La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

sabato 25 settembre 2010

L' ultimo martello della '' femina agabbadora - Luras (OT) - Il museo Galluras -



Michela Murgia con ''Accabadora'', Einaudi, Supercoralli, ha vinto il Premio Campiello 2010

«Acabar», in spagnolo, significa finire. E in sardo «accabadora» è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un'assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. È lei l'ultima madre.

Il libro

Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte.
D'altra parte, «non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada».

Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno.
Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come «l'ultima». Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. «Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fill'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia».
Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte.
Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.
La Sardegna degli anni Cinquanta è un mondo antico sull'orlo del precipizio, ha le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. La comunità è come un organismo, conosce le proprie esigenze per istinto e senza troppe parole sa come affrontarle. Sa come unire due solitudini, sa quali vincoli non si possono violare, sa dare una fine a chi la cerca.
Michela Murgia, con una lingua scabra e poetica insieme, usa tutta la forza della letteratura per affrontare un tema così complesso senza semplificarlo. E trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta di quell'universo lontano e del suo equilibrio segreto e sostanziale, dove le domande avevano risposte chiare come le tessere di un abbecedario, l'alfabeto elementare di «quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell'analisi logica».


Tempo fa avevo pubblicato un post legato alla Femina Agabbadora parlando di luoghi misteriosi. Lo ripropongo per far conoscere ai non sardi questo rituale antico della Sardegna, vero o leggenda che sia.




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LURAS (OT) - IL MUSEO GALLURAS
L'ULTIMO MARTELLO DELLA FEMINA AGABBADORA



di Isabella Dalla Vecchia - luoghimisteriosi.it

I capitoli di questa scheda sono:
La filosofia del Museo
Piano terra - Il lavoro
Primo piano - La famiglia
Secondo piano - La lavorazione del sughero e della lana
Il martello della Femina Agabbadora
Il rituale della Femina Agabbadora


La filosofia del Museo

Il museo Galluras è un museo privato, nato dagli sforzi e dalla passione di due galluresi che sono riusciti a conservare non solo l’abitazione in sè, ma anche tutti gli antichi oggetti che accompagnavano la vita quotidiana degli abitanti di questo paese. Attraversarne le stanze e scoprire che ogni oggetto aveva una sua vita e una sua utilità fa capire la seria, intelligente e umile organizzazione della vita di un tempo che, consapevole dell’importanza di ogni singolo utensile, sapeva rispettarlo, utilizzarlo e riciclarlo dando così profonda importanza a tutto ed evitando la società dello spreco in cui viviamo oggi.
Percorrendo questo museo ci accorgiamo che tutto ciò che serviva alla famiglia e al suo sostentamento veniva prodotto in casa, dal pane quotidiano, agli oggetti più complessi come le scarpe. Camminando per queste stanze non possiamo non percepire una muta accusa nei confronti della nostra moderna società che al contrario ci fa acquistare e gettare via senza dar peso a nulla se non al denaro, che paradossalmente ci serve per comperare ciò che poi buttiamo nella spazzatura. Il museo non è solo un’occasione per guardare al nostro passato ma per imparare dai nostri avi a ridare un senso al nostro futuro.

Il museo contiene ben 5000 reperti pazientemente raccolti e conservati dalla fine del 1400 alla prima metà del 1900 da PIER GIACOMO PALA che ne cura l’impostazione, la direzione e la promozione. Qui tutto è stato utilizzato e tramandato di padre in figlio. Un’interessantissima visita guidata con minuziosa narrazione fa rivivere al visitatore ogni ambiente, ci si sente realmente proiettati indietro nel tempo. Varcata la porta d’ingresso si torna all’antica vita gallurese e se ne respira la quotidianità. Nascita, infanzia, amore, lavoro, morte, rinascita... questo luogo contiene tutto questo.

Piano terra - il lavoro

Molto spazio è dedicato al lavoro che costituiva la principale forma di sostentamento, sia dal punto di vista del guadagno, che del nutrimento vero e proprio, in quanto era necessario “auto prodursi” tutto il necessario per sé e la propria famiglia, dal tappo di sughero per chiudere la bottiglia di vino al vino stesso.

Il Piano terra è dedicato all’agricoltura, alla pastorizia e al vino. Si toccano da vicino i più svariati attrezzi per la lavorazione dei campi, e per la produzione dei derivati del latte e del vino. E’ presente una particolare collezione di cavatappi tra cui uno da taschino. Vi è anche un carro.

