Uno svogliato vento di primavera rinfresca la grigia sera di fine marzo e muove lentamente i rami degli alberi del giardino della villetta in Sant’ Anna, uno dei principali quartieri di Lucca, e da sempre centro pulsante e cuore delle vicende che hanno animato la storia della citta’. La zona di S. Anna in antichità era chiamata Piaggia, perché situata sulla riva del fiume che non era ancora arginato. In lontananza si sente il suono del corso d’ acqua. Il quartiere e’ davanti a Porta Sant’ Anna, ufficialmente Porta Vittorio Emanuele e anche detta dai lucchesi il buco. E' comunemente chiamata dai lucchesi Porta Sant'Anna, dal nome della chiesa di Sant'Anna chiesa situata in corrispondenza della porta subito fuori dalle mura. Hannah aveva scelto Sant’ Anna solo per il fatto che portava il suo stesso nome e ella aveva scartato a priori sia di vivere dentro le mura, sia di trovare casa a Ponte San Pietro, San Donato, San Iacopo… Sono solo ad aspettarla in soggiorno. Al buio. 31 marzo. Il suo compleanno. Mi avvicino alla porta finestra che si affaccia sul giardino. Guardo il cielo. Non una nuvola. Mio padre mi aveva insegnato a guardare il cielo. Le stelle brillano numerose e si distinguono l’ una dall’ altra. Il carro, con le sue ruote e il manico, sembra disegnato col gessetto sopra una lavagna. C’ e’ un profondo silenzio. Ogni tanto un cane lontano abbaia e col suo abbaio tiene compagnia. Aspetto il suo arrivo. Non sono atteso. Sara’ una sorpresa. Penso con calma a come si svolgera’ la serata. Mi siedo in poltrona ad aspettare. Non sai mai a che ora Hannah possa ritornare. Non ha mai voglia di lasciare il suo studio. Arrivera’. Sento il cancello elettrico che si apre, le ruote della macchina che passano su foglie e muschio fresco, i passi di lei che si avvicinano alla porta d’ ingresso. La porta si apre e l’ aroma delle essenze del giardino invade la casa. Sento scattare l’ interruttore. Si accende la luce. Hannah deposita con indifferenza il leggero impermeabile che portava sulle spalle come una cappa di torero. Gonna al ginocchio, scarpe bianche di gomma, emblema di una gioventu’ lontana. Improvvisamente
Entra sorpresa in soggiorno. Occhi sgranati quando mi vede in piedi con un mazzetto di ranuncoli in mano e una Sacher con una lunga, sottile candela rossa accesa nell’ altra. - Buon compleanno Hannah … - Tu? Silenzio - Perche’ sei qui? Come sei entrato? - Ho ancora le chiavi di casa. Ho voluto farti una sorpresa per il compleanno. Come un tempo … Mi pianta gli occhi addosso. Sembra non ascoltarmi neanche. Conserva un’ ombra del suo sorriso. Il suo sguardo fisso davanti a se’. Si sarebbe detto che avesse tirato giu’ la saracinesca sui suoi occhi. Non c’ erano proprio. - Perche’ sei qui … voglio dire che sei uscito dalla mia vita - Ibamos a vivir toda la vita juntos / Ibamos a hacer tantas cosas Juntos!/ Ahora tenemos otras citas./ Estrellas diferentes nos alumbran/ en noches diferentes. Comincio con ‘’Serenata’’, di Manuel Scorza, un poeta da lei amato. I nostri sguardi si incontrano. E chiaro che ormai la tengo all’ amo… per il momento se non altro. La guardo soddisfatto. Soddisfatto del visibilissimo effetto appena sortito. - Sei una canaglia. Sai sempre come ammaliarmi. Dopo anni ti voglio sempre bene. Mi avvicino, la bacio sulle guance. - Buon compleanno. Come un tempo? Mi guarda sogghignante. - Ti sarei molto grata se ora vorresti raccontarmi perche’ sei qui? - Sapevo che saresti stata sola. Conosco le tue abitudini: mai festeggiare nel corso della settimana. - E se avessi avuto un appuntamento? - Sapevo che lui era stato qui nell’ ultimo fine settimana. Fine settimana? Infiniti. Immutabili. Li detesto per la loro vuotaggine… - Ok, Ok. Ma come dice il poeta Ahora tenemos otras citas, abbiamo altri appuntamenti, e stelle differenti ci illuminano, Estrellas diferentes nos alumbran. Rifletto, fissando Hannah. - Manuel Scorza poi dice Adìos / No sé si sabes lo que quiere decir adìos./ Adìos quiere decir ya no mirarse nunca,/ Adìos es separarse, entendies?, separarse/, hai capito addio e’ separarsi, addio vuol dire non vedersi piu’. Sei stato un uomo fortunato ad avere avuto me… - Lo so per questo sono venuto a festeggiare il tuo compleanno.
