"Come il vento tra i capelli": l'amore profuma di Provenza
di Andrea Curreli
L’odore del caffè che si mescola con quello dei pain au chocolat sul
tavolino in ciliegio di un bar parigino. Vasi di terracotta con rose e
gerani che insieme a gelsomino ed edera profumano l’ingresso di una
maestosa villa dalle persiane azzurro pallido. C’è anche un’eccentrica
nobile decaduta che crea profumi dedicandosi ogni giorno alle piante del
Giardino degli aromi mentre si diffondono nell'aria le note musicali di
un grammofono. Ci sono libri impregnati d’amore o avventura, quello di
Lorenza Bernardi semplicemente profuma. Come il vento tra i capelli, questo il titolo del romanzo young-adult
edito da Piemme, racconta una tenera storia d'amicizia e amore fiorita
in Provenza in una lontana estate degli anni Quaranta. I protagonisti
sono Mathieu, il figlio dello stalliere al servizio della contessa
Yvonne, e Alix una ragazzina viziata costretta a lasciare Parigi per
trascorrere l'estate a casa della ricca zia. L'amore viene interrotto
bruscamente quando scoppia la Seconda guerra mondiale per poi rinascere a
distanza di tanti anni. “Il romanzo sta ottenendo molti consensi perché
è riuscito ad andare oltre il target di riferimento che è quello
adolescenziale - spiega Bernardi a Tiscali Notizie -. E’ un
libro trasversale che riesce ad attrarre anche un pubblico di lettori
più adulto. Si rivolge essenzialmente ad un pubblico femminile, ma ha
conquistato anche i maschi perché il tema dell'amicizia caratterizza
gran parte delle pagine".
Perché ha deciso di ambientare il suo libro nella Francia dei primi anni Quaranta?
"Partiamo dal contesto temporale. E’ un periodo che conosco molto bene perché è stato il tema della mia tesi di laurea. La Francia di quel periodo era divisa in due: la Repubblica di Vichy a sud e la parte occupata dalla Germania nazista a nord. In generale i periodi drammatici spesso sono forieri di produzioni culturali molto elevate. L'ambientazione in Francia invece è dovuta alla mia esigenza di raccontare le mia storia in Provenza. Il mio primo libro, Vorrei che fossi tu, è stato un 'romanzo musicale'. Avevo scritto una storia che si sviluppava attraverso uno sorta di track list. Questa volta volevo che il mio lavoro avesse un leitmotiv 'odoroso'. La mia scelta è stata quella di ambientarlo in un vero e proprio paradiso olfattivo come può essere la Provenza inserito in un contesto storico drammatico".
"Partiamo dal contesto temporale. E’ un periodo che conosco molto bene perché è stato il tema della mia tesi di laurea. La Francia di quel periodo era divisa in due: la Repubblica di Vichy a sud e la parte occupata dalla Germania nazista a nord. In generale i periodi drammatici spesso sono forieri di produzioni culturali molto elevate. L'ambientazione in Francia invece è dovuta alla mia esigenza di raccontare le mia storia in Provenza. Il mio primo libro, Vorrei che fossi tu, è stato un 'romanzo musicale'. Avevo scritto una storia che si sviluppava attraverso uno sorta di track list. Questa volta volevo che il mio lavoro avesse un leitmotiv 'odoroso'. La mia scelta è stata quella di ambientarlo in un vero e proprio paradiso olfattivo come può essere la Provenza inserito in un contesto storico drammatico".
Il suo romanzo è un continuo alternarsi di presente e passato. Perché ha scelto questop tipo di narrazione?
"Anche questo è un espediente narrativo che ho utilizzato per descrivere il protagonista del libro. Racconto la sua adolescenza, ma al tempo stesso lo descrivo ormai settantenne e disilluso dalla vita".
"Anche questo è un espediente narrativo che ho utilizzato per descrivere il protagonista del libro. Racconto la sua adolescenza, ma al tempo stesso lo descrivo ormai settantenne e disilluso dalla vita".
Un personaggio chiave, ma all'apparenza secondario, è la contessa Yvonne.
