La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

lunedì 30 settembre 2019

Francesco Permunian per la Narrativa e Patrizia Valduga per la Poesia sono i vincitori del trentaquattresimo premio letterario "Giuseppe Dessì"

Francesco Permunian per la Narrativa e Patrizia Valduga per la Poesia
sono i vincitori del trentaquattresimo premio letterario "Giuseppe Dessì".
Consegnati questa sera (sabato 28) a Villacidro (Sud Sardegna)
anche il Premio Speciale della Giuria a Claudio Magris
e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna a Lina Bolzoni e Tullio Pericoli.
*


Francesco Permunian
 con "Sillabario dell'amor crudele(Chiarelettere), per la sezione narrativa

Patrizia Valduga con "Belluno. Andantino e grande fuga(Einaudi) per la Poesia, sono i vincitori del trentaquattresimo Premio "Giuseppe Dessì", il concorso letterario di casa a Villacidro (Sud Sardegna) promosso dalla Fondazione intitolata allo scrittore sardo che qui aveva le sue radici.
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Definiti dalla giuria del premio "supervincitori", a ribadire un rapporto di parità con gli altri autori finalisti, Francesco Permunian e Patrizia Valduga sono stati proclamati e premiati questa sera (sabato 28) nel corso della cerimonia condotta da Umberto Broccoli.

 
Consegnati anche gli altri due riconoscimenti che affiancano quelli del concorso letterario: il Premio Speciale della Giuria a 

Claudio Magris, l'intellettuale, scrittore, saggista e germanista triestino che lo scorso aprile ha spento ottanta candeline, e il Premio speciale della Fondazione di Sardegna 

Lina Bolzoni, critica letteraria, storica della letteratura e accademica, e al pittore e disegnatore Tullio Pericoli.
 
Ai vincitori delle due sezioni letterarie va un premio dell'importo di cinquemila euro; millecinquecento, invece, a ciascuno degli altri finalisti: Gianrico Carofiglio con "La versione di Fenoglio" (Einaudi), (Einaudi), e Matteo Terzaghi con "La Terra e il suo satellite" (Quodlibet) per la Narrativa; Michele Mari con la raccolta "Dalla cripta" (Einaudi) e Italo Testa con "L'indifferenza naturale" (Marcos Y Marcos) per la Poesia.

  • LE MOTIVAZIONI
"Sillabario dell'amor crudele", di Francesco Permunian - scrittore e poeta con all'attivo diversi libri, tra i quali "Il principio della malinconia" (2005), "La casa del sollievo mentale" (2011), "Il gabinetto del dottor Kafka" (2013) e i suoi primi due romanzi ("Cronaca di un servo felice" e "Camminando nell'aria della sera") pubblicati da Il Saggiatore in un unico volume sotto il titolo "Costellazioni del crepuscolo" - fa entrare il lettore nei segreti della borghesia provinciale, con la Chiesa che diventa il baricentro del male italiano. È un "romanzo diviso in scomparti alfabetici o sottile gioco narrativo, strutturato sui caratteri di una letteratura combinatoria, per la quale evocare i nomi di Calvino e Sciascia", spiega la Giuria nelle motivazioni del premio assegnato per la sezione Narrativa"Tanto ironico e confidenziale, quanto ossessivo e provocatorio, Sillabario dell'amor crudele svela uno scrittore coraggioso, appartato, poco incline alla mode letterarie, inconfondibile nella voce e nella fisionomia".

"Belluno. Andantino e grande fuga" di Patrizia Valduga - personalità di primo piano nel panorama della poesia italiana e traduttrice, che dopo sette anni di silenzio, con "Belluno. Andantino e grande fuga" pubblica un nuovo libro di versi – è invece "una sequenza di quartine che prepara il saggio finale sulla poesia di Giovanni Raboni", come spiega la Giuria nelle motivazioni dell'assegnazione del Premio per la sezione Poesia"Ora, in Belluno, è di nuovo la poesia di Raboni – dopo quindici anni di speciale frequentazione oltre le soglie della vita fisica – a attraversare l'intero libro e a essere oggetto delle considerazioni di Patrizia Valduga, stavolta nella forma di un saggio che vuole precisare questioni rilevanti della poetica di Giovanni". In chiusura, nelle motivazioni, la raccolta di versi è definita "il più recente e atipico libro di una delle voci più importanti e incisive della letteratura italiana contemporanea".

