Una storia vera, di un amore giovanile, finora ignoto, fra il futuro premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda e Giovanni de Nava (poeta e giornalista calabrese), raccontata nel romanzo di Ludovica de Nava, “La quercia e la rosa”, ediz. “Il Maestrale, con la partecipazione dell'autrice, sarà presentato a Rignano Flaminio (Roma), il prossimo 20 febbraio, alle 17:30, nella Sala del Consiglio Comunale.
Si può dire che in questo romanzo “ogni riferimento a persone realmente esistite NON è meramente casuale”. Si tratta di una storia vera, di un amore giovanile fra Grazia Deledda (premio Nobel nel 1926) e Giovanni de Nava ( poeta e giornalista calabrese, nonno dell’autrice) sul finire dell’Ottocento ( 1894-1898), in una cornice storica ( un terremoto devastante in Calabria, i Fasci Siciliani e la repressione del governo Crispi, la nascita del Partito Socialista in Italia). I due giovani si amano da lontano, ma infine si incontreranno….
Il romanzo nasce dalle lettere autografe della scrittrice sarda ventiduenne, rimaste chiuse nell’Archivio della Famiglia De Nava per più di cento anni, e si snoda fra le lettere che i giovani si scambiano e il racconto del vissuto, ricostruito, dei protagonisti, e dei personaggi ( per lo più esistiti, con eccezione di alcune invenzioni narrative, condotte con rispetto della verisimiglianza) che ruotano intorno a loro. Per fare questo, l’autrice ha operato un vero e proprio lavoro di ricostruzione delle lettere -perdute- di Giovanni, riscrivendole nello stile di allora, e, partendo dalle poche notizie fornite da lui nei suoi appunti e dalle domande e risposte contenute nelle lettere – autentiche- di Grazia Deledda, ha compiuto il “restauro” (o doppiaggio?), offrendo al lettore, così, una storia a due voci, e scovando sulle riviste del tempo le poesie che Grazia dedicò a Giovanni . Finora non si sapeva a chi erano dedicate. Così come l’autobiografia deleddiana (Cosima, quasi Grazia, unica biografia esistente), per la volontà di nascondere questa storia, presenta un vuoto di una decina di anni, proponendosi come se Grazia fosse più giovane. E’ anche chiarito, così, il mistero della mancata menzione, in Cosima, dell’amico più fidato di Grazia: Angelo De Gubernatis,che ebbe un ruolo nella vicenda raccontata in questo romanzo corredato da note in appendice, che volendo, può anche essere letto come un saggio, utile a chi vorrà riscrivere la biografia deleddiana.
Ludovica de Nava vive a Montelarco (Rignano Flaminio - Roma). Laureata in Lettere Classiche alla Sapienza (1971) è stata ricercatrice universitaria dal 1974 al 1998 occupandosi del recupero di testi medievali e umanistici (vari saggi, pubblicati su «Lettere Italiane», «Archivio Storico Italiano», «Incontri Meridionali», «Quaderni medievali», «Messana» e un’edizione critica di una cronaca medievale: la Ystoria Serenissimi Rogerii di Alessandro di Telese, pubblicata nelle “Fonti Italiane per la Storia d’Italia”, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, Roma). Accanto all’attività accademica ha coltivato anche una vena più creativa, pubblicando novelle e poesie in varie riviste e un romanzo, Il vivere sottile (Ediz. Associate 1998).
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