"E’ una donna emancipata anche perché, allora come oggi, l’avere un grosso portafogli a disposizione consente una forte autonomia. La forza di Yvonne consiste nel fatto che pur potendo adagiarsi e vivere una vita comoda e conformista preferisce seguire la sua passione artistica. Si contrappone a suo fratello, un uomo legato a un vissuto che non esce mai dai binari. Lei invece è una donna eccentrica che fa un vanto di questa sua vita fuori dalle righe. E’ una nobile decaduta, ma possiede ancora il denaro sufficiente per seguire le sue pulsioni".
"E’ una donna emancipata anche perché, allora come oggi, l’avere un grosso portafogli a disposizione consente una forte autonomia. La forza di Yvonne consiste nel fatto che pur potendo adagiarsi e vivere una vita comoda e conformista preferisce seguire la sua passione artistica. Si contrappone a suo fratello, un uomo legato a un vissuto che non esce mai dai binari. Lei invece è una donna eccentrica che fa un vanto di questa sua vita fuori dalle righe. E’ una nobile decaduta, ma possiede ancora il denaro sufficiente per seguire le sue pulsioni".
Dove ha trovato ispirazione per i suoi personaggi?
"Avevo voglia di scrivere una storia che, dopo l’udito, avesse un riferimento diretto ad un altro in senso ovvero l’olfatto. Inoltre volevo caratterizzare il tutto con una sorta di 'proto femminismo'. Avevo bisogno di personaggi femminili in grado di lasciare il segno in un periodo in cui si avverte sempre più l’assenza di eroine con queste caratteristiche. Mi piaceva l’idea di costruire delle figure forti e indipendenti, che avessero il coraggio di uscire dal proprio bozzolo. La contessa fa proprio questo e lo trasmette a sua nipote. E' lei a darle una scossa psicologica molto forte invitandola a essere qualcosa di diverso da quello che il padre aveva scelto per lei".
"Avevo voglia di scrivere una storia che, dopo l’udito, avesse un riferimento diretto ad un altro in senso ovvero l’olfatto. Inoltre volevo caratterizzare il tutto con una sorta di 'proto femminismo'. Avevo bisogno di personaggi femminili in grado di lasciare il segno in un periodo in cui si avverte sempre più l’assenza di eroine con queste caratteristiche. Mi piaceva l’idea di costruire delle figure forti e indipendenti, che avessero il coraggio di uscire dal proprio bozzolo. La contessa fa proprio questo e lo trasmette a sua nipote. E' lei a darle una scossa psicologica molto forte invitandola a essere qualcosa di diverso da quello che il padre aveva scelto per lei".
Fratello e sorella si
contrappongono e propongono indirettamente un dualismo tra la città,
Parigi, rigida e ingessata nelle regole e la campagna della Provenza che
incarna la fuga. E' così?
"Non avevo in mente una contrapposizione così netta tra città e questo paradiso bucolico-campagnolo. La contrapposizione netta, sia nella mia mente che nel libro, rimane quella tra fratello e sorella. Hanno preso strade completamente diverse che non possono in nessun modo convergere. Vedevo Jean Simon, molto inquadrato e bacchettone, inserito meglio in un contesto cittadino come quello parigino. Al contrario Yvonne era meglio intercalarla in una realtà che le permettesse di far esplodere la sua passione. Quindi la contrapposizione città-campagna che alla fine emerge è indiretta e legata a quella netta tra Jean Simon e Yvonne".
Secondo lei, qual è la forza del suo libro?"Non avevo in mente una contrapposizione così netta tra città e questo paradiso bucolico-campagnolo. La contrapposizione netta, sia nella mia mente che nel libro, rimane quella tra fratello e sorella. Hanno preso strade completamente diverse che non possono in nessun modo convergere. Vedevo Jean Simon, molto inquadrato e bacchettone, inserito meglio in un contesto cittadino come quello parigino. Al contrario Yvonne era meglio intercalarla in una realtà che le permettesse di far esplodere la sua passione. Quindi la contrapposizione città-campagna che alla fine emerge è indiretta e legata a quella netta tra Jean Simon e Yvonne".
"Racconto una storia con dei personaggi con i quali è facile immedesimarsi. Chi di noi da ragazzino non ha fatto le classiche scorribande con un gruppo di amici? Chi non ha trascorso un’estate come quella di Mathieu ed Alix? Questo rende il libro trasversale”.
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