sabato 17 marzo 2012

Jean-Claude Izzo, Marsiglia nel cuore

Jean-Claude Izzo, Marsiglia nel cuore



Jean-Claude Izzo è Marsiglia, quel Mediterraneo assolato, profumato e ventoso che tanto amiamo. Bisognerebbe sempre portarlo con se quando si va per sentieri nell'azzurro nostro e poi fermarsi all'ombra dei rami ritagliati sul mare, alti sopra strade e scogli, a leggere le sue storie marsigliesi.

Jean-Claude Izzo

Marsiglia nel cuore

Sono nato a Marsiglia. Da padre italiano e madre spagnola. Da uno di quegli incroci di cui la città custodisce il segreto. Nascere a Marsiglia non è mai un caso. Marsiglia è, è sempre stata il porto degli esili, degli esili mediterranei, degli esili delle nostre antiche vie coloniali, anche. Qui, chi un giorno sbarca al porto è per forza di cose a casa sua. Da qualsiasi luogo arrivi, a Marsiglia sei a casa tua. Nelle strade incontri visi familiari, odori familiari. Marsiglia è familiare. Fin dal primo sguardo.

E' per questo che amo questa città, la mia città. E' bella per questa familiarità, che è come pane da spartire fra tutti. E' bella solo per la sua umanità. Il resto non è altro che sciovinismo. Di belle città con bei monumenti ce ne sono un sacco in Europa. Di belle rade, di belle baie, di porti stupendi è pieno il mondo. Io non sono sciovinista. Sono marsigliese. Cioè di qui, appassionatamente, e di ogni altro posto allo stesso tempo. Marsiglia è la mia cultura del mondo. la mia prima educazione al mondo.

E' attraverso queste vie di navigazione, antiche, verso l'Oriente, l'Africa, poi verso le Americhe, vie reali per alcuni di noi, sognate per la maggior parte degli altri, che vive Marsiglia, a prescindere da dove vai. Parigi è un'attrazione. Marsiglia è un passaporto. Quando sono lontano, e la cosa mi succede spesso, penso a Marsiglia, senza nostalgia. Ma con la stessa emozione che nei confronti della donna amata, lasciata il tempo di un viaggio, e che desideri sempre di più ritrovare mano a mano che passano i giorni.

Credo in questo, in ciò che ho imparato nelle strade di Marsiglia, e che porto sulla mia pelle: la tolleranza, il rispetto dell'altro, l'amicizia senza concessioni e la fedeltà, aspetto fondamentale dell'amore. E per parafrasare il regista Robert Guédiguian, il mio amico dell'Estaque, dirò: "Marsiglia: questa è la mia identità, la mia cultura e la mia morale". E qui o altrove, quando parlo la lingua di "casa mia", reinvento quella che Gyptis, la celto-ligure, e Protis, il focese d'Asia minore, hanno inventato nella loro notte d'amore, duemilaseicento anni fa. Una lingua in cui ogni lettera dell'alfabeto deve essere profondamente umana. Io vi dico: non c'è nessun rischio nel parlare questa lingua. Solo felicità.

Mi piace credere - visto che sono stato cresciuto così - che Marsiglia, la mia città, non sia una meta in sé. Ma soltanto una porta aperta. Sul mondo, sugli altri. Una porta che rimanga aperta, sempre.

(Da: Jean-Claude Izzo, Aglio, menta e basilico; pp 43-45)

Jean-Claude Izzo
Aglio, menta e basilico
Edizioni e/o, 2006
9 Euro


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