I due libri vincitori sono stati scelti fra tutte le opere iscritte al concorso letterario - 239 per la sezione Narrativa, 112 per la Poesia - e passate al vaglio della giuria presieduta da Anna Dolfi (professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Firenze e studiosa dell'opera di Dessì) e formata da Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Stefano Salis, Gigliola Sulis, il presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci e la stessa Anna Dolfi -, più i due nuovi ingressi: il giornalista Luigi Mascheroni e il professor Gino Ruozzi (Università di Bologna).
I nomi di Francesco Permunian e Patrizia Valduga si uniscono così, nell'albo d'oro del Premio Dessì, a quelli di scrittori come Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino, Sandra Petrignani e di poeti come Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone, Alberto Bertoni.
 


Il Premio Speciale della Giuria è andato invece a Claudio Magris"indubbiamente un nome di assoluta eccellenza nel panorama della cultura italiana ed europea dell'ultimo cinquantennio", si legge nelle motivazioni. (…) "Riconoscendogli all'unanimità il suo Premio Speciale 2019, la Giuria del Dessì ha voluto sottolineare il valore della cultura, dell'intelligenza, dell'impegno, della passione letteraria e civile che ha guidato la sua vita, e testimoniare la più grande considerazione non solo per quanto ha fatto, ma per la civiltà che ha sempre contraddistinto il suo tratto e la sua scrittura, sì da farne un modello di intellettuale che piace additare ad esempio".

 
La critica letteraria Lina Bolzoni e il pittore e scrittore Tullio Pericoli, infine, sono stati insigniti del Premio Speciale della Fondazione di Sardegna: la prima, come ricordano le motivazioni, "ha studiato appassionatamente, nella sua carriera, la letteratura italiana. Una carriera che l'ha portata a insegnare, tra l'altro, alla Scuola Normale Superiore di Pisa e alla New York University e farla diventare socia, tra l'altro, della Accademia Nazionale dei Lincei e della British Academy. Ma lo studio della letteratura che Lina Bolzoni ha intrapreso – nel corso degli anni e nel numero imponente delle pubblicazioni, accademiche, scientifiche, divulgative - è stato quello di uno sguardo originale e laterale: non ha lasciato, per così dire, "da sola" la letteratura"Tullio Pericoli viene invece definito nelle motivazioni del riconoscimento "un artista che ha dato prova, negli anni, di una versatilità e di un 'multiforme ingegno' che lo contraddistinguono sempre più chiaramente nel panorama italiano e internazionale". (…) "Ed è proprio all'esatto incrocio di scrittura e visione che risiede la sua arte: un'arte della precisione e della visione, una scrittura di segni pittorici e una pittura che sembra una calligrafia dell'anima e del territorio, capace di lasciare aperta la porta ai sogni ma non si distacca dalla realtà".

  • Domenica gli ultimi appuntamenti
Incoronati i vincitori del concorso letterario e consegnati i Premi Speciali, ieri  la settimana di appuntamenti culturali che, come sempre, fa da cornice al Premio Dessì, ha sfogliato le sue ultime pagine con tre appuntamenti. Condotto dai giornalisti Anna Piras e Gianni Zanataalle 10.30 al Mulino Cadoni, si è rinnovato il consueto incontro con gli autori finalisti e i vincitori. In serata, sul palco allestito nel cortile di Casa Dessì, riflettori sono stati puntati alle 20 sull'attore e regista Ivano Marescotti in scena con "La lingua neolatrina", un monologo esilarante cucito su misura per le qualità mattatoriali dell'interprete dalla penna di Maurizio Garuti. L'argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno, un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari. Infine, alle 22, giù il sipario sulle note di una violinista considerata tra le migliori interpreti della sua generazione, Anna Tifu, con Marco Schirru al pianoforte.