Indico la Sacher e la candela accesa. - Buon compleanno Sembra sopraffatta dal peso dei suoi pensieri Vado in cucina e da frigo prendo una bottiglia di Berlucchi brut. - Vuoi bere? Spumante va bene? - Si’. Spumante va bene. Verso due abbondanti porzioni. Beviamo insieme alla buona Beve il suo spumante in silenzio. Nulla nel suo atteggiamento mi incoraggia a parlare. Sorrido, ma non sorride lei. Prendo il coltello e taglio due fette di Sacher. La candela si era spenta da sola. Mi avvicino di nuovo a lei. La bacio di nuovo sulle guance e infilo il coltello nel suo petto. Mi pianta gli occhi addosso, mostrano di trovarsi faccia a faccia con il destino. Tutto finisce. E’ un lampo. La fiammata di un fuoco d’ artificio. Mi allontano, senza fare rumore, tranquillamente, divento un’ ombra tra le ombre. Salgo in macchina e parto alla ricerca di una tana.
Lo confesso. Ho ceduto alla tentazione di comprare la nuova rivista maschile 'For men magazine'. Del resto, come potevo resistere agli affascinanti argomenti annunciati dalla copertina (che, tra parentesi, ritrae un tizio con una faccia da pirla e un asciugamano di spugna bianca che fa tanto 'figo da spogliatoio')? Almeno quattro i titoli memorabili: 'Falle dire basta stanotte!' 'Ricco entro Pasqua: 15 idee geniali' 'Trucchi: mangi il doppio diventi la metà ' 'Smetti di fumare e voli ai Caraibi'. Non vorrei deludere il geniale direttore Andrea Biavardi, ma a far dire 'BASTA' a una donna siete già tutti bravissimi da soli poichè di solito ne abbiamo abbastanza dopo i primi tre minuti. La vostra difficoltà sta nel farle dire 'ANCORA!', al limite. Ci pensi su, per il prossimo numero. Riguardo allo slogan 'Ricco entro Pasqua' beh, signor Biavardi, se vuole fare le cose fatte bene, nel prossimo numero alleghi anche due simpatici gadgets: passamontagna e chiave inglese. Alla promessa 'Mangi il doppio e diventi la metà ', invece, tenderei anche a credere. Bisogna vedere la metà di cosa. Io se mangio il doppio, signor Biavardi, divento l'esatta metà del Partenone, in effetti. Infine, sempre in copertina, campeggia la scritta 'Smetti di fumare e voli ai Caraibi'. Guardi signor direttore, io non ho mai conosciuto uno che abbia smesso di fumare e che sia andato in un'isola tropicale a festeggiare. In compenso ho sentito un sacco di gente che ha cominciato a fumare sostanze illecite e s'è fatta certi viaggi senza neanche uscire di casa che lei neanche si immagina. Ma questo è solo l'inizio. Una si illude che il peggio sia già tutto in copertina e invece no, il meglio è all'interno! A pagina 52 c'è un avvincente e istruttivo servizio con tanto di foto redazionali su 'come slacciarle il reggiseno' che tiene conto dei vari modelli (classico, seduttivo, sportivo...). A parte l'intelligenza del servizio in sè, vorrei soffermarmi sul consiglio per slacciare rapidamente il modello sportivo, che è : 'se lei è spiritosa dacci un taglio con le forbici!'. Biavardi, io le garantisco che sono una donna alquanto spiritosa, ma se un uomo che magari conosco da poco, in un momento di intimità mi tira fuori dal taschino un paio di forbici, io come minimo penso che sia il mostro di Milwaukee e nella migliore delle ipotesi gli assesto un calcio nelle palle che il mese dopo il soggetto in questione passa dal suo For Men Magazine a Donna Moderna. A pagina 50 poi, si tocca l'apice grazie ad un servizio che affronta la spinosa questione: 'Se l'iguana domestico ci prova con tua moglie'. Nell'articolo si sostiene infatti che ci sono diversi casi di molestie sessuali da parte di iguana nei confronti di donne con il ciclo. Senta signor Biavardi, lei l'ha mai vista una donna col ciclo? Mi segua signor direttore, non parlo di una donna in sella al motorino. Parlo della donna in quei giorni lì. Ecco guardi, io in quei giorni ho la cera del cugino It e l'affabilità di Godzilla, non mi si avvicinerebbe a meno di cento metri un velociraptor si figuri un iguana. E infine, l'apoteosi vera e propria: il test 'sei uno stallone o una schiappa?'. Le domande sono tra le cose più esilaranti che io abbia mai letto in vita mia In pratica sei ritenuto uno stallone se rispondi sì a domande come questa: 'Ti è mai capitato di farlo con una donna e poco dopo, con la sua compagna di stanza?' 'Un sacco di volte! Alla casa di riposo 'Domus Mariae'. O 'Di essere chiamato da una donna che ti chiede se può venire da te alle nove del mattino?' Sì certo, da una rappresentante della Folletto. Mi fermo qui. Donne, consoliamoci: noi una volta al mese avremo pure le nostre cose, ma loro una volta al mese hanno For Men Magazine in edicola.