Primo piano - la famiglia

Il primo piano riguarda la casa vera e propria con cucina, sala da pranzo e camera da letto. Nella sala da pranzo vi è una credenza, una cassapanca per conservare il pane, una piattaia, un tavolo estensibile. Era il luogo dell’incontro e della festa, spesso capitava che ci si riuniva attorno al camino ad ascoltare le novelle di narratori che si recavano di casa in casa (una sorta di cantastorie medievali, mestiere passato di moda non troppo tempo fa).

La cucina è un’esplosione di ogni tipo di utensile, qui si faceva tutto in casa dal pane ai biscotti. Nella credenza sono conservati alcuni esempi di “pane degli sposi”, il pane elaborato che veniva donato il giorno del matrimonio in segno di prosperità. Gli esempi che qui si possono ancora osservare risalgono al 1945, una rarità se si pensa che il pane non dura più di 7/8 anni.


il pane degli sposi

Nella camera da letto spicca all’occhio l’angolo della riparazione delle calzature, fatto quantomeno curioso dato che la casa era abitata da una famiglia benestante. Ebbene la capacità di autoriparazione delle scarpe era un privilegio anche per i più ricchi essendo un oggetto indispensabile e molto costoso.


l'angolo della riparazione delle scarpe

Fortunato era chi sapeva rammendarle perché portava in casa un risparmio davvero elevato. Inoltre gli strumenti di riparazione venivano conservati nella camera da letto dei genitori in quanto l’accesso qui era severamente vietato ai bambini, evitando così che si ferissero con la complicata strumentazione del calzolaio.

Secondo piano - lavorazione del sughero e della lana

L’ultimo piano è dedicato alla lavorazione della lana e del sughero. E’ presente un telaio orizzontale che la donna utilizzava sdraiata.


la lavorazione del sughero e il telaio per quella della lana

Il martello della Femina Agabbadora

Nella camera da letto al primo piano si trova un oggetto incredibile, l'ultimo ad oggi rimasto in tutta la regione, fatto che rende il museo unico in Sardegna. Sul letto della fine dell’800, impreziosito da testate di ferro battuto, è presente un sacchetto nero di velluto che contiene il martello della "Femina Agabbadora". Occorre sciogliere il nodo lentamente e con cura, perchè ciò che viene estratto non solo porta in sè un importante peso fisico, ma anche morale. Il martello molto pesante è di legno stagionato d’olivastro lungo 42 centimetri e largo 24 con manico corto che permette di impugnarlo con sicurezza per facilitarne la mira affinchè si potesse dare un colpo forte e sicuro.

A prima vista potrebbe sembrare un normalissimo utensile, ma così non è perché veniva usato dalle “Femine Agabbadore”, donne che avevano il compito di “finire” un malato terminale, attivando così una sorta di antica eutanasia. La donna veniva chiamata dalla stessa famiglia dello sventuarato, ma solo quando risultava inguaribile e in preda a sofferenze atroci. Era un'oscura donna, a volte residente nello stesso paese, che si occupava di questa macabra pratica, mestiere considerato “positivo” perché sapeva portare il “sollievo”, laddove medico e preghiere fallivano miseramente. Erano vestite di nero e indossavano un mantello, una macabra coincidenza le fa "somigliare" alla Morte, e quando ne vedevi una, in effetti qualcuno doveva morire.

Gli ultimi episodi sono più recenti di quanto si pensi, uno risale al 1952 a Orgosolo e uno proprio a Luras nel 1929. Curioso il verbale stilato dai carabinieri sull'ultima "eutanasia" in cui si giustifica la morte del malato con il fatto che “i familiari ne hanno dato il consenso”.

Il rituale della Femina Agabbadora

Vi era un preciso rituale da seguire quando una famiglia con un malato grave prendeva la terribile decisione di chiamare la Femina Agabbadora.
In primo luogo veniva posto sotto il cuscino un piccolo giogo per tre giorni e tre notti. Era il primo passo del rituale ”magico” con il quale si spingeva il moribondo a “tornare alla vita”, visto che l'esistenza di ogni essere umano era incentrato sul lavoro dei campi.


il giogo sotto il cuscino

Se il malato continuava a soffrire allora si procedeva con una confessione in famiglia, l’AMMENTU, gli si rammentavano all'orecchio i propri peccati (anche quelli dimenticati!) per pentirsene prima dell’ultimo respiro. Capitava che o il malcapitato moriva sotto il peso psicologico di questi ricordi negativi, ma capitava a volte che si riprendeva per il timore di finire all’inferno e per la voglia di rivalsa. Si ritornava in sè per una sorta di desiderio di espiazione e per rincorrere una seconda possibilità. E a volte funzionava!

