La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

martedì 7 ottobre 2008

Sorriso


Iridescenti

Sorriso di dolcezza

Occhi di mare

Musica d' archetto

Armonico concerto

10 commenti:

  1. La poesia senza punteggiatura ha un suo fascino, che è fatto di immagini puntuali. Non male.

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  2. Grazie del giudizio.
    Tonino e' vero quello che dici. Ci sono anche narratori che per ottenere immagini descrittive di intenseemozioni utilizzano poco la punteggiatura.
    Negli aiku e tanka in stile giapponese dove i versi devono rispondere a parametri sillabici precisi (5-7-5 gli aiku e 5-7-5-7-7 i tanka) la punteggiatura quasi sempre non e' necessaria.
    Vale

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  3. HEM...ORAMAI NON SO PIU' CHE AGGETTIVI USARE, MA OGGI IL POST E' STUPENDO

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  4. Asterix - E' stupenda mia figlia alla quale il tanka e' dedicato.

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  5. Ah! Non sono un esperto di rime, e neppure di Giappone, forse per questo apprezzo spesso il verso libero. Ad essere sicero non credo molto nella nostra capacità di comprendere la poesia di una cultura così diversa.
    D'altra parte se siamo nati qui non è strano noi si apprezzino di più Dante e Shakespeare. Non perché siano più bravi per esempio dei maestri Zen, ma semplicemente perché ci sono più vicini.

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  6. L' aiku e il tanka sono solo modi per esprimere sentimenti, emozioni, al di la' della cultura di quel paese.
    Prima che ti spiegassi la tecnica di quei versi avevi scritto ''non male e che la poesia senza punteggiatura ha un suo fascino, che e' fatto di immagini puntuali''. Vuol dire che, comunque, ero riuscito a colpire la tua sensibilita'.
    Nessun paragone tra Dante, Petrarca, Leopardi, Pavese, Luzi, Dario Bellezza, Montale, ecc. e i poeti giapponesi. Nessun parallelo poi con i maestri zen.
    Lo zen e' una tecnica di meditazione, non e' poesia. Prima che in Giappone si presenta in Cina.
    Il termine Zen deriva dal cinese Chan, che a sua volta viene dal sanscrito Dhyana, meditazione appunto.
    Vale

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  7. GRAZIE PIER. MI ONORI SEI L'UNICA COSA CHE IN QUESTO MOMENTO MI TIENE A GALLA. TI VOGLIO UN BENE DELL'ANIMA.

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  8. Ma infatti l'hai colpita la mia sensibilità e rinnovo il mio giudizio, per quello che può valere.
    Della poesia Zen ho detto solo perché una volta acquistai ad una bancarella un libro di "Poesie Zen" dove di parlava e si citavano i versi di alcuni grandi maestri, ma insomma i nomi non li ricordo e quindi...
    Alla fine concordo col fatto che non si possono paragonare i sistemi poetici, quello su cui forse non siamo d'accordo è che io mantengo un punto di vista occidentale e non mi interesso quindi di filosofia orientale.
    C'è molto oriente anche qui da noi.

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  9. Ninfa ho dimenticato you
    leggasi ''I love you deeply Dad''


    Tonino - I miei aiku e tanka tutto sono fuorche' poesie zen.
    Se scrivessi in endecasillabi o in versi liberi non sarei ne' Dante ne' un Ungaretti e comunque anche in endecasillabi e versi liberi potrei esprimere concetti zen.

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