Il dott. Emanuele Bartoletti e' inoltre vice direttore della Scuola Internazionale di Medicina Estetica della Fondazione Internazionale Fatebenefratelli di Roma.
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Mary-Jane da me diretto, redatto da Roberta De Marco, realizzato tra Cagliari e Terlizzi (Bari)
che si occupa di moda, bellezza, arte, cinema, letteratura ...
Dalla finestra aperta Barbaglio di luce Sull' acciotolio della strada Aria fresca Maestrale D' inizio primavera Scende nella sera Esitazione Aspetto Seduto sul letto La testiera Sul muro Ombra come immensa Lama di coltello Sogghigno sulle labbra Chrissie Viene vicina Sventola la camicia Il corpo profuma rapidamente la stanza Invita a seguirla Sul letto La mano insinua Negli slip Le labbra sulle mie Accarezzo i seni L' aiuto con le mutandine Si mette a cavalcioni Lenti movimenti La leppa si apre La lama si sveglia Penetra anch' essa Nel suo ventre Accompagna il suo ritmo
Yo sé que tu te mueres Y piensas en mì hasta ensangrentarte Yo también pienso en ti Oyeme Por esta erida no sale sòlo sangre Me salgo yo *
Fine istantanea Come se facesse qualche differenza
* Io lo so che tu stai morendeo/ E pensi a me fino a sanguinare/ E anche io penso a te così/ Ascoltami/ Da questa ferita non esce solo sangue/ Esco io da Imprecazioni e addii, di Manuel Scorza (poeta peruviano), edizioni Fahrenheit 451
Con un calcio Mi sbatte le mutandine in faccia Niente di scandaloso Lascivo Sorriso aperto Solare Onde di capelli scuri Corpo Profumo di erba fresca Di rugiada Colore di mela selvatica La mangio Senza neanche sbucciarla In mente Life deflowers itself Petal by petal One by one the loeaves Fall away Like lovers from each other Pistils and stames Reveal themselves To each other * La lama sul seno Steli di sangue fino Al pube Finito Tutto finito ora
* La vita deflora se stessa/ Petalo dopo petalo/ Una per una le foglie/ Si staccano/ Come amanti gli uni dagli altri/ Pistilli e stami/ Si rivelano/ Gli uni agli altri da Poesie di Lawrence Ferlinghetti
Occhi verdi Pelle chiara Figurina snella Seno di una certa pienezza Labbra di natura polposa La lingua le umetta Languida lascivia Cosi' poco timida Lei seduta sulle gambe Palpita di possibilita' Coltello puntato sul Petto Leggera pressione Cuore spaccato Silenzio di morte In lontananza L' eco di un canto in chiesa Miserere
Non ho mai conosciuto mio padre, morto in guerra, l' ultima, quando avevo tre anni. La sua grande umanita', cultura, amore per la liberta' e la giustizia le ho conosciute soprattutto attraverso i racconti di mia madre.
Quando penso a lui vedo mio padre, mentre mi fissa con i suoi occhi azzurri e mi dice che la liberta' va strappata dalle mani degli oppressori.
Un insegnamento che trasmetto ogni giorno ai miei figli e nipoti con il mio comportamento. Come dice Adorno nei ''Minima moralia'': non si da' vera vita nella falsa.