Se non si osservavano miglioramenti, allora si tentava di innescare una forte reazione fisica, si avvolgeva il moribondo in un panno di acqua gelata tenendolo dentro ad una botte, tentando così in extremis di calmare il bollore della febbre, ma ciò facendo capitava spesso che veniva ucciso da una broncopolmonite fulminante!

Insomma laddove magia, psicologia e attacco fisico non funzionavano si doveva ricorrere all’atto finale e, dopo un'importante riunione di famiglia, si decideva di convocare a malincuore l’Agabbadora. In effetti era come chiamare la Morte in persona, arrivava di notte, avvolta in un mantello nero, solo che in mano aveva il martello al posto della falce. Appoggiava lo strumento sul davanzale del malato, ma entrava dalla porta principale annunciandosi con la frase “che Dio sia qui”. Veniva accompagnata nella camera del malato, per indicare che era un volere di tutti, faceva il segno della croce e li congedava chiudendosi all'interno. Dopo aver compiuto il “suo dovere” avrebbe richiamato i parenti e avrebbe pianto il trapassato insieme a loro. Un' eutanasia di tutto rispetto, con tutte le sue regole e il suo galateo.

La figura della Femina Agabbadora è avvolta nell'oscurità in Sardegna, pochi ne parlano nonostante siano stati scritti dei libri. Era un mestiere duro ma necessario per una famiglia spesso povera, che lavorava intensamente per il proprio sostegno, una persona in fin di vita poteva solo portare grossi disagi e sofferenze.

Una selezione naturale "aiutata" da un'organizzazione sociale che permetteva di salutare la propria persona cara, per rivederla nell'altro mondo guarita e in piena salute. Un rapporto con la morte strano, forse macabro e spaventoso, ma sicuramente più rassicurante e migliore del nostro, perchè per loro la Signora Morte era quasi "una di famiglia"...

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INFO UTILI
• Come arrivare: Museo Galluras - Via Nazionale - Luras (OT)
• Sito ufficiale: http://www.galluras.it/
• Contatta il museo: Tel. +39 079 647281 - Tel. +39 368 3376321 - info@galluras.it

giovedì 23 settembre 2010

Maremma Terra di Cavalieri di Alessio Varisco, edizioni Effigi


Presentiamo il libro
MAREMMA TERRA DI CAVALIERI
Giovanniti, Templari, Cavalieri di Santo Stefano
di Alessio Varisco
Edizioni Effigi

PISA

ore 17:30
Sala delle Conferenze della Chiesa di San Domenico
sede della Delegazione del Sovrano Ordine Militare di Malta

C&P Adver - Effigi > Mario Papalini
www.cpadver.it - cpadver@mac.com
Via Circonvallazione Nord 4
58031 Arcidosso GR
tel. e fax +39 0564 967 139

Non esiste spazio se non esiste luce


Dall’ alto del bastione che domina Castle, la citta’ vecchia e quella nuova, lo sguardo raccoglie l’ intera distesa della citta’. Dal porto alla laguna di Saint Gilles, alla spiaggia, al promontorio della Devil Saddle, allo stagno di Jus Ranthelmo. Lo spettacolo e’ magnifico. Qualche suono indistinto proviene solo dall’ interno della passeggiata coperta, sotto il piazzale del bastione, dove sono in corso opere di restauro.
Anche se siamo in marzo, il sole, un caldo sole, abbacinante, invade Castle.
Peter e’ appoggiato ad una delle balaustre del bastione. Indossa un abito nero di velluto con panciotto. E’ elegante e discreto, con camicia bianca di cotone, senza colletto e piegoline sul davanti.
Pochi mesi prima si era sposato per la terza volta. Stranamente pero’ gli era sembrato di assistere alle nozze di un’ altra persona.
Pensa che non esiste spazio se non esiste luce e che non e’ possibile pensare il mondo senza pensare alla luce. La violenta luminosita’ che e’ sopra Castle conferma il suo pensiero.
Fuma un sigaro, appoggiato a quel parapetto mezzo bruciacchiato dai mozziconi di sigaretta lasciati li’ a consumarsi. Sembra intenzionato ad approfittare dello spettacolo per fumare tranquillamente.
La luce bacia i tetti, scivola per le strade, risveglia in ogni albero, in ogni pietra, in ogni finestra l’ entita’ dormiente della citta’.
Si allontana dal parapetto e lentamente prende la strada verso casa.
Apre la porta. I cani gli vengono incontro guaendo.
Entra nella camera da letto. Nello specchio dell’ armadio vede riflessa la sua persona. La guarda con disgusto.
Sul letto e’ distesa Hannah. E’ vestita con i pantaloni bianchi e la giacca argento del giorno delle nozze.
E’ immobile.
Lo sguardo fisso.
Senza vita.