 

 La trentaquattresima edizione del Premio Dessì è stata promossa e organizzata dalla Fondazione "Giuseppe Dessì" con il Comune di Villacidrocol patrocinio dell'Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, della Fondazione di Sardegna, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del GAL Linas Campidano.

sabato 28 settembre 2019

Oggi a Villacidro ( la proclamazione e premiazione dei vincitori del trentaquattresimo Premio Dessì

Oggi a Villacidro (Sud Sardegna) la proclamazione e premiazione
dei vincitori del trentaquattresimo Premio Dessì:
Gianrico Carofiglio, Francesco Permunian e Matteo Terzaghi
gli autori in lizza per la sezione Narrativa del concorso letterario;
Michele MariItalo Testa e Patrizia Valduga per la Poesia.
Nella cerimonia, con inizio alle 18 in piazza Municipio,
verranno assegnati anche il Premio speciale della Giuria a Claudio Magris
e il Premio Speciale Fondazione di Sardegna a Lina Bolzoni e a Tullio Pericoli.
*

Giornata clou, oggi Villacidro (Sud Sardegna), per la trentaquattresima edizione del Premio "Giuseppe Dessì"alle 18, in piazza Municipio, inizia la cerimonia di proclamazione e premiazione dei finalisti e dei vincitori delle due sezioni del concorso letterario e dei premi speciali della Giuria e della Fondazione di Sardegna.
 
Come già annunciato, si contendono l'alloro per la Narrativa 

Gianrico Carofiglio con "La versione di Fenoglio" (Einaudi), 

Francesco Permunian con "Sillabario dell'amor crudele" (ChiareLettere) 


Matteo Terzaghi con "La Terra e il suo satellite" (Quodlibet).
 


Michele Mari con la raccolta "Dalla cripta" (Einaudi), 

Italo Testa con "L'indifferenza naturale" (Marcos Y Marcos), 

Patrizia Valduga con "Belluno. Andantino e grande fuga" (Einaudi), sono invece i finalisti della sezione Poesia.
 
351 le opere iscritte a questa edizione del concorso letterario (239 per la sezione Narrativa112 per la Poesia) e passate al vaglio della giuria presieduta da Anna Dolfi (professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Firenze e studiosa dell'opera di Dessì); giuria che, oltre ai membri di lunga data - Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Stefano Salis, Gigliola Sulis, il presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci e la stessa Anna Dolfi -, conta due nuovi ingressi: il giornalista Luigi Mascheroni e il professor Gino Ruozzi (Università di Bologna).
 
A questi stessi giurati, nella cerimonia di domani (sabato 28) a Villacidro, spetterà il compito di decretare, fra le due terne di finalisti, i vincitori: al primo classificato di ciascuna delle due sezioni spetteranno cinquemila euro (millecinquecento euro, invece, agli altri finalisti), oltre alla gratificazione di iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro del Premio "Giuseppe Dessì" accanto a quello dei vincitori delle precedenti trentatré edizioni: Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino e Sandra Petrignani, tra gli scrittori; Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone e Alberto Bertoni, tra i poeti.
 
Oltre ai premi per la Poesiua e la Narrativa, domani (sabato 28) verranno consegnati anche gli altri due riconoscimenti che anche quest’anno affiancano il concorso letterario: il Premio Speciale della Giuria (sempre dell'importo di cinquemila euro) e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna. Il primo, che (recita il regolamento) "la Giuria si riserva di attribuire a un autore o a un'opera di vario genere letterario", come già noto, quest'anno è stato assegnato a 

Claudio Magris. L'intellettuale, scrittore, saggista e germanista triestino, che lo scorso aprile ha spento ottanta candeline, va dunque a impreziosire l'elenco di personalità cui è andato questo alloro nelle passate edizioni: figure del calibro di Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis, Remo Bodei e Ernesto Ferrero.
 