L’ idea di liberta’ mio padre me lo ha trasmesso pochi mesi prima di morire.
E’ l’ unico ricordo che ho di lui. Un ricordo mio, esclusivamente mio.
‘’Ogni uomo ha dei ricordi che racconterebbe solo agli amici. Ha anche cose nella mente che non rivelerebbe neanche agli amici, ma solo a se stesso, in segreto. Ma ci sono altre cose che un uomo ha paura di rivelare persino a se stesso, e ogni uomo perbene ha un certo numero di cose del genere accantonate nella mente’’.
Dostojevskij: ‘’Memorie del sottosuolo’’.
Quando mi ha parlato di liberta’ a ogni costo, da strappare dalle mani degli oppressori, siamo io e lui da soli. Andiamo, la mia mano nella sua, da Serdiana, dove, in tempo di guerra, aveva trasferito la famiglia, a Dolianovaa, un altro centro del Parteolla, distante un paio di chilometri.
E’ marzo, non so se il giorno del mio compleanno. Ha avuto due giorni di licenza, ho poi saputo da mia madre quando dop anni, molti, racconto l’ episodio. E’ di stanza a Cagliari, circa venti chilometri da Serdiana.
I miei ricordi dell’ ambiente della campagna sono piuttosto sfuocati. Diventano nitidi solo sulla sequenza della passeggiata e delle sue parole.
Camminiamo sul ciglio destro della strada. Sto alla sua destra per non correre pericoli, anche se il traffico e’ limitato a poche biciclette, a qualche carretto trainato dai cavalli, molte le persone a piedi, soprattutto donne e qualche ragazzo. Uno di questi ci passa accanto correndo.
Lui e’ in borghese, indossa un abito scuro, io un capottino chiaro con il colletto in velluto. Nella mia mente tutto e’ chiaro, soprattutto i suoi occhi di un intenso azzurro.
Camminiamo in silenzio. Mio padre mi stringe la mano. Il suo viso e’ sereno. Sono raggiante. Non passo molto tempo con lui. Quando la sera, non tutte le sere, lui torna a casa, io sono a letto e dormo, e la mattina, quando riparte, non sono ancora sveglio. Mia madre mi ha sempre raccontato che appena entrato in casa veniva nella mia camera, mi accarezzava sui capelli e mi dava un bacio sulla fronte. Rito che ripeteva quando andava via.
Arrivati all’ altezza del cimitero di Serdiana ci fermiamo, ci sediamo, uno a fianco all’ altro, su un poggiolo ricopertod’ erba.
Comincia a parlare. Dice quanto bene vuole alla mamma, a me, agli altri due figli. Poi racconta delle brutture della guerra, della inutilita’ di un conflitto scatenato da un pazzo e assecondato da un altro stolto, solo per sete di potere, delle false speranze di vittoria decantate dal Duce, dal Re. Espone i suoi concetti di liberta’, fratellanza, di giustiziae pace tra i popoli. Parole allora non comprese. Troppo difficili per me. Sono pero’ rimaste incise nella mia mente, capite solo col crescere degli anni.
Siamo rimasti seduti forse una mezz’ ora, poi lentamente siamo tornati a casa.
Quella e’ l’ ultima volta che ho visto mio padre.Non ho altri ricordi di lui vivo.
Dopo alcuni mesi un ufficiale e’ venuto a casa per dare a mia madre la notizia che il marito era morto in un bombardamento di guerra, quella guerra da lui rifiutata, ritenuta inutile, dichiarata da un folle, appoggiata da uno stolto, solo per sete di conquista.
