Grande perdita per la cultura italiana e non solo la morte della giornalista, scrittrice Fernanda Pivano.
Arrivederci e non addio perche' Fernanda Pivana e' e sara' sempre con noi amanti della letteratura americana.
Ho conosciuto Fernanda Pivano nel lontano agosto 1997 a Recanati quando ero uno dei responsabili della redazione Ansa delle Marche. Era nella giuria di un festival per giovani musicisti e giovani poeti. In quell’ occasione ci fu un duetto storico: Jovanotti recito' Kerouac con la Pivano alle maracas. Eccezionale irripetibile duetto tra rap e Beat generation.
E' stato un grande incontro per me amante degli scrittori della beat generation, conosciuti proprio grazie alla sua intensa opera di traduttrice. Senza di lei non avremo conosciuto, o sarebbe successo molti anni dopo, autori come Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti, Gregory Corso, Burroughs, Charles Bukowski, Jack Kerouac..., ma e' stata sempre lei a farci leggere Ralph Waldo Emerson, Ezra Pound, Walt Whitman, Edgar Lee Masters.
Valido o no, ingenuo o sofisticato, Fernanda Pivano ci ha fatto conoscere con le sue traduzioni, il mondo della poesia che riportava la poesia nella strada dove si trovava una volta, fuori dell' aula scolastica, fuori del corso di eloquenza e fuori della parola.
Arrivederci
Riporto l’ articolo del collega DARIO PAPPALARDO della Repubblica
"I miei adorati scrittori americani mi accompagnavano durante la guerra facendomi coraggio con le loro storie". E lei, Fernanda Pivano, la compagna italiana degli scrittori americani, si è spenta in una clinica privata di Milano, un mese dopo il suo novantaduesimo compleanno.
Scrittrice, giornalista, traduttrice e critica, nasce a Genova il 18 luglio 1917. A ventiquattro anni - e in piena seconda guerra mondiale - si laurea in Lettere con una tesi in letteratura americana su Moby Dick. Il capolavoro di Melville è la chiave che le apre la porta sul mondo della grande letteratura made in Usa. Nel 1943, pubblica la prima parziale traduzione dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
Il suo mentore è Cesare Pavese, già suo professore al liceo D'Azeglio di Torino e il primo di una serie di incontri fondamentali, tra cui quello con il marito, il grande architetto e designer Ettore Sottsass. L'incontro del 1948, a Cortina, è con Ernest Hemingway. Nasce un rapporto di amicizia e di lavoro. Nel 1949, Mondadori manda in stampa la traduzione di Addio alle armi. La Pivano sarà la maggiore curatrice delle opere dell'autore de Il vecchio e il mare.
Il primo viaggio negli Stati Uniti è del 1956. Al suo ritorno, porterà in Italia la poetica, le pagine di letteratura e di vita della beat generation. Di Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti e poi William Burroughs. La prefazione a Sulla strada di un certo Jack Kerouac è sua. Negli anni successivi, traduce Allen Ginsberg, ma anche Bob Dylan. Il suo approccio alla letteratura non conosce steccati. Di Fabrizio De Andrè dirà, prima di altri, "è il più grande poeta italiano del Novecento".
Intanto, inizia a raccogliere i ricordi dei grandi che ha incontrato: Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Dorothy Parker, William Faulkner. Tutti protagonisti del suo libro I mostri degli anni Venti, del 1976. Seguono l'intervista a Charles Bukowski, Quello che mi importa è grattarmi sotto le ascelle e una fondamentale biografia di Hemingway.
I suoi Diari (1917-1973), pubblicati da Bompiani, sono una messe di aneddoti ed episodi tratti da una vita straordinaria. Negli ultimi anni, la Pivano continua a promuovere e a riconoscere il talento dei nuovi narratori d'America: Bret Easton Ellis, Chuck Palahniuk, David Foster Wallace. Il suo amore per la musica la porta a partecipare al video di Luciano Ligabue, Almeno credo, e a partecipare alla realizzazione del disco di Morgan omaggio-remake a De Andrè, Non al denaro, non all'amore né al cielo.
Bellissimo post per ricordare un personaggio straodinario. Grazie!
RispondiEliminaUna perdita grande, ma, come hai bene scritto, Fernanda Pivano è e sarà sempre con noi.
Arrivederci, Fernanda!
Un abbraccio dolce sorellina.
RispondiEliminaVale
LA DONNA DELL'ARGENTARIO
RispondiEliminaPoc'anzi ho rilasciato un commento che si lega, anzi, che ha origine dall'annuncio della triste dipartita di Fernanda Pivano. Si tratta del Blog Laboratorio di Scrittura (1) dell'amica Maria. Mi piace riportare qui da te Pier Luigi ciò che ho scritto e che, per chi va oltre il senso comune racchiuso nello scrivere, farebbe vedere Fernanda Pivano in una luce insolita e perché no, curiosamente seducente.