domenica 19 settembre 2010

Dal 28 settembre a Villacidro la venticinquesima edizione del Premio Dessì



Dal 28 settembre a Villacidro la venticinquesima edizione del Premio Dessì.
Una settimana densa di appuntamenti che si chiuderà domenica 3 ottobre
con le premiazioni dei vincitori della sezione Narrativa e Poesia.
E a Piero Angela e a Cristiana Collu i premi speciali della giuria.
*
...Un quarto di secolo per il Premio “Giuseppe Dessì”: da martedì 28 settembre a domenica 3 ottobre, il concorso letterario intitolato allo scrittore sardo scomparso nel 1977 taglia il traguardo della sua venticinquesima edizione. L'appuntamento è come sempre a Villacidro, la cittadina del medio Campidano dove Dessì trascorse l'adolescenza e dalla quale trasse ispirazione per tanti suoi scritti: su tutti “Paese d’ombre” (Premio Strega nel 1972), il suo romanzo più famoso.

Sarà ancora una volta una settimana intensa, quella allestita dalla Fondazione Dessì con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione), del Ministero per i Beni e le Attività culturali, della Fondazione Banco di Sardegna, dell’Amministrazione Provinciale del Medio Campidano, del Comune di Villacidro e del Consorzio Industriale Provinciale Medio Campidano - Villacidro.

Il programma della manifestazione ricalca il format ben collaudato nelle passate edizioni: incontri letterari, mostre, spettacoli, concerti, tanti ospiti prestigiosi, per un ricco cartellone di eventi che si concluderà con la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori, domenica 3 ottobre (nella palestra di via Stazione, con inizio alle 18).

* Le nomination per la Narrativa e la Poesia

Come di consueto, sono tre i finalisti per ciascuna delle due sezioni, Narrativa e Poesia, in cui si articola il premio, che quest'anno ha visto la partecipazione di ben 447 autori (con 296 volumi di narrativa e 151 di poesia). Un duro lavoro di selezione ha dunque impegnato nei mesi scorsi la giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Silvio Ramat, Duilio Caocci, Evanghélia Stead, Giancarlo Pontiggia, Mario Baudino, Massimo Onofri, Stefano Salis e dal presidente della Fondazione Dessì, Giuseppe Marras.

Marco Balzano con "Il figlio del figlio" (edito da Avagliano), Francesco M. Cataluccio con "Vado a vedere se di là è meglio: quasi un breviario mitteleuropeo" (Sellerio), Antonio Franchini con "Signore delle lacrime" (Marsilio): questa la terna finalista nella sezione Narrativa. Franco Buffoni con "Roma" (Guanda), Antonio Riccardi con "Aquarama e altre poesie d'amore" (Garzanti) e Alberto Toni con "Alla lontana, alla prima luce del mondo" (Jaca Book) sono invece i tre finalisti per la Poesia.

Bisognerà attendere domenica 3 ottobre per conoscere i vincitori che andranno a iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro del concorso letterario: un elenco che annovera già scrittori e poeti del calibro di Laura Pariani, Maria Luisa Spaziani, Marcello Fois, Elio Pecora, Alda Merini, Andrea Vitali, Fabio Pusterla e Michela Murgia (l'anno scorso con quell'"Accabadora" che le ha da poco fruttato anche il Premio Campiello). In palio, con l'alloro del venticinquesimo Premio Dessì, ci sono 5mila euro per i primi classificati (e 1.5oo euro per ciascun finalista).