Questa poesia di Nazim Hikmet scritta nel 1955 sarebbe sicuramente piaciuta a mio padre
Forse la mia ultima lettera a Mehmet (figlio) Da una parte gli aguzzini tra noi ci separano come un muro. D'altra parte questo cuore sciagurato mi ha fatto un brutto scherzo, mio piccolo, mio Mehmet forse il destino m'impedirà di rivederti. Sarai un ragazzo, lo so, simile alla spiga di grano ero così quand'ero giovane biondo, snello, alto di statura; i tuoi occhi saranno vasti come quelli di tua madre, con dentro talvolta uno strascico amaro di tristezza, la tua fronte sarà chiara infinitamente avrai anche una bella voce, - la mia era atroce - le canzoni che canterai spezzeranno i cuori. Sarai un conversatore brillante in questo ero maestro anch'io quando la gente non m'irritava i nervi dalle tue labbra colerà il miele. ah Mehmet, quanti cuori spezzerai! e' difficile allevare un figlio senza padre non dare pena a tua madre gioia non gliene ho potuta dare dagliene tu. Tua madre forte e dolce come la seta tua madre sarà bella anche all'età delle nonne come il primo giorno che l'ho vista quando aveva diciassette anni sulla riva del bosforo era il chiaro di luna era il chiaro del giorno, era simile a una susina dorata. Tua madre un giorno come al solito ci siamo lasciati: a stasera! Era per non vederci mai più. Tua madre nella sua bontà la più saggia delle madri che viva cent'anni che dio la benedica. Non ho paura di morire, figlio mio; però malgrado tutto a volte quando lavoro trasalisco di colpo oppure nella solitudine del dormiveglia contare i giorni e' difficile non ci si può saziare del mondo Mehmet non ci si può saziare. Non vivere su questa terra come un inquilino oppure in villeggiatura nella natura vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre credi al grano al mare alla terra ma soprattutto all'uomo. Ama la nuvola la macchina il libro ma innanzitutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che si secca del pianeta che si spegne dell'animale infermo ma innanzitutto la tristezza dell'uomo. Che tutti i beni terrestri ti diano gioia che l'ombra e il chiaro ti diano gioia ma che soprattutto l'uomo ti dia gioia. La nostra terra, la turchia e' un bel paese tra gli altri paesi e i suoi uomini quelli di buona lega sono lavoratori pensosi e coraggiosi e atrocemente miserabili si e' sofferto e si soffre ancora ma la conclusione sarà splendida. Tu, da noi, col tuo popolo costruirai il futuro lo vedrai coi tuoi occhi lo toccherai con le tue mani. Mehmet, forse morirò lontano dalla mia lingua lontano dalle mie canzoni lontano dal mio sale e dal mio pane con la nostalgia di tua madre e di te del mio popolo dei miei compagni ma non in esilio non in terra straniera morirò nel paese dei miei sogni nella bianca città dei miei sogni più belli. Mehmet, piccolo mio ti affido ai compagni turchi me ne vado ma sono calmo la vita che si disperde in me si ritroverà in te per lungo tempo e nel mio popolo, per sempre.
Ospitato da: Gianni Zanata - associazione italo-senegalese DEGGO
Quando: Sabato, 21 mar 2009, 19.00
Dove: Associazione DEGGO Via Nazario Sauro 1 CAGLIARI Visualizza mappa
Incontro con Gianni Zanata autore di "Prestami una vita" Partecipano Daniela Rizzu, Elio Turno Arthemalle e Nicola Cossu.
Sabato 21 marzo 2009 Cagliari - Associazione culturale "DEGGO" Via Nazario Sauro 1 (angolo viale Trento) alle ore 19.00 L'Associazione culturale italo-senegalese DEGGO presenta: Incontro con Gianni Zanata autore del romanzo PRESTAMI UNA VITA (Edizionirebus) coordina Daniela Rizzu letture di Elio Turno Arthemalle con il contrabbassista Nicola Cossu info: www. giannizanata. it
Salta, per problemi legati agli organizzatori dell’evento, la partecipazione alla Fiera di Genova (nel senso che la manifestazione non è più in cartellone).
In compenso c’è un mini tour toscano, domenica 5 aprile.
Alle 16.00 all’Art Cafè “Babette” di Pisa.
Alle 19.30 alla libreria “Edison” di Firenze
(i dettagli in basso).
Resta confermato, invece, che presto andrà in stampa la seconda edizione del romanzo.
Così com’è confermata la partecipazione alla Fiera Internazionale del Libro di Torino, domenica 17 maggio alle ore 16.00.
Sul sito www.giannizanata.it aggiornamenti sulle date di presentazione, rassegna stampa, video, audio e fotografie.