«UNA BOTTIGLIA DEL NAUFRAGO
Cara Maria, scrivi, scrivi, con tutta la tua anima, ma a volte, come con questo post, trapela una briciola di perplessità (una delicata tiratina di orecchi?...) che adduci, ma senza convinzione, alle “ferie o al caldo” e aggiungi, “E' il primo giorno che leggo un solo commento, mi devo preoccupare?...”
Tant’è che questa impressione si lega ad un post con cui insceni un viaggio virtuale rimarcato da quattro immagini che quasi si intonano alla poesia conclusiva, un altro viaggio verso un immaginario «viso ormai logoro e lontano / In un sogno fatto di niente / Triste e senza più mete.».
E qui si pone il problema del saper leggere, e più in là gli eventi addirittura, perché è come se le stelle di un cielo interiore dentro di noi ci inviassero messaggi quasi sempre inascoltati. Quanti scritti di autori noti e ignoti sono così, come tante bottiglie del naufrago!
Occorre avere capacità di legare le cose, occorre possedere – quindi far nascere nei novelli scrittori – capacità di visione d’insieme.
Nel caso di questo post quel «viso ormai logoro e lontano...» segue, se pur distaccato, il post precedente e particolarmente il triste commiato all’amica Fernanda Pivano.
Ma se dapprima il lite motive può intravedersi nella bellezza di una donna che svanisce nel tempo e poi lascia il posto alle rughe ed infine alla morte – giusto anche il legame alle quattro scene della natura a cominciare dal meraviglioso Argentario lussureggiante – invece potrebbe andare oltre. Veggenza, precognizione in una meravigliosa donna come te Maria, “piena di grazia e amore”?
Dunque, se così fosse, cosa si celerebbe nella supposta “preoccupazione” che mi pare di intravedere in te? Tu forse neanche ci pensi, tuttavia sei un’insegnante di scrittura e la tua scuola è posta nel mondo del web, oltre che materialmente nella tua città. I tuoi scolari sono i giovani, e non tanto più giovani che affollano il tuo blog... però oggi è come se fosse venuto a mancare qualcosa... Ma chi mi sta a sentire? Forse nemmeno tu, Maria!...
Cosa intravedo io nella “donna” dell’Argentario? La Natura in seno al mondo del web che si è popolata ma al pari della stessa, del mondo reale terrestre, rischia di presentarsi come i restanti quadri che tu hai esposto...
Abbracci,
Gaetano»
(1) http://mar123ia45.splinder.com/post/21146651#comment
Interessante intervento. Ci leggo immagini di mistero sconfinato e di emozione piu' profonda. L
RispondiEliminaa mente di chi scrive (poeta, romanziere) non ha ne' principio ne' fine ed e' accentrata intorno a un mistero originario (si pensi alle mandala orientali).
Vale
.... hai avuto la fortuna di conoscerla! si una grande perdita una donna moderna e di talento! grazie x averla ricordata!
RispondiEliminaluis
Magic sono stato fortunato perche' la mia professione mi ha fatto conoscere molti personaggi.
RispondiEliminaGrazie.
Vale
La ricorderò per quegli autori che mi ha consentito di conoscere,per aver insegnato il valore della letteratura come esperienza di vita, quello della persona che è tutt’uno con lo scrittore, comprendendo che dietro i testi più provocatori, urlati, eversivi e sofferti si celano l’inquietudine e le passioni della vita contemporanea.
RispondiEliminaGrazie per averla ricordata.
Era un dovere ricordare chi mi ha fatto conoscere il mondo della beat-generation.
RispondiEliminaVale
Grazie Pier luigi per questo toccante post.......con l' addio di Fernanda gli anni della beat generation , gli anni orizzontali, gli anni del sogno utopico , si velano di nebbia, tutto sembra più lontano .........
RispondiEliminaCiao.
Teo grazie, si' proprio una grande perdita. Per fortuna ci restano i suoi scritti.
RispondiEliminaBuona domenica.
Vale
Ciao Fernanda!
RispondiElimina"Con molto dolore per i morti e per la tragedia devo dichiararmi perdente e sconfitta perchè ho lavorato 70 anni scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza e vedo il pianeta cosparso di sangue".
E' la frase scritta da Fernanda Pivano l’11 settembre del 2001, che compare nel suo sito.
Grazie Pierluigi per questo omaggio alla grande scrittrice.
Eccezionale scrittrice e studiosa e eccezionale pensiero.
RispondiEliminaGrazie per avermela donata.
Vale
ciao Pier, ben ritrovato!!!
RispondiEliminasi, grande perdita...possiamo sperare nelle nuove leve...
franca
Felice e radioso giorno, speriamo.
RispondiEliminaVale