Al pittore e disegnatore 

Tullio Pericoli, e a 

Lina Bolzoni, critica letteraria, storica della letteratura e accademica, va invece il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, partner dell'iniziativa villacidrese: un premio che viene assegnato "a un personaggio del panorama culturale, artistico e/o musicale quale riconoscimento per l'attività svolta nell'annualità di riferimento", come è stato negli anni passati per Vinicio Capossela, Giacomo Mameli, i Tenores di Neoneli, Carlo Ossola, Massimo Bray, Vittorino Andreoli e Ferruccio de Bortoli.

 
Claudio MagrisLina BolzoniTullio Pericoli e i sei finalisti delle due sezioni letterarie del Premio Dessì - Gianrico CarofiglioFrancesco PermunianMatteo TerzaghiMichele MariItalo Testa e Patrizia Valduga, saranno al centro della serata di domani (sabato 28 settembre) a Villacidro, nel corso della quale verranno proclamati i vincitori e consegnati i premi. Presentata da Umberto Broccoli, archeologo e volto noto della televisione, la cerimonia sarà scandita dagli intermezzi musicali della cantautrice cagliaritana Irene Nonis e dalle letture di stralci delle opere finaliste da parte degli attori Emilia Agnesa e Giacomo Casti.
 
Il pubblico avrà anche altre due occasioni per conoscere da vicino i protagonisti di questa edizione numero trentaquattro del Dessì: già domattina (sabato 28), con inizio alle 10, i vincitori dei Premi Speciali, Claudio MagrisLina Bolzoni e Tullio Pericoli, con la partecipazione del giornalista (e giurato) Stefano Salis, saranno infatti al centro di un incontro nell'aula magna del Liceo "E.Piga"Domenica mattina, invece, alle 10.30 al Mulino Cadoni, ritorna invece il consueto appuntamento post-premiazioni con gli autori finalisti e i vincitori, condotto dai giornalisti Anna Piras e Gianni Zanata.
 

Domenica sarà anche la giornata conclusiva della settimana di appuntamenti culturali che, come sempre, fa da cornice al Premio Dessì. In programma in serata, sul palco allestito nel cortile di Casa Dessì, gli ultimi due eventi del ricco cartellone che si è aperto la domenica precedente: alle 20 l'attore e regista Ivano Marescotti è in scena con "La lingua neolatrina", un monologo esilarante cucito su misura per le qualità mattatoriali dell'interprete dalla penna di Maurizio Garuti. L'argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno, un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari. Poi, alle 22, il sipario sul trentaquattresimo Premio Dessì calerà sulle note di una violinista considerata tra le migliori interpreti della sua generazione, Anna Tifu, con Marco Schirru al pianoforte.


 
Tutti gli appuntamenti in programma sono, come sempre, a ingresso gratuito. Informazioni e aggiornamenti sono disponibili sulla pagina Facebook e nel sito della Fondazione Dessì, mentre la segreteria organizzativa risponde ai numeri 070931438734741176553406660530, e all'indirizzo di posta elettronica info@fondazionedessi.it.
 
La trentaquattresima edizione del Premio Dessì è promossa e organizzata dalla Fondazione "Giuseppe Dessì" con il Comune di Villacidrocol patrocinio dell'Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, della Fondazione di Sardegna, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del GAL Linas Campidano.

venerdì 27 settembre 2019

“JOJO RABBIT” DI TAIKA WAITITI FILM DI APERTURA DEL 37° TORINO FILM FESTIVAL

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37° TORINO FILM FESTIVAL 
(22-30 novembre 2019)


“JOJO RABBIT” DI TAIKA WAITITI
FILM DI APERTURA DEL 37° TORINO FILM FESTIVAL


Il film di apertura del 37° Torino Film Festival (22 – 30 novembre 2019) sarà Jojo Rabbit di Taika Waititi, il regista neozelandese autore di Thor: Ragnarok e del mockumentary vampirico What We Do in the Shadows, con il quale vinse il premio per la migliore sceneggiatura al Torino Film Festival 2014.

