La storia non siamo noi.
Gioventù mista spalmata sui sedili dell’autobus in un mattino caldo di novembre.
I dialoghi spaziano dai leggins a vita bassa alle suonerie dei telefonini.
Poi di colpo.
I dialoghi spaziano dai leggins a vita bassa alle suonerie dei telefonini.
Poi di colpo.
– Oh. Dove scendiamo?
– Piazza Matteotti?
– Eja. Matteotti.
– E come faceva di nome?
– Chi?
– Matteotti.
– Piazza.
– Ah, ah! Oh gaggia.
– Giovanni, mi sembra.
– Gua’ che si chiamava Pietro.
– Aspe’, controllo su gugol.
– E cosa faceva Matteotti?
– Boh.
– Allora? Trovato?
– Scallo’, ci mette un anno a caricare.
– Cambia telefono.
– Giacomo.
– Te l’avevo detto che si chiamava Giacomo.
– Hai detto Giovanni.
– Sì, ma che cazzo faceva?
– Partito socialista. Antifascista. Oh, è morto giovane.
– Cose che conosce mio nonno di sicuro.
– Eja.
– Tocca, metti reggaeton.
– Minca sta salendo quella cogliona di Gessica.
– Ajò che scendiamo.
– Piazza Matteotti?
– Eja. Matteotti.
– E come faceva di nome?
– Chi?
– Matteotti.
– Piazza.
– Ah, ah! Oh gaggia.
– Giovanni, mi sembra.
– Gua’ che si chiamava Pietro.
– Aspe’, controllo su gugol.
– E cosa faceva Matteotti?
– Boh.
– Allora? Trovato?
– Scallo’, ci mette un anno a caricare.
– Cambia telefono.
– Giacomo.
– Te l’avevo detto che si chiamava Giacomo.
– Hai detto Giovanni.
– Sì, ma che cazzo faceva?
– Partito socialista. Antifascista. Oh, è morto giovane.
– Cose che conosce mio nonno di sicuro.
– Eja.
– Tocca, metti reggaeton.
– Minca sta salendo quella cogliona di Gessica.
– Ajò che scendiamo.
nella foto, Giacomo Matteotti (fonte Wikipedia)
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