Il romanzo di Ludovica
de Nava, “La quercia e la rosa”, ediz. “Il Maestrale,
Nuoro 2015, con la partecipazione dell' autrice, sarà presentato a Reggio Calabria, il prossimo 26 settembre nella Biblioteca comunale, villetta P. De Nava. Relatore è il prof. Pasquale Amato. Le letture sono di Eleonora Uccellini e Andrea Foti. L' esposizione dei testi di Giovanni De Nava è di Maria Pia Mazzitelli.
Si può dire che in questo
romanzo “ ogni riferimento a persone realmente esistite NON è meramente
casuale”. Si tratta di una storia vera, di un amore giovanile fra Grazia
Deledda e Giovanni de Nava ( poeta e giornalista calabrese, nonno dell’autrice)
sul finire dell’Ottocento ( 1894-1898), in una cornice storica ( un terremoto
devastante in Calabria, i Fasci
Siciliani e la repressione del governo Crispi, la nascita del Partito
Socialista in Italia). I due giovani si amano da lontano, ma infine si incontreranno….
Il romanzo nasce dalle lettere
autografe della scrittrice sarda ventiduenne, rimaste chiuse nell’Archivio
della Famiglia De Nava per più di cento anni, e si snoda fra le lettere che i
giovani si scambiano e il racconto del
vissuto, ricostruito, dei protagonisti, e dei personaggi ( per lo più esistiti,
con eccezione di alcune invenzioni narrative, condotte con rispetto della
verisimiglianza) che ruotano intorno a loro. Per fare questo, l’autrice ha operato un vero e proprio lavoro
di ricostruzione delle lettere ( perdute) di Giovanni, riscrivendole nello
stile di allora, e, partendo dalle poche notizie fornite da lui nei suoi
appunti e dalle domande e risposte contenute nelle lettere – autentiche- di
Grazia Deledda, ha compiuto il “restauro” ( o doppiaggio?), offrendo al
lettore, così, una storia a due voci, e scovando sulle riviste del tempo le
poesie che Grazia dedicò a Giovanni . Finora non si sapeva a chi erano
dedicate. Così come l’autobiografia
deleddiana ( Cosima, quasi Grazia,
unica biografia esistente), per la volontà di nascondere questa storia,
presenta un vuoto di una decina di anni, proponendosi come se
Grazia fosse più giovane. E’ anche chiarito, così, il mistero della mancata
menzione, in Cosima, dell’amico più
fidato di Grazia: Angelo De Gubernatis, che ebbe un ruolo nella vicenda
raccontata in questo romanzo corredato da note in appendice, che volendo, può
anche essere letto come un saggio, utile a chi vorrà riscrivere la biografia
deleddiana.
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