Tratto dal romanzo Caging Skies di Christine Leunens, il nuovo film di Waititi è una satira sferzante e spiazzante del nazismo e dei suoi miti. Racconta la storia di un ragazzino di 10 anni che vive a Vienna con la mamma vedova durante gli ultimi anni del nazismo: Jojo Betzler è un bambino dolce e un po' timido, con un grande amico paffutello e occhialuto, insieme al quale vuole diventare un perfetto giovane nazista. Perché Jojo ha un idolo, Adolf Hitler, che ha trasformato in un amico immaginario. 

Interpretato dallo stesso Waititi (nella parte dell'Hitler immaginario), dal giovanissimo Roman Griffin Davis, da Scarlett Johansson (la mamma di Jojo) e Sam Rockwell (l'ufficiale istruttore del campo per i giovani hitleriani), il film ha vinto il People's Choice Award all'ultimo Festival di Toronto.
Jojo Rabbit sta in perfetto equilibrio tra satira e dramma: rilegge una mostruosità della Storia con gli occhi di un bambino, ma senza piangersi addosso” dichiara Emanuela Martini, direttore del Torino Film Festival – “affonda colpi dolorosi ed emerge da situazioni drammatiche con irresistibile humor nero, mescola i Beatles alle parate naziste con una freschezza irridente. Fa ridere e fa pensare”.



Jojo Rabbit uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 23 gennaio 2020 distribuito da 20th Century Fox Italia.

trailer ufficiale

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA: I MILLE VOLTI DI LOMBROSO


Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ospita, dal 25 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 la mostra I 1000 VOLTI DI LOMBROSO che presenta, per la prima volta al pubblico, una selezione di fotografie appartenenti al fondo fotografico dell’Archivio del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino, in parte restaurate per l’occasione. Padre fondatore della criminologia, gli archivi di facce di Lombroso dialogano con i cataloghi antichi e moderni dei volti che raccontano la mostra #FACCEEMOZIONI. 1500-2020: DALLA FISIOGNOMICA AGLI EMOJI curata da Donata Pesenti Campagnoni e Simone Arcagni, inaugurata al Museo Nazionale del Cinema il 17 luglio scorso, una grande esposizione che, partendo dalla prestigiosa collezione del Museo Nazionale del Cinema, racconta gli ultimi 5 secoli di storia di questa pseudoscienza. Un percorso emozionale tra maschere e sistemi di riconoscimento facciale che conferma ancora una volta come il volto sia il più importante luogo di espressione dell’anima dell’essere umano.

 La mostra I 1000 VOLTI DI LOMBROSO è a cura di Cristina Cilli - conservatrice e responsabile dell'Archivio del Museo, Nicoletta Leonardi - storica dell'arte e docente presso l'Accademia Albertina di Torino, Silvano Montaldo - direttore scientifico del Museo e docente presso l'Università degli studi di Torino e Nadia Pugliese - borsista di ricerca presso l’Archivio del Museo e rientra nel quadro delle celebrazioni del decennale dell’apertura del Museo Lombroso. Ospitata nelle teche conservative al piano +5 del Museo Nazionale del Cinema di Torino, la mostra prevede l’esposizione di 305 fotografie che dialogano con 13 disegni, 2 manoscritti, 1 pannello illustrativo per la didattica e la divulgazione, 1 calco in gesso di un cranio e 1 maschera mortuaria in cera, 2 strumenti scientifici, 2 manufatti realizzati da pazienti psichiatrici, 1 scultura, 11 libri e 1 rivista per un totale di 340 exhibit. I 1000 volti di Lombroso vuole creare un parallelo tra le numerose fotografie di volti presenti nel fondo e le diverse sfaccettature del pensiero lombrosiano, evidenziando lo stretto legame tra fotografia e ruolo sociale della scienza sul finire del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. Tra il 1860 e il 1909 Lombroso raccolse, grazie alla sua fitta rete di relazioni con criminologi, psichiatri e medici legali, un'enorme quantità di immagini di soggetti appartenenti prevalentemente al mondo della psichiatria e a quello della criminalità.