* A Piero Angela e a Cristiana Collu i premi speciali

Oltre ai due riconoscimenti strettamente letterari c'è il Premio Speciale (con una dotazione anche in questo caso di 5mila euro) che la giuria assegna ogni anno a una figura di spicco della vita culturale italiana in senso lato: un riconoscimento che nelle passate edizioni è andato a giornalisti, politici, intellettuali, protagonisti di ambiti diversi come Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilacqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella. Stavolta, eccezionalmente, sono due i premi speciali: uno va a Piero Angela, il noto giornalista e conduttore televisivo di programmi di assoluto successo come "Quark" e "Ulisse"; l'altro alla sarda Cristiana Collu, la direttrice del MAN, il museo d'arte di Nuoro, che dalla "periferia" è diventato uno dei centri più attivi e apprezzati nel circuito culturale nazionale e internazionale. Due personalità attive in settori ben distinti, dunque, ma accomunate dallo stesso impegno nella divulgazione scientifica, nel caso di Piero Angela, e artistica per Cristiana Collu.

Domenica 3 ottobre (alle 18) nella palestra di via Stazione, la cerimonia di premiazione dei vincitori: condotta dalla giornalista televisiva Paola Saluzzi e accompagnata dalle letture di Lia Careddu e Giacomo Casti con interventi musicali di Matteo Sau, sarà il momento culminante della densa settimana villacidrese. Un programma fitto di iniziative in cui spiccano, come sempre, i momenti dedicati al ricordo e alla riflessione sull'opera di Giuseppe Dessì.

* Dessì tra frammenti biografici e narrativi

Uno dei temi qualificanti del programma non può che essere l’approfondimento degli aspetti più strettamente letterari di Dessì. L’occasione la offre la presentazione del terzo volume dei Diari privati dello scrittore sardo: curato (come i precedenti) da Franca Linari, nipote di Dessì e importante studiosa della letteratura del Novecento, scomparsa nella primavera dell'anno scorso, comprende le annotazioni del periodo 1949-1951. L’incontro (sabato 2 alle 10.30 al Mulino Cadoni) sarà coordinato da Anna Dolfi (eminente italianista e presidente della Giuria del Premio) e animato dagli interventi del figlio di Giuseppe Dessì, Francesco, e dei giovani studiosi dell’opera dessiana Francesca Nencioni e Nicola Turi.

Ripercorre la biografia creativa e personale dell’autore di “Paese d’Ombre” anche la mostra "...attraverso un cannocchiale capovolto - Frammenti biografici e narrativi di Giuseppe Dessí", titolo e traccia presi in prestito dall'analoga iniziativa curata da Francesca Nencioni tra maggio e giugno a Firenze con documenti appartenenti al prestigioso Gabinetto Vieusseux (che conserva le carte dell’autore isolano tra i fondi dell'Archivio Contemporaneo "Alessandro Bonsanti"). L'esposizione che si potrà visitare al Liceo Classico di Villacidro a partire da martedì 28, propone rarità bibliografiche, manoscritti e dattiloscritti, lettere, dipinti, disegni e fotografie che fanno parte invece del fondo librario e documentario della Fondazione Dessì.


* Dessì e la pittura

Man mano che gli studi sulla figura di Giuseppe Dessì vanno avanti, emergono però altri aspetti della complessa personalità d’artista dello scrittore. Di recente scoperta, merita certamente un approfondimento il (fruttuoso) rapporto dell’autore sardo con l’arte figurativa. Dessì fu infatti anche pittore di valore e a testimoniarlo arriva ora una mostra intitolata non a caso “Giuseppe Dessì pittore” (e visitabile da martedì 28 al Mulino Cadoni). Per la prima volta in assoluto saranno in esposizione una settantina di opere appartenenti alla collezione della Fondazione (di cui si sta ultimando la catalogazione e che ammonta a 540 pezzi tra bozzetti, opere di pittura e grafica), a cui si sono aggiunte recenti acquisizioni di opere di altri artisti, come Ausonio Tanda, Maria Lai, Stanis Dessì, Mauro Manca. La mostra è accompagnata da un catalogo che illustra il valore artistico dei pezzi esposti: 120 pagine con immagini e i testi dei critici Anna Maria Dettori e del gallerista Dante Crobu. Quest’ultimo, curatore dell’esposizione, è anche lo scopritore dei pezzi più pregiati che verranno proposti al pubblico.

