Una storia vera, di un amore giovanile,
finora ignoto, fra il futuro premio Nobel per la letteratura Grazia
Deledda e Giovanni de Nava (poeta e giornalista calabrese),
raccontata nel romanzo di Ludovica de Nava, “La quercia e la rosa”, ediz. “Il Maestrale, Nuoro 2015, con la partecipazione
dell' autrice, sarà presentato, lunedì 9 maggio alle 10, nel Liceo Classico ‘’T.
Campanella’’ di Reggio Calabria. Con l’ autrice intervengono la dott.ssa Maria
Rosaria Rao, dirigente scolastico, e la prof.ssa Rita Spanò.
‘’La quercia e la rosa’’ successivamente
sarà presentato venerdì 13 maggio alle 18 nel Castello di Scilla (RC). Con l’
autrice intervengono il sindaco, Pasqualino Ciccone, e l’ assessore della cultura
Maria Gattuso. Letture di Giulia La Scala e Ignazio Manuel Giudicissi.
Si può dire che in questo romanzo “ ogni
riferimento a persone realmente esistite NON è meramente casuale”. Si tratta di
una storia vera, di un amore giovanile fra Grazia Deledda (premio Nobel nel
1926) e Giovanni de Nava ( poeta e giornalista calabrese, nonno dell’autrice)
sul finire dell’Ottocento ( 1894-1898), in una cornice storica ( un terremoto
devastante in Calabria, i Fasci Sicilianolastico i e la repressione del
governo Crispi, la nascita del Partito Socialista in Italia). I due giovani si
amano da lontano, ma infine si incontreranno….
Il romanzo nasce dalle lettere autografe
della scrittrice sarda ventiduenne, rimaste chiuse nell’Archivio della Famiglia
De Nava per più di cento anni, e si snoda fra le lettere che i giovani si
scambiano e il racconto del vissuto, ricostruito, dei protagonisti, e dei
personaggi ( per lo più esistiti, con eccezione di alcune invenzioni narrative,
condotte con rispetto della verisimiglianza) che ruotano intorno a loro. Per
fare questo, l’autrice ha operato un vero e proprio lavoro di
ricostruzione delle lettere -perdute- di Giovanni, riscrivendole nello stile di
allora, e, partendo dalle poche notizie fornite da lui nei suoi appunti e dalle
domande e risposte contenute nelle lettere – autentiche- di Grazia Deledda, ha
compiuto il “restauro” ( o doppiaggio?), offrendo al lettore, così, una storia
a due voci, e scovando sulle riviste del tempo le poesie che Grazia dedicò a
Giovanni . Finora non si sapeva a chi erano dedicate. Così come l’autobiografia
deleddiana ( Cosima, quasi Grazia, unica biografia esistente), per
la volontà di nascondere questa storia, presenta un vuoto di una
decina di anni, proponendosi come se Grazia fosse più giovane. E’ anche
chiarito, così, il mistero della mancata menzione, inCosima, dell’amico
più fidato di Grazia: Angelo De Gubernatis,che ebbe un ruolo nella vicenda
raccontata in questo romanzo corredato da note in appendice, che volendo, può
anche essere letto come un saggio, utile a chi vorrà riscrivere la biografia
deleddiana.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.