, disegno per gioco, disegno per passione: insomma praticamente disegno perché appartengo al genere umano e non ne posso fare a meno". Ecco come Maurilio (il suo vero nome nome registrato all'anagrafe di Luson, in provincia di Bolzano) Milo Manara, che oggi compie 70 anni, di cui ben oltre 40 di carriera, descrive la vocazione che l'ha portato a diventare uno dei protagonisti mondiali del fumetto contemporaneo. Ma c'è un'altra sua frase che descrive in modo perfetto il suo ruolo di maestro assoluto dell'erotismo, quell'universo di creature femminili dal fascino irresistibile e trasgressivo con cui parte del pubblico lo identifica: "il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschenberg o di Jasper Jones, si attacca una bella pin up. Devo alle mie pin up il fatto di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati". Sicuramente a queste "pin up" deve il suo successo internazionale, a cominciare dalla Claudia Cristiani de "Il gioco", una serie nata su Playman negli anni '80 e sviluppatasi in quattro capitoli fino agli anni 2000 diventato un classico del genere e anche un film, "Le Declic" di Jean Louis Richard con Florence Guerin nel ruolo della protagonista, per passare a Miele, ispirata a Kim Basinger, che esordì nel 1986 nella storia "Il profumo dell'invisibile" o Salomé. L'erotismo più disinibito è indiscutibilmente il tratto distintivo del suo lavoro che in realtà copre un ampio spettro narrativo, dal fumetto più popolare alle storie di Jolanda ispirata a Salgari (una serie sexy di grande successo), dalla storia di Francia a fumetti a quella d'Italia di Enzo Biagi ai processi a protagonisti della storia come Nerone, Robespierre, Attila, Alfred Nobel, dalla Rivoluzione Francese a quelle ispirate alla cronaca, gli omaggi a Paolo Veronese, Picasso, Borges. Impossibile non citare la collaborazione con il suo venerato maestro (e prezioso consigliore) Hugo Pratt con cui ha firmato il capolavoro "Tutto ricominciò con un'estate indiana" (pubblicato per la prima volta dalla rivista "Corto Maltese") e qualche anno dopo "El Gaucho", dove compare la super seducente protagonista Molly Malone. Hugo Pratt ha un ruolo anche nella creazione del primo personaggio originale di grande successo di Manara, Giuseppe Bergman. Pratt (già citato nel titolo con le iniziali, HP) è addirittura uno dei personaggi della storia il cui protagonista è un mix tra l'autore e Alain Delon. Al 1987 risale invece la collaborazione con Federico Fellini, altro dichiarato punto di riferimento creativo: da un testo del regista nasce "Viaggio a Tulum", poi i due daranno vita un vecchio progetto di Fellini "Il viaggio di G.Mastorna detto Fernet". Di Manara sono i manifesti de "Intervista" e "La voce della luna". La sua ricchissima avventura professionale comprende altri incontri con registi come Pedro Almodovar e, più di recente, Alejandro Jodorowsky (che ha scritto i testi per una ricostruzione delle vicende de "I Borgia") e anche esperienze con le due case editrici americane i cui personaggi stanno dominando il cinema blockbuster contemporaneo: la DC Comics e la Marvel per la quale ha realizzato una storia sugli X Men femminili ("X Men: Ragazze in fuga"). Al nuovo secolo è arrivato con una trasposizione fantastica della vicenda di Valentino Rossi intitolata 46, il numero della moto di Valentino che ha dato il suo contributo creativo. Negli anni più recenti si è dedicato al progetto "Il pittore e la modella", un viaggio nella storia dell'arte vissuta attraverso il rapporto dei maestri del colore con le loro modelle. Milo Manara appartiene al novero dei grandi autori che hanno trasformato il fumetto, ampliandone i confini e i contenuti avvicinandolo al romanzo e al cinema e imponendolo definitivamente come un'espressione artistica tout court. Un autore che non ha mai dimenticato l'ironia e che ha anche spesso legato le sue opere all'impegno e alla denuncia sociale, così come ha mantenuto la sua identità lavorando con la pubblicità e la musica. A giugno, per esempio, si è tornato a parlare del cartoon dedicato ad Adriano Celentano, un progetto dalla gestazione lunga e difficile. Senza dimenticare mai le sue pin up, cui deve il fatto "di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati".

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