LA BELLA, IL BRUTTO E IL CATTIVO:
TRE STORIE A CONFRONTO
Aspettando Torino
Domenica 5 Aprile 2009 la Edizionirebus di La Spezia presenta in anteprima per il pubblico toscano gli autori che saranno protagonisti alla
”Fiera Internazionale del Libro” di Torino
Intervengono:
Bruno Catarsi - Editore
Mauro Fiorio Plà – Autore di “Low Cost. Torino - Dublino sola andata”
Gianni Zanata – Autore di “Prestami una vita”
Veronica Pollini – Autrice di “Benvenuti a Valleaurora”
Letture di Elio Turno Arthemalle
-Ore 16,00 Pisa, Babette Food and Art Cafè, Lungarno Mediceo, 15
-Ore 19,30 Firenze, Edison Bookstore, Piazza della Repubblica, 27 r
Il suo reggiseno a Legarmi le mani Affascinanti morbidi seni Breve silenzio cade tra noi Attesa La sua lingua sulla pancia Semplicita' disarmante Mi mordicchia la pelle La mano sul pene Movimenti lenti Chiudo gli occhi Il compito di decidere il Ritmo A lei Delizia e passione Respiro a fondo Questa volta piu' che mai La lama Impaziente Nel suo tenero ventre Senza la minima resistenza Impercettibili convulsioni Il suo sorriso Dolce Occhi di mare Urlo ingoiato La vita scivola lontana Sprofonda In una tenebra piu' densa Come sasso Lanciato in uno stagno Calma
Cari lettori, vi segnalo oggi un blog che ho scoperto in rete, di recente. Si tratta de "Il Fiore degli Abissi", un nome affascinante, evocatore di avventure sui mari. Un nome che suscita emozioni e sensazioni, racchiuse in un angolo recondito del nostro essere...un angolo profondo come gli Abissi del mare.
E infatti "Il Fiore degli Abissi" è il nome del romanzo di Leonilde Bartarelli, anche autrice del blog omonimo! Il libro sta per essere pubblicato dalla casa editrice Montag.
Vi chiederete perché abbia deciso di segnalare un libro (e il suo blog) non ancora pubblicato e, in un certo senso, preso a scatola chiusa. Una ragione sta nel fatto che, dopo averne letto la trama e l'incipit e avere avuto uno scambio di mail con Leonilde, mi si è acceso il semaforo verde dell'istinto! E io mi fido dell'istinto, qualcosa che è connesso con le strutture limbiche del cervello, strutture primordiali, sede della nostra intelligenza emotiva.
La seconda ragione è legata alla storia de "Il Fiore degli Abissi", alla sua genesi e alla sua evoluzione, connesse strettamente alla rete. Senza la rete, infatti, il romanzo non avrebbe visto con ogni probabilità la luce, come ho appreso dalla stessa autrice. Grazie infatti allo scambio cooperativo con alcuni attenti lettori del forum letterario di un sito (ve ne parlerò prossimamente) il romanzo si è sostanziato in quello che è poi diventato.
Tutto ciò non poteva lasciare indifferente la sottoscritta, che si occupa di web 2.0 con annessi e connessi!
Vi invito, pertanto, a visitare il blog (nato da poco, ma che si sta implementando in progress di informazioni appetitose) perché costituisce un esempio qualitativamente elevato di ciò che la rete può produrre.
Vi lascio con la trama e una parte dell'incipit del romanzo!
Pirati barbareschi, pescatori di corallo, galee di schiavi e dame affascinanti si muovono in un angolo di terra e di mare che ha il sapore del Mediterraneo nel XVI° secolo. In un’isola di confine tra il mondo occidentale e quello islamico, uno schiavo liberato e il suo aguzzino, diventato a sua volta schiavo, si alleano per dedicarsi alla pesca del corallo e arricchirsi all’insaputa di tutti. Alla testa di un pugno di contrabbandieri dovranno fare i conti con la guerra che da sempre infiamma la loro regione e con le macchinazioni dei potenti, mentre equivoci, agguati, rapimenti, inganni, incontri con dame conturbanti e ragazze travestite, cementeranno la loro amicizia.Sullo sfondo il mare e il fascino che una storia di pirati e tesori sempre ha nel nostro immaginario.
