Jean-Claude Izzo, Marsiglia nel cuore
Jean-Claude
Izzo è Marsiglia, quel Mediterraneo assolato, profumato e ventoso che
tanto amiamo. Bisognerebbe sempre portarlo con se quando si va per
sentieri nell'azzurro nostro e poi fermarsi all'ombra dei rami
ritagliati sul mare, alti sopra strade e scogli, a leggere le sue storie
marsigliesi.
Jean-Claude Izzo
Marsiglia nel cuore
Sono
nato a Marsiglia. Da padre italiano e madre spagnola. Da uno di quegli
incroci di cui la città custodisce il segreto. Nascere a Marsiglia non è
mai un caso. Marsiglia è, è sempre stata il porto degli esili, degli
esili mediterranei, degli esili delle nostre antiche vie coloniali,
anche. Qui, chi un giorno sbarca al porto è per forza di cose a casa
sua. Da qualsiasi luogo arrivi, a Marsiglia sei a casa tua. Nelle strade
incontri visi familiari, odori familiari. Marsiglia è familiare. Fin
dal primo sguardo.
E'
per questo che amo questa città, la mia città. E' bella per questa
familiarità, che è come pane da spartire fra tutti. E' bella solo per la
sua umanità. Il resto non è altro che sciovinismo. Di belle città con
bei monumenti ce ne sono un sacco in Europa. Di belle rade, di belle
baie, di porti stupendi è pieno il mondo. Io non sono sciovinista. Sono
marsigliese. Cioè di qui, appassionatamente, e di ogni altro posto allo
stesso tempo. Marsiglia è la mia cultura del mondo. la mia prima
educazione al mondo.
E'
attraverso queste vie di navigazione, antiche, verso l'Oriente,
l'Africa, poi verso le Americhe, vie reali per alcuni di noi, sognate
per la maggior parte degli altri, che vive Marsiglia, a prescindere da
dove vai. Parigi è un'attrazione. Marsiglia è un passaporto. Quando sono
lontano, e la cosa mi succede spesso, penso a Marsiglia, senza
nostalgia. Ma con la stessa emozione che nei confronti della donna
amata, lasciata il tempo di un viaggio, e che desideri sempre di più
ritrovare mano a mano che passano i giorni.
Credo
in questo, in ciò che ho imparato nelle strade di Marsiglia, e che
porto sulla mia pelle: la tolleranza, il rispetto dell'altro, l'amicizia
senza concessioni e la fedeltà, aspetto fondamentale dell'amore. E per
parafrasare il regista Robert Guédiguian, il mio amico dell'Estaque,
dirò: "Marsiglia: questa è la mia identità, la mia cultura e la mia
morale". E qui o altrove, quando parlo la lingua di "casa mia",
reinvento quella che Gyptis, la celto-ligure, e Protis, il focese d'Asia
minore, hanno inventato nella loro notte d'amore, duemilaseicento anni
fa. Una lingua in cui ogni lettera dell'alfabeto deve essere
profondamente umana. Io vi dico: non c'è nessun rischio nel parlare
questa lingua. Solo felicità.
Mi
piace credere - visto che sono stato cresciuto così - che Marsiglia, la
mia città, non sia una meta in sé. Ma soltanto una porta aperta. Sul
mondo, sugli altri. Una porta che rimanga aperta, sempre.
(Da: Jean-Claude Izzo, Aglio, menta e basilico; pp 43-45)
Jean-Claude Izzo
Aglio, menta e basilico
Edizioni e/o, 2006
9 Euro
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