* Dessì fra cinema e televisione

Un altro filone da anni esplorato dagli studiosi dessiani, e che non smette di dare frutti, è il rapporto il cinema e Dessì. Egli fu, infatti, prolifico autore di trasmissioni e documentari per la Rai, ma è anche presente a vario titolo (autore, sceneggiatore, consulente storico) in materiali filmici di varia natura, compresi sceneggiati, documentari e film. Una mole di documenti che sono ora raccolti in un cofanetto che verrà presentato giovedì 30 (alle 19 all’Auditorium Santa Barbara) nell’incontro intitolato “Oltre la letteratura: Dessì tra cinema e tv”, che vedrà confrontarsi il direttore della sede regionale della Rai Romano Cannas, i critici Gianni Olla e Antonello Zanda, la studiosa dessiana Anna Dolfi e l’assessore regionale alla cultura Maria Lucia Baire, coordinati dalla giornalista Egidiangela Sechi. Nel corso dell’incontro sarà proiettato uno dei film “perduti” a cui Dessì collaborò. È “Fusil chargé”, pellicola francese girata nel 1971 tra Tonara e Sorgono e sfociata in un curioso “western sardo” che fu presentato anche al Festival di Cannes dal regista italo-francese Carlo Lombardini (per il quale lo scrittore sardo fece da “consulente storico”).

* Incontri letterari

Non manca, nel calendario della manifestazione, anche un qualificato programma di incontri e dibattiti. A partire da quello che caratterizza la giornata inaugurale (martedì 28): alle 19 a Casa Dessì approda la vicenda artistica e umana di Paolo Fresu come raccontata dallo stesso jazzista, nel libro autobiografico “Musica dentro” edito da Feltrinelli. A parlarne insieme a Fresu, l’attrice Lella Costa con la quale il trombettista di Berchidda effettuerà anche alcuni duetti per parole e musica, all’interno dell’incontro condotto dal giornalista Giacomo Serreli.

Altro atteso appuntamento per i cultori della letteratura, è la presentazione, sabato 2 ottobre all’Auditorium Santa Barbara (ore 19) del libro di Massimo Onofri “Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo”. Sarà lo stesso autore, critico letterario e commentatore di fatti letterari dalle colonne de “La Nuova Sardegna”, a raccontare la sua inchiesta che mette a confronto gli opposti destini di un quadro, il "Quarto stato", diventato nei decenni l’icona trionfalistica della fede socialista, e l'artista che lo dipinse nel 1901, Giuseppe Pellizza da Volpedo attraversato da turbamenti tali, da arrivare solo sei anni dopo al suicidio.

Si parla invece dei labili confini della letteratura per ragazzi il primo ottobre: a Casa Dessì, a partire dalle 17:30 ne dibatteranno gli scrittori Angela Ragusa, Bepi Vigna, Andrea Mameli, coordinati dal giornalista e scrittore Gianni Zanata.

* Spettacoli

Corposo anche il programma degli spettacoli dal vivo. A partire dai numerosi interventi, nell’arco di tutto il calendario, ad opera dell’attore e regista Gianluca Medas. Ad esempio giovedì 30 a Casa Dessì, dove alle 21 va in scena “San Silvano”, tratto dall’omonimo romanzo di Dessì e prodotto dalla compagnia “Figli d’Arte Medas”.

Inoltre le letture dell’attore, in duo con il chitarrista Andrea Congia, rievocheranno alcuni dei libri che hanno vinto il Premio Dessì nelle precedenti edizioni. Tre i momenti – intitolati “Libri all’Asta” – dedicati ai vincitori del passato: martedì 28 e mercoledì 29 alle 18.30 a Casa Dessì e venerdì 1 ottobre alle 20 in Piazza Zampillo.

E sempre in omaggio alla gloriosa storia del concorso letterario, proprio in Piazza Zampillo, nei locali del Caffé letterario, sarà allestita la mostra “25 anni di Premio Dessì”, che celebra i protagonisti del concorso nell’arco di questi cinque lustri, con le foto dei premiati di tutte le edizioni e i 150 volumi finalisti.

* Altre mostre

Completa il programma delle mostre, giovedì 30 al Lavatoio, l’estemporanea “ArtInsieme per la cultura e il territorio”, organizzata dalla Fondazione Giuseppe Dessì in collaborazione con le curatrici Francesca Balia e Veronica Murgia: i pittori potranno cominciare le loro opere alle 8.30, a fine giornata spazio per le premiazioni (a cura di sponsor locali) a Casa Dessì. Alle Loggette e al Monte Granatico, saranno invece presenti da mercoledì 29 le opere di vari artisti locali.

* Concerti

La musica non manca l’appuntamento con il premio Dessì 2010. Tre i concerti in cartellone: il primo, mercoledì 29 alle 19 all’Auditorium Santa Barbara, vedrà esibirsi i Maestri della Scuola Civica di Musica di Villacidro diretti da Boris Smocovich. Il secondo concerto, venerdì 1 ottobre a Casa Dessì dalle 21, avrà invece come protagonista la Blues Band di Franco Montalbano. Domenica 3 ottobre, infine, prima delle premiazioni, esibizione della Fanfara dei Bersaglieri di Domusnovas in piazza Zampillo, a partire dalle 17.

