Chieti-Pescara - 11 settembre 2008
Sveglio da presto.
Come solito.
Poltrisco nel letto della camera dell’ albergo ‘’Garibaldi’’ di Chieti. Fingo di dormire, ma in realta’ le mie palpebre non sono veramente chiuse e riesco a vedere attraverso le tend
e della porta finestra gli alberi dell’ antistante piazza Garibaldi e la caserma Spinucci. Poi la luce del giorno.
Non resisto.
Devo alzarmi.
Sono in tensione.
Non capisco perche’.
All’ Universita’ non ho impegni particolari devo incontrare due professori, ma niente di piu’.
Non comprendo questa mia eccitazione.
Verso le 13 ho terminato i miei impegni.
Decido di chiamare Paolo, se e’ libero si potrebbe pranzare insieme a Pescara.
Non risponde. Il suo cellulare squilla a vuoto.
Rientro in albergo.
Ecco il perche’ della mia agitazione, eccitazione. Devo incontrare due giovani blogger pescaresi, Paolo e Sara.
All’ appuntamento manchera’ Roberta, la mia ‘’figlia’’ in web, di Bari, 21 anni, una blogger rivoluzionaria, ma perdutamente ‘’innamorata’’ di Andrew, un anoressico cantante Usa di non so quale gruppo (Cocchina lo so che e’ Andrew VanWyngarden e il gruppo si chiama MGMT -anche conosciuto come The Management- originario di New York, distretto di Brooklyn, composto anche da Ben Goldwasser). Pasionaria, ma deliziosa, vanitosa e prepotente. L’ ho lasciata nel web mentre prendeva a randellate un pover’ uomo che si era permesso di criticare un suo post, molto interessante, sulla condizione dei giovani.
Capisco la mia agitazione.
Ho organizzato da tempo questo incontro, ma ora sono pieno di dubbi.
Perche’ incontrare due giovani? Che cosa mi unisce a loro? Si’ siamo titolari di piu’ blog. Liberamente scriviamo i nostri pensieri. Leggo volentieri i contenuti dei loro post. Mi aiutano a conoscere i giovani. Giornalmente visito i loro blog. Non sempre lascio un commento.
Perche’ incontrarli?
Perche’ non incontrarli?
Mentre cerco di fare la scelta giusta, cioe vederli, conoscerli, squilla il mio cellulare: e’ Paolo. E’ giovane, ma la sua voce e’ quella di un ragazzetto. Se non sapessi che e’ alle soglie della laurea in ingegneria informatica, nell’ Universita’ della mia Ancona, direi che potrebbe avere l’ eta’ dei miei nipoti, Pier Francesco e Lorenzo, quasi quindicenni.
Appuntamento a Pescara verso le 16.
Alle 15 salgo nell’ autobus che mi portera’ a Pescara.
I dubbi si ripresentano.
Nei cartelloni pubblicitari a bordo strada leggo: Vai, non andare, Vai, non andare, Chi te lo fa fare, Bravo, sciocco, Bravo, sciocco, Fai bene, fai male.
Mi toglie da questi pensieri una vecchia signora diretta alle poste di Pescara per ritirare dei soldi. E’ di Chieti. Vive a Roma con un figlio, funzionario del Ministero della difesa, due lauree, fidanzato, ma non vuole sposarsi. L’ ha mandata a passare l’ estate a Chieti per allontanarla dal caldo romano e farla respirare. Forse per allontanarla da se’ per alcuni mesi e poter respirare. Mi chiede se sono sposato. Rispondo che lo sono stato quattro volte. Domanda perche’ sono finiti i matrimoni. Serio rispondo che ho ucciso tutte le mie mogli. Parlavano troppo dico.
Attacca bottone con una rumena insegnante di musica, che per tre mesi ha fatto la badante a un novantenne teatino.
Ogni tanto mi rivolge uno sguardo preoccupato. Si rincuora quando scende e Capisce che io non la seguo.
Capolinea. Il bus si ferma sul piazzale antistante la megastazione di Pescara, una grande costruzione tutta vetri.
Scendo.
Chiamo Paolo al cellulare. Gli dico che lo aspettero’ davanti al palazzotto sede dell’ Unicef.
Lo riconosco immediatamente. Inconfondibile il suo ciuffo dei capelli e lo sguardo. Tale e quale come lo immaginavo nonostante la foto nel suo blog faccia vedere un piccola parte del suo viso. Ritengo che mi abbia individuato subito tramite la foto nel mio blog. Anche lui mi ha riconosciuto per il pelato taglio dei capelli, che fa di me la testa piu’ lucida del giornalismo sardo.
Paolo e’ veramente giovane, mostra molti meno anni dei suoi 25. E’ tale e quale i contenuti dei suoi post: serio, posato, intelligente.
Immediata simpatia.
Un bang per me.
Bango!
Un incontro fantastico.
Andiamo verso il centro della citta’ alla ricerca di una caffe’ dove aspettare Sara. Da prima donna attende che i riflettori della ribalta siano tutti per lei.
Parliamo.
Parliamo?
A dire il vero parlo solo io.
Mi succede quando mi trovo a mio agio.
Paolo chiama al cellulare Sara.
Appuntamento davanti la libreria Feltrinelli, nel centro storico della citta’, nel corso Umberto, che collega la stazione al mare.
La individuo mentre sorridente si avvicina a noi.
Bella ragazza, viso dolce, begli occhi, aspetto intelligente.
Sta un po’ sulle sue. Forse la frena la mia eta’. La sua educazione la porterebbe a darmi del lei. Usa il tu. Meno male. Mi fa tenerezza.
Ci sediamo da Camplone, uno dei piu’ conosciuti caffe’ della citta’, nel corso Umberto, poco distante da piazza Primo Maggio, dove c’ e’ la famosa nave di Cascella.
Mi interesso ai loro sogni, ai loro desideri, al loro futuro.
Dimostrano di avere idee chiare. Sono ottimi giovani. Sono cosi’ come si mostrano nei loro blog. Seri, intelligenti.
Sono autenticamente se stessi.
Bango.
Un incontro fantastico.
Su molte cose le vediamo alla stessa maniera.
Questo mi fa molto piacere. Non perche’ loro abbiano pensieri da vecchio, ma perche’ io adulto mi trovo in linea con i giovani.
Parlo molto.
Un difetto. Lo riconosco. E’ la reazione al fatto che sono a mio agio. Miglior compagnia non avrei potuto avere in questo pomeriggio di settembre.
Questo incontro e’ veramente eccitante.
Due ore magnifiche.
Mi accompagnano alla stazione degli autobus.
Ci lasciamo con l’ impegno di rivederci.
Promettono di venirmi a fare il tifo per me a meta’ novembre.
Mi fa tremendamente piacere la loro idea, ma faro’ di tutto per dribblare la loro iniziativa. Sono un gran chiacchierone, e’ vero, ma sono sempre in imbarazzo davanti a manifestazioni d’ affetto. In alcuni momenti della mia vita preferisco essere solo.
La festa dopo. Lo prometto ragazzi.
…Cosi’ e’ se mi pare!