L'incipit de "Il Fiore degli Abissi"
Il maestrale gonfiava la vela nera spingendo la feluca al gran lasco, in una corsa sfrenata nel buio della notte. Le luci sfuocate della costa tremolavano incerte, sparse nella massa scura che si allontanava sempre più, finché sparirono quando doppiammo il promontorio. È una pazzia, pensai per l’ennesima volta mentre gridavo a Tredita di stringere i fiocchi. Non c’era luna e le nuvole coprivano le stelle. Soltanto la pratica e l’abilità ci facevano trovare al primo colpo cime e agganci, ma non era questo che mi preoccupava. Buio e vento da nord ovest in quel momento rappresentavano la nostra salvezza: tenebre per non essere visti e velocità per portare a termine la missione in fretta. Era la notte ideale per sfidare la fortuna, la notte ideale per rischiare la pelle. Sentivo i gentiluomini borbottare a prua. Ci avrebbero pagato bene, se restavamo vivi. Almeno questa era la promessa. Se restavamo vivi… Strinsi le mani sulla barra del timone; il Fiore degli Abissi era l’unica barca adatta a tentare l’impresa: veloce, fidata, leggera. E noi l’unico equipaggio abbastanza audace. Anche se nessuno sapeva sul serio quanto lo fossimo in realtà. Nonostante tutto avvertivo l’euforia per l’avventura e la smania di dimostrare quanto valevo, sebbene questo potesse per tanti motivi ritorcermisi contro. Credevano forse quei tre manichini arroganti che fossi un vile e un codardo di fronte ai barbareschi? Virai verso la terraferma che indovinavo all’orizzonte, correggendo la rotta. [Continua a leggere il post originale]
Dove: Villa Pallavicini Via Meucci 3 Milano 20127 Visualizza mappa
Appuntamento di marzo con la rassegna LIBERO SPAZIO di COMUNICAZIONE POETICA, una nuova realtà milanese aperta a tutti coloro che vogliano salire su un palco e leggere la propria produzione.
DUE LE NOVITA’ PER QUESTA NUOVA RIPRESA: • il cambio di giorno (dal mercoledì al secondo venerdì del mese) • la location: la splendida cornice di VILLA PALLAVICINI a Milano, in via Meucci 3. INGRESSO GRATUITO
E’ tempo che la città reclama a gran voce posti deputati alla condivisione artistica, palchi periferici su cui chiunque possa esibire il proprio estro artistico e confrontarsi con un pubblico di artisti o di semplici curiosi.
Realtà in cui il contatto umano e la voglia di partecipazione ritornino ad essere protagonisti, piccoli fermenti culturali destinati alla conoscenza più disinteressata.
Con questa rassegna Milano vivrà l’atmosfera tipica dei club di lettura internazionali, quelli stessi dove chiunque può testare la propria produzione grazie alle reazioni del pubblico in sala o vuole semplicemente condividere con gli astanti varie amenità letterarie.
Partecipare è molto semplice: è sufficiente presentarsi mezz’ora prima dell’inizio della serata e segnare il proprio nome sulla lista.
Ogni autore avrà a disposizione dieci minuti.
- LA RASSEGNA SI TERRA’ OGNI SECONDO VENERDI’ DEL MESE -
Cari amici e lettori, prima di addentrarvi nella lettura, vi invito a leggere un post su Scientificando perché è nello stesso spirito, lì precisato, che ho ho postato l'articolo odierno.
Una delle nostre relatrici al convegno, Chiara de Caro, fondatrice del social network di lettori "Pickwicki", è presente sul primo numero di WIRED, come una delle persone che in Italia stanno rivoluzionando il modo di fare innovazione.
Con una copertina che già di per sé è tutto un programma (con la presenza autorevole di Rita Levi-Montalcini), Wired si apre al mondo italiano con un messaggio inequivocabile: chi sono le menti pensanti realmente innovatrici del XXI secolo? Partendo dall'esempio del nostro premio Nobel, le donne sono e saranno una componente fondamentale e sempre più presente come menti innovatrici di questo cambiamento.
Il progetto di Chiara de Caro è eclatante: pensare ai social network in modo propositivo, creando aggregazione su temi, come la letteratura, le arti, la scienza... che grazie alla rete permettono la creazione di gruppi di lettura.
Complimenti a Chiara de Caro da tutta la redazione!
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Naturalmente, mi associo all'augurio di Claudio, e riporto, inoltre, una parte della presentazione di Pickwiki.
Su Pickwicki puoi discutere, scrivere, recensire, giocare con i libri. Puoi condividere le tue passioni, suggerire i tuoi autori preferiti e scoprirne di nuovi. Puoi catalogare la tua libreria creando uno scaffale virtuale per mostrare le tue letture e puoi creare una lista dei desideri, ossia una lista di libri che desideri legge. Ma c'è di più: puoi anche scegliere di acquistare i libri nella libreria sotto casa, per te o per i tuoi amici. E intanto raccogliere punti preziosi: basta partecipare attivamente alla vita della community, alle iniziative e alle offerte delle librerie che hanno aderito a Pickwicki in tutta Italia.