* Appuntamenti per i ragazzi

Come sempre il premio Dessì non dimentica i più giovani. Ecco così un cartellone con appuntamenti dedicati ai ragazzi, che culminerà – sabato 2 alle 17.30 a Casa Dessì - con “Geronimo Stilton”, l’amato personaggio protagonista di bestsellers a raffica (capaci di vendere oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo). In questo caso il simpatico topo giornalista presenta il suo “Sesto viaggio nel regno della fantasia”, ultimo capitolo dell’omonima serie di avventure.

Ma il programma destinato ai ragazzi parte già mercoledì 29 settembre con un doppio appuntamento: alle 10.30 e alle 11.30 al Mulino Cadoni spazio a “Parlavamo il latino come le scimmie. Viaggio letterario nell’isola di Sardegna” di Giuseppe Pusceddu e Gianni Stocchino, con gli interventi degli attori Elio Turno Arthemalle e Rita Atzeri. Alle 17 invece l’appuntamento è con la compagnia Is Mascareddas, che presenta “Areste Paganòs e la farina del diavolo”, primo storico capitolo della trilogia dedicata al vulcanico burattino creato dalla compagnia di Tonino Murru e Donatella Pau.

Giovedì 30 settembre (a Casa Dessì alle 10:30 e alle 11) è il turno di Gianluca Medas con “L’incredibile storia di Lavinia”, una piéce liberamente tratta dal racconto omonimo di Bianca Maria Pitzorno. Numerosi infine gli interventi a cura dell’associazione Spettacolanimando, specializzata in clownerie terapeutica. Risate e buon umore assicurati mercoledì 29 settembre (alle 10.30 e alle 11 in Piazza Lavatoio), giovedì 30 e venerdì 1 ottobre (alle 17) al Mulino Cadoni con “Bim, bum…Clowns”.

* Borse di studio

Ma il premio Dessì pensa ai più giovani e al loro futuro anche con una nuova iniziativa: borse di studio intitolate all’autore di “Paese d’ombre” destinate agli studenti meritevoli delle scuole superiori di Villacidro. Le borse, del valore di 800 euro, saranno consegnate ai vincitori mercoledì 29 settembre all’Auditorium Santa Barbara, con inizio alle 20.

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FONDAZIONE GIUSEPPE DESSÌ
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Ufficio stampa:
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XXV Premio Letterario "Giuseppe Dessì"
Villacidro, 28 settembre > 3 ottobre 2010

Programma


* Martedì 28 settembre

Mulino Cadoni
ore 17:00 Inaugurazione mostra Giuseppe Dessì pittore

Liceo classico
ore 17:20 Inaugurazione mostra “…attraverso un cannocchiale capovolto”

Caffè Letterario (piazza Zampillo)
ore 17:40 Inaugurazione mostra antologica ...25 anni di Premio Dessì

Casa Dessì
ore 18:30 Libri all’Asta “i primi sei”
letture di Gianluca Medas con Andrea Congia alla chitarra

Casa Dessì
ore 19:00 Autobiografie d’Autore
Intervengono: Paolo Fresu
Lella Costa
Coordina: Giacomo Serreli



* Mercoledì 29 settembre

Loggette Comunali
ore 18:00 Inaugurazione mostre di artisti locali

Monte Granatico
ore 18:15 Inaugurazione mostre di artisti locali

Piazza Zampillo
ore 18:30 Libri all’Asta “fuori i secondi….”
letture di Gianluca Medas con Andrea Congia alla chitarra

Auditorium Santa Barbara
ore 19:00 Concerto dei Maestri della Scuola Civica di Musica – Villacidro

ore 20:00 Consegna delle borse di studio “G. Dessì”
Giovedì 30 settembre

Piazza Lavatoio
ore 8:30 ArtInsieme per la cultura e il territorio
Estemporanea di pittura a cura di Veronica Murgia e Francesca Balia

Auditorium Santa Barbara
ore 19:00 Oltre la letteratura: Dessì tra cinema e tv
Presentazione del cofanetto e proiezione del film Fusil Chargé
Intervengono: Romano Cannas, Gianni Olla, Anna Dolfi, Antonello Zanda, Maria Lucia Baire
Coordina: Egidiangela Sechi

