La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

lunedì 8 agosto 2016

Al via l'edizione numero ventinove di Time in Jazz in programma fino al 16 agosto tra Berchidda e altri centri del nord Sardegna



Al via oggi l'edizione numero ventinove di Time in Jazz
in programma fino al 16 agosto tra Berchidda e altri centri del nord Sardegna.
Si parte con il duo Musica Nuda di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti
in concerto su una nave della Sardinia Ferries in viaggio da Livorno a Golfo Aranci.
"Prologo" all'insegna di Time in Sassari con il trio di Daniele di Bonaventura 

a Sorso (ore18) 


e Cesare Picco al Parco di Monserrato a Sassari (ore 21,30).
*

Time in Jazz in rampa di lancio: oggi 8 agosto prende il via il consueto appuntamento di mezza estate in Sardegna con il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, ma che come sempre coinvolge tanti altri centri del nord Sardegna: BortigiadasCalangianusChiaramontiIttiredduLoiri Porto San Paolo,MoresOzieriPattadaPosadaSan TeodoroTeltiTempio Pausania e Tula sono quest'anno le tappe del circuito di concerti che vanno in scena nel mattino e nel pomeriggio in luoghi rappresentativi della realtà socio-culturale del posto o di valore storico o naturalistico. In questa ventinovesima edizione, inoltre, ed è una novità, la rassegna Time in Sassari, il consueto prolungamento di Time in Jazz in territorio sassarese, farà anche da "prologo" al festival, aprendolunedì 8 la nove giorni di musica in terra sarda con due concerti in programma a Sorso e a Sassari, e poi chiudendo i giochi otto giorni dopo, martedì 16 con un altro doppio impegno, stavolta a Cheremule e all'Argentiera.
 
Proseguendo l'ideale percorso "anatomico" inaugurato due anni fa, dopo le edizioni all'insegna di Piedi e di Ali, Time in Jazz si riconosce stavolta sotto il titolo Occhi, spunto tematico e filo rosso per nove giornate di musica (e non solo). Il jazz internazionale è rappresentato da artisti del calibro del sassofonista americano Charles Lloyd 

e del clarinettista e sassofonista francese Michel Portal; la scena italiana trova invece spazio con il quintetto della cantante Ada Montellanico, il duo del clarinettista Gianluigi Trovesi e del fisarmonicista Gianni Coscia, il quartetto Four And More, il bandoneonista Daniele di Bonaventura, i pianisti Alessandro Di LibertoAntonio ZambriniStefano Battaglia; il duoMusica Nuda della cantante Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, il progetto BAM del contrabbassista Marco Bardosciacon il quartetto d'archi Alborada e la pianista Rita Marcotulli
 
In un programma sul tema degli occhi non poteva mancare la giusta attenzione per gli artisti non vedenti: ecco dunque il pianista americano Justin Kauflin, la coppia maliana Amadou & Mariam


la cantante e pianista italiana Silvia Zaru.
 
Il cartellone propone poi progetti "trasversali" come il duo Bugge Wesseltoft – Christian Prommer, o la "Norma" di Bellini riletta in chiave jazzistica da Paolo Silvestri e affidata all'esecuzione di un organico che mescola musicisti dell'Orchestra Jazz del Mediterraneo e dell'Orchestra Jazz della Sardegna con Paolo Fresu solista. E, ancora, progetti speciali come "Il tempo in posa", con le foto di Pino Ninfa e la musica del pianista svedese Jan Lundgren, produzioni originali, come gli inediti duo del polistrumentista Mino Cinelu con lo stesso trombettista di Berchidda e con Rita Marcotulli, o come "Cecità", un lavoro ispirato all'omonimo romanzo di José Saramago con l'attore Giuseppe Battistone le musiche di Fresu e Daniele di Bonaventura. Un programma ricco e variegato, dunque, in cui trovano spazio anche il chitarrista Tuareg Bombino 

con il suo desert blues, il progetto Last Of Songs degli israeliani Irit Dekel e Eldad Zitrin, il pianista Cesare Picco, i poeti improvvisatori Bruno Agus e Salvatore Scanu, la Banda Bernardo De Muro e la Funky Jazz Orkestra di Berchidda.
 
All'ampia parte musicale del festival si affianca come di consueto il P.A.V., il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, con una rassegna di opere video a cura di Valerio Dehò ispirata al tema degli Occhi. All'insegna dello stesso leitmotiv è improntato anche un altro momento immancabile, la selezione di film e documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu e dal gruppo cinema di Time in Jazz.

Non mancano nemmeno quest'anno varie iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale targate 
Green Jazz così come ritornano gli appuntamenti di Wine Book, gli incontri e le presentazioni di libri in alcuni caffè e bar del centro di Berchidda. 
 
È dunque un programma ancora una volta assortito e ricco di eventi quello messo in cantiere dall'associazione culturale Time in Jazz con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Assessorato del Turismo), della Fondazione di Sardegna, delle Amministrazioni Comunali di Berchidda, di Sassari e degli altri centri interessati, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell'Unione Europea/ progetto Caras, della Comunità Montana Monte Acuto, Forestas - Agenzia forestale regionale  per lo sviluppo del territorio e dell'ambiente della Sardegna,  con la partecipazione di Corsica Ferries - Sardinia FerriesUnipol Gruppo, Ferruccio PoddaZedda PirasGeasarASCUNASBoche de Cheremule, Festival Creuza de MàAssociazione i-JazzEnte Musicale di NuoroFabSecautoMereu AutoMida rent,Nieddu trasportiMedtravel,  AMP Tavolara Punta Coda CavalloèAmbienteMuseo del Vino Tipografia Tas,Tecnografica MGRPastificio Tanda&SpadaAzienda Agro Biologica Giuseppe Brozzu, Niedditas,   Le cantine del jazz (Atlantis, Consorzio San Michele, Tenute Aini, Sas