 Queste fotografie furono sistematicamente utilizzate dall’antropologo veronese nella ricerca, nella didattica e nell’ambito di attività espositive finalizzate alla divulgazione scientifica. Com’era pratica comune fra gli scienziati dell’epoca, Lombroso raccoglieva immagini acquistate sul mercato, inviategli da colleghi o da lui stesso commissionate, e usava la fotografia come prova documentaria, dato positivo da associare a misurazioni antropometriche dei crani, disegni, descrizioni biologiche e psicologiche. Il percorso della mostra, articolata in 5 sezioni, presenta una selezione ragionata di questi materiali seguendo la cronologia delle ricerche di Lombroso: iniziando con gli studi sui malati psichiatrici e sul genio, passando poi per la sua teoria sull’atavismo (secondo la quale alcuni individui presentano i caratteri regressivi tipici dell’uomo primitivo), per le ricerche sul brigantaggio e sul delitto politico, si arriverà al tema della criminologia in rapporto al razzismo con un focus specifico sulla donna delinquente. Il percorso espositivo terminerà con un’ampia panoramica di immagini legate all'identificazione del criminale ovvero alla fotografia segnaletica e alla nascita della Polizia scientifica. LE SEZIONI DELLA MOSTRA Alla sezione introduttiva, contenente una selezione rappresentativa delle diverse tipologie di fotografie raccolte da Lombroso, una macchina fotografica, uno stereografo per il disegno del profilo del cranio, una maschera mortuaria in cera di un detenuto, scritti scientifici e divulgativi, un ritratto a disegno, segue la prima sezione dedicata all’immagine del folle e alla nascita dell’antropologia criminale.

Le decine di fotografie dei malati psichiatrici raccolte da Lombroso sono qui documentate con alcuni ritratti di alienati scelti fra quelli giunti all’antropologo criminale da vari istituti psichiatrici italiani. Lombroso utilizzò lo studio del volto insieme ad altre forme di evidenza (come i tatuaggi presenti sui corpi dei criminali da lui accomunati a quelli delle “popolazioni primitive”), per formulare la sua teoria del delinquente atavico, una sorta di moderno selvaggio riconoscibile da una serie di caratteristiche fisiche. Lombroso pretese di fondare un nuovo ramo del sapere, l’antropologia criminale, illustrata nel volume L’uomo delinquente (1876), la cui quinta edizione (1896) fu corredata da un Atlante contenente centinaia di ritratti di criminali e alienati. Due manufatti (pipe in legno) di “mattoidi” (Lombroso chiamava così gli alienati con estro artistico) e il calco in gesso del cranio di Alessandro Volta testimoniano inoltre le ricerche dell’antropologo sul rapporto fra Genio e follia (1864), la sua convinzione cioè che la creatività artistica fosse una nevrosi. La seconda sezione è dedicata a brigantaggio, delitto politico, criminalità minorile. A supporto delle sue teorie sulla devianza Lombroso utilizzò anche fotografie di briganti, prevalentemente del Sud d’Italia. A questo scopo raccolse un centinaio di ritratti scattati fra il 1861 e gli anni settanta dell’Ottocento, alcuni dei quali presenti in mostra. A testimonianza dell’interesse di Lombroso nei confronti del delitto politico sono esposte una serie di fotografie e disegni che ritraggono anarchici e rivoluzionari, fra cui Anna Kuliscioff, rivoluzionaria in Russia, socialista e femminista in Italia. Insieme ad alcuni suoi collaboratori, Lombroso si occupò anche di delinquenza minorile. Questo filone di ricerca è documentato dalle fotografie che ritraggono i bambini e gli adolescenti senza fissa dimora scattate a Cagliari fra il 1898 e il 1903, i “corrigendi” lombardi, e alcuni giovani rei i cui casi furono sottoposti al giudizio dell’antropologo criminale.
Al tema della donna delinquente è dedicata la terza sezione della mostra, che presenta fotografie di crani di prostitute, immagini scattate all’interno di bordelli, ritratti di prostitute napoletane e argentine, oltre a una serie di carte de visite di delinquenti russe. Insieme al futuro genero Guglielmo Ferrero, nel 1893 Lombroso pubblicò il primo trattato al mondo sulla delinquenza di genere, che venne tradotto in diverse lingue. Andando contro i giudizi precedenti, che vedevano nelle donne un freno al dilagare del delitto, Lombroso e Ferrero criminalizzarono la prostituzione indicandola come la forma di delinquenza più tipicamente femminile. In contrasto con le coeve richieste di parità di diritti civili e politici da parte dei movimenti femminili, i due studiosi affermarono l’inferiorità della donna rispetto all’uomo. Criminologia, razzismo e omosessualità sono i temi della quarta sezione, nella quale ritratti e fotografie segnaletiche di criminali aborigeni australiani, cubani, egiziani, ebrei, russi, tedeschi, gitani, nonché di donne delinquenti, compaiono accanto a fotografie di “pederasti”, “pervertiti”, “saffiste” e “terzo sesso”. Queste immagini documentano il nesso fra criminologia e razzismo implicitamente presente nelle teorie Lombrosiane, e mostrano il tentativo di definire l’orientamento sessuale in base a categorie con significati stigmatizzanti. La mostra si conclude con la quinta sezione dedicata alla fotografia segnaletica e alla Polizia scientifica. Nel 1886 Lombroso propose di applicare in Italia i metodi “esattamente governabili” delle scienze alle indagini poliziesche. Il suo invito venne accolto da Salvatore Ottolenghi, che a partire dal 1895 introdusse nel Paese tecniche di investigazione scientifica comprendenti l’uso della fotografia accanto al segnalamento descrittivo, antropometrico e dattiloscopico dei delinquenti e dei presunti tali. Nella sezione sono presenti, insieme a un disegno e una tavola statistica, ritratti di criminali e alcuni esempi di schede segnaletiche contenenti fotografie identificative e impronte digitali. Sono previste una serie di visite guidate gratuite con i curatori che permetteranno ai visitatori di scoprire e approfondire le tematiche della mostra:  sabato 5 ottobre 2019, ore 10:30 e ore 11:30  sabato 16 novembre 2019, ore 10:30 e ore 11:30  sabato 7 dicembre 2019, ore 10:30 e ore 11:30 Durata 50 min. Prenotazioni on line al link https://mnc7maggio2017.wufoo.com/forms/x19m4o461nk3yem/ Il Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino fa parte del Sistema Museale di Ateneo ed è ospitato nel Palazzo degli Istituti Anatomici insieme al Museo di Anatomia e al Museo della Frutta. Inaugurato nel 2009, espone collezioni di preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato, scritti e produzioni artigianali e artistiche realizzate da internati in manicomi e persone ristrette in carcere tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento (www.museounito.it/lombroso).

