David Mazzucchelli e la copertina del libro
"Asterios Polyp": l'affascinante e irritante epopea disegnata da Mazzucchelli
di Cristiano Sanna
Dieci anni per terminarlo.
Molti premi ricevuti. Tanto virtuosismo grafico. Pubblicato tre anni fa
per la prima volta negli Stati Uniti, è arrivato in Italia su ottima
edizione curata da Coconino Press Asterios Polyp. L'opera più ambiziosa di David Mazzucchelli, l'uomo che ha lasciato il segno sull'immaginario di tutti i fan di Batman (con Year One) e Daredevil (con Born Again,
entrambi scritti da Miller) per poi deliziare gli amanti
dell'illustrazione di alto livello sulle pagine del New Yorker.
Pluripremiato (incluso il riconoscimento ricevuto l'anno scorso a
Lucca), il disegnatore italoamericano tre anni fa ha completato la sua
opera bigger than life. Il risultato, a seconda dei gusti e della capacità di lettura, può essere affascinante o irritante.
Elogio del dualismo - Asterios Polyp
narra le vicende di un insopportabile architetto americano. Alla soglia
dei cinquant'anni crede di essere un genio (ma i suoi progetti non sono
mai stati realizzati), coltiva con soddisfazione il proprio cinismo e
si diverte ad approfittare della sua condizione di potere, vessando gli
studenti e portandosi a letto le studentesse. In pieno delirio di
onnipotenza, viene castigato da un fulmine che, in una notte di
tregenda, gli manda a fuoco la casa. Inizia così un percorso, plurimo,
dentro l'esistenza di un personaggio arido, calcolatore, cinico, che
forse non imparerà niente da quanto gli sta accadendo. Mazzucchelli fa
sfoggio di arte grafica, abbondando di citazioni matematiche,
filosofiche, dalla storia dell'arte, con un controllo magistrale del
colore. E punta molto sul tema del dualismo: da quello fra Asterios e
l'ossessionante gemello morto Ignazio Polyp, fino ad altre via via
proposte ed evocate (Natura contro Cultura, Caso contro Libera Scelta e
così via).
Uno, nessuno e centomila - L'ironia corrosiva con cui David Mazzucchelli dipinge e racconta la personale discesa agli inferi di Asterios Polyp
è tale da impedirci di amare il personaggio. Il quale resta ciò che è:
un pupazzo, gonfio di boria e spesso in balia di eventi più grandi di
lui. A salvarlo potrebbe giungere la grazia del matrimonio con la
deliziosa Hana-Margherita, ma anche la sposa giapponese si allontanerà
da lui. Perso tutto, mentre la presenza del gemello morto sembra fare il
paio con quella di una coscienza che torna a risvegliarsi, Asterios
pare avviarsi al lieto fine, ritrovando la sposa perduta e realizzando
per la prima volta, in modo pratico e utile, un progetto almeno in parte
suo. Ma il mondo e gli eventi per Mazzucchelli sono controllati da
divinità capricciose e non c'è catarsi possibile. Irritante o
affascinante, come dicevamo. Ma Città di vetro e Batman: Year One davano tutt'altre soddisfazioni.
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