- (Se musica è la donna amata)
- di Mario Luzi
- Ma tu continua e perditi, mia vita,
- per le rosse città dei cani afosi
- convessi sopra i fiumi arsi dal vento.
- Le danzatrici scuotono l'oriente
- appassionato, effondono i metalli
- del sole le veementi baiadere.
- Un passero profondo si dispiuma
- sul golfo ov'io sognai la Georgia:
- dal mare (una viola trafelata
- nella memoria bianca di vestigia)
- un vento desolato s'appoggiava
- ai tuoi vetri con una piuma grigia
- e se volevi accoglierlo una bruna
- solitudine offesa la tua mano
- premeva nei suoi limbi odorosi
- d'inattuate rose di lontano.
MONOLOGO PER CASSANDRA
di Wislawa Szymborska
Sono io, Cassandra.
E questa e' la mia città sotto le ceneri.
E questi i miei nastri e la verga di profeta.
E questa e' la mia testa piena di dubbi.
E' vero, sto trionfando.
I miei giusti presagi hanno acceso il cielo.
Solamente i profeti inascoltati
godono di simili viste.
Solo quelli partiti con il piede sbagliato,
e tutto pote' compiersi tanto in fretta
come se mai fossero esistiti.
Ora rammento con chiarezza:
la gente al vedermi si fermava a meta'.
Le risate morivano.
Le mani si scioglievano.
I bambini correvano dalle madri.
Non conoscevo neppure i loro effimeri nomi.
E quella canzoncina sulla foglia verde -
nessuno la finiva mai in mia presenza.
Li amavo.
Ma dall'alto.
Da sopra la vita.
Dal futuro. Dove è sempre vuoto
e nulla e' piu' facile che vedere la morte.
Mi spiace che la mia voce fosse dura.
Guardatevi dall'alto delle stelle - gridavo -
guardatevi dall'alto delle stelle.
Sentivano e abbassavano gli occhi.
Vivevano nella vita.
Permeati da un grande vento.
Con sorti gia' decise.
Fin dalla nascita in corpi da commiato.
Ma c'era in loro un'umida speranza,
una fiammella nutrita del proprio luccichio.
Loro sapevano cos'e' davvero un'istante,
oh, almeno uno, uno qualunque
prima di -
E' andata come dicevo io.
Solo che non ne viene nulla.
E questa e' la mia veste bruciacchiata.
E questo e' il mio ciarpame di profeta.
E questo e' il mio viso stravolto.
Un viso che non sapeva di poter essere bello.
Oggi, inizio della primavera, si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’UNESCO nel 1999.
Il mio contributo a questo avvenimento sono due poesie: una e' di Mario Luzi (1914-2005), uno dei maggiori poeti italiani, l' altra e' di Wislawa Szymborska, polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Ho avuto l' onore di conoscere Mario Luzi nel 1998. Sono stato con lui a pranzo a casa di un amico comune a Firenze. E' stata per me un' emozione grandissima essermi trovato a tu per tu con uno dei miti della letteratura italiana contemporanea.
di Wislawa Szymborska
Sono io, Cassandra.
E questa e' la mia città sotto le ceneri.
E questi i miei nastri e la verga di profeta.
E questa e' la mia testa piena di dubbi.
E' vero, sto trionfando.
I miei giusti presagi hanno acceso il cielo.
Solamente i profeti inascoltati
godono di simili viste.
Solo quelli partiti con il piede sbagliato,
e tutto pote' compiersi tanto in fretta
come se mai fossero esistiti.
Ora rammento con chiarezza:
la gente al vedermi si fermava a meta'.
Le risate morivano.
Le mani si scioglievano.
I bambini correvano dalle madri.
Non conoscevo neppure i loro effimeri nomi.
E quella canzoncina sulla foglia verde -
nessuno la finiva mai in mia presenza.
Li amavo.
Ma dall'alto.
Da sopra la vita.
Dal futuro. Dove è sempre vuoto
e nulla e' piu' facile che vedere la morte.
Mi spiace che la mia voce fosse dura.
Guardatevi dall'alto delle stelle - gridavo -
guardatevi dall'alto delle stelle.
Sentivano e abbassavano gli occhi.
Vivevano nella vita.
Permeati da un grande vento.
Con sorti gia' decise.
Fin dalla nascita in corpi da commiato.
Ma c'era in loro un'umida speranza,
una fiammella nutrita del proprio luccichio.
Loro sapevano cos'e' davvero un'istante,
oh, almeno uno, uno qualunque
prima di -
E' andata come dicevo io.
Solo che non ne viene nulla.
E questa e' la mia veste bruciacchiata.
E questo e' il mio ciarpame di profeta.
E questo e' il mio viso stravolto.
Un viso che non sapeva di poter essere bello.
Oggi, inizio della primavera, si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’UNESCO nel 1999.
Il mio contributo a questo avvenimento sono due poesie: una e' di Mario Luzi (1914-2005), uno dei maggiori poeti italiani, l' altra e' di Wislawa Szymborska, polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Ho avuto l' onore di conoscere Mario Luzi nel 1998. Sono stato con lui a pranzo a casa di un amico comune a Firenze. E' stata per me un' emozione grandissima essermi trovato a tu per tu con uno dei miti della letteratura italiana contemporanea.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.