Casa Dessì
ore 20:00 Premiazione dei partecipanti all’Estemporanea di pittura
ArtInsieme per la cultura e il territorio

ore 21:00 Compagnia Teatrale Figli d’arte Medas
presenta San Silvano tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Dessì


* Venerdì 1 ottobre

Casa Dessì
ore 17:30 Alla ricerca dei confini della letteratura e oltre
Intervengono: Angela Ragusa, Bepi Vigna, Andrea Mameli
Coordina: Gianni Zanata

Piazza Zampillo
ore 20:00 Libri all’Asta “…per conto terzi …e gli ultimi …quarti ”
letture di Gianluca Medas con Andrea Congia alla chitarra

Casa Dessì
ore 21:00 concerto Franco Montalbano Blues Band



* Sabato 2 ottobre

Mulino Cadoni
ore 10:30 Presentazione del volume
Giuseppe Dessì. Diari 1949-1951 a cura di Franca Linari
Intervengono: Francesco Dessì
Nicola Turi
Francesca Nencioni
Coordina: Anna Dolfi

Auditorium Santa Barbara
ore 19:00 Cinzia Frau legge Giuseppe Dessì
Presentazione del libro
Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo
di e con Massimo Onofri

Caffè Letterario
ore 21:00 Giochi letterari e altro…



* Domenica 3 ottobre

Mulino Cadoni
ore 10:30 Quelli che il Premio…
Incontro con gli autori finalisti del Premio Dessì 2010

Piazza Zampillo
ore 17:00 Esibizione della Fanfara dei Bersaglieri di Domusnovas

Palestra Via Stazione
ore 18:00 Proclamazione e premiazione dei vincitori della XXV edizione del Premio Letterario Giuseppe Dessì
Letture e interventi musicali: Lia Careddu (passi dei libri premiati), Giacomo Casti e Matteo Sau
Presenta: Paola Saluzzi

PROGRAMMA RAGAZZI

* Mercoledì 29 settembre

Piazza Lavatoio
ore 10:30/11:30 Giocando con i sogni
a cura dell’Associazione Spettacolanimando

Mulino Cadoni
ore 10:30/11:30 Parlavamo il latino come le scimmie. Viaggio letterario nell’isola di Sardegna
di Giuseppe Pusceddu e Gianni Stocchino
con Elio Turno Arthemalle e Rita Atzeri

Piazza Lavatoio
ore 17:00 Is Mascareddas presentano Areste Paganòs e la farina del diavolo


* Giovedì 30 settembre

Casa Dessì
ore 10:30/11:00 Gianluca Medas presenta L’incredibile storia di Lavinia
liberamente tratta dal racconto di Bianca Maria Pitzorno

Mulino Cadoni
ore 17:00 Bim, bum…Clowns
a cura dell’Associazione Spettacolanimando


* Venerdì 1 ottobre

Mulino Cadoni
ore 17:00 Bim, bum…Clowns
a cura dell’Associazione Spettacolanimando


* Sabato 2 ottobre

Casa Dessì
ore 17:30 Geronimo Stilton presenta Sesto viaggio nel regno della fantasiaMostra tutto

venerdì 17 settembre 2010

Reading-trailer di ''Buenos Aires troppo tardi'', di Paolo Maccioni


Reading-Trailer
Oggi alle 23.30 - Domani alle 1.30
Luogo Marina Café Noir / ex Liceo Artistico
Dettori 9
Cagliari, Italy
presentazione del libro
"Buenos Aires troppo tardi"
di
Paolo Maccioni
edizioni Arkadia
con la partecipazione del trio Mexla

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Nella cornice fittizia del romanzo, ambientato ai giorni nostri, irrompe la storia, vera e atroce, dell’ultima dittatura militare argentina (1976-1983), degli autori desaparecidos, sopra tutti di Rodolfo Walsh, giornalista, scrittore, militante montonero, desaparecido nel 1977.

Paolo Maccioni fara' un breve reading d’anticipazione nel corso della manifestazione Marina Café Noir, a Cagliari venerdì 17 settembre alle ore 24 all’Ex Liceo Artistico, p.zza Dettori, e sara' accompagnato dall’imperdibile gruppo MEXLA (troppo forti: Marcello Verona chitarra, Stefano Salis cajón e Francesca Salis, voce -splendida-)

Il libro sarà appena uscito o uscirà nei giorni immediatamente successivi.

Nella foto: Plazoleta Rodolfo Walsh, all’intersezione fra le vie Chile e Perú, Buenos Aires, Barrio San Telmo.