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA: Agenda Brasil 2019 – Festival Internazionale di Cinema Brasiliano al Cinema Massimo.



Il 4, 5 e 6 ottobre torna a Torino la seconda edizione di Agenda Brasil, la più importante rassegna cinematografica dedicata al Brasile. Il Cinema Massimo – MNC ospiterà sul grande schermo la proiezione di 10 film che mostrano tutta la forza creativa, la diversità e la complessità sociale del paese sudamericano.
Agenda Brasil 2019 porta sotto i riflettori il Paese sudamericano a cui l’Associazione Vagaluna dedica con competenza e passione l’evento di Milano, Genova, Roma e, dallo scorso anno, anche Torino.

Il nocciolo della programmazione sarà costituito da una selezione di film apprezzati nell’edizione milanese del Festival, tra cui i vincitori dei premi del pubblico e della critica: Alguma coisa assim, con la sua bruciante analisi dei sentimenti della gioventù global, e l’adattamento cinematografico di O Beijo no Asfalto, accesso privilegiato all'universo del maggior autore drammatico brasiliano, tuttora inedito in Italia, Nelson Rodrigues. E un forse inatteso omaggio a George Hilton e al cinema italiano di "genere" (western, giallo, thriller) degli anni 60/70, con il documentario George Hilton, o mundo é dos audazes.
A Torino, la rassegna includerà un inedito “spazio lusofono” con opere provenienti dal Mozambico e da Timor, grazie alla collaborazione col Museo Nazionale del Cinema e le associazioni ‘Casa Brasil’ e ‘TuCà TuLà’ (italo-portoghese). I film in questione, Comboio de dal e açúcar A guerra da Beatriz, sono ambientati nel periodo immediatamente successivo all’indipendenza dal Portogallo e quindi in un contesto tumultuoso di guerre, gravante soprattutto sulle donne.

Tre registi e un direttore della fotografia saranno presenti al Cinema Massimo - MNC per incontrare il pubblico: Daniel Camargo, regista di George Hilton: o mundo é dos audazes, documentario biografico sulla vita di George Hilton, l’attore uruguayano scomparso il 28 luglio scorso; Licínio Azevedo, regista di Comboio de sal e açúcar, film sulla guerra civile in Mozambico premiato a Locarno, Il Cairo e Johannesburg; Luigi Acquisto, il regista torinese autore, con Bety Reis, di A Guerra da Beatriz, il primo film realizzato a Timor Est; André Besen, direttore della fotografia del documentario Ayahuasca, expansão da consciência.

Agenda Brasil è un festival prodotto da Christoffel Promoções e Produções e organizzato dall’Associazione Culturale Vagaluna in partnership con Museo Nazionale del Cinema, Associazione Casa Brasil e Associazione italo-portoghese Tucátulá. Con il contributo del BRDE, FSA, ANCINE e Consolato-Generale del Brasile a Milano e con il patrocinio dell’Ambasciata del Brasile a Roma.

Direzione: Regina Nadaes Marques

I film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano, eccetto As aventuras do pequeno Colombo, che sarà accompagnato da una voce recitante.


In programma:
Daniel Camargo
George Hilton: o mundo é dos audazes
(Brasile/Italia 2019, 106’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Biografia di George Hilton, stella del cinema italiano dagli anni ’60 agli anni ’80. Hilton lasciò la sua famiglia benestante in Uruguay, avventurandosi in Italia e diventando protagonista di western, gialli e altri generi del cinema popolare. 
VEN 4, h 16.00 – Il film è introdotto dal regista Daniel Camargo
Ana Rieper
Clementina
(Brasile 2018, DCP, 75’, col., v.o. sott.it.)
Clementina de Jesus spicca nella storia della musica brasiliana per la sua voce eccezionale, per i testi poetici, i tamburi più eloquenti e il repertorio religioso di origine africana. Nipote di schiavi, con il suo canto ha mostrato tutta la gioia, la forza e il dramma della condizione dei neri in Brasile. Vincitore del Trofeo Aruanda per il miglior personaggio femminile del 2018.
VEN 4, h 18.30
Murilo Benício
O beijo no asfalto
(Brasile 2018, 98’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)
Basato sull’omonima opera di Nelson Rodrigues. Arandir, un giovane impiegato di banca appena sposato, soccorre un uomo investito da un autobus. L’uomo, morente, esprime l’ultimo desiderio: un bacio. Arandir bacia l’uomo ma il gesto è visto dal suocero Aprígio e fotografato da un reporter a caccia di scoop. Il reporter indaga e spinge la polizia a investigare su una presunta relazione tra Arandir e il morto. Premio della giuria e del pubblico ad Agenda Brasil Milano 2019.
VEN 4, h. 20.30
Rodrigo Gava
As aventuras do pequeno Colombo
(Brasile 2015, 88’, DCP, col.)
Film d’animazione ambientato nell’Italia del 1463, dove tre bambini – Cris, Leo e Lisa – scoprono i misteri della popolazione dell’Atlantico e si imbattono nella sua bestia più feroce, il temibile Nautilus. La creatura distrugge tutte le navi europee che tentano di attraversare l’Oceano Atlantico. Loro troveranno il modo di sconfiggerlo, il che renderà possibile per Cris, in futuro, di trovare la strada per l’America. Questi ragazzi saranno poi noti al mondo come Cristoforo Colombo, Leonardo Da Vinci e Monalisa.
Film in lingua originale con voce recitante in italiano a cura di Cristina Palermo
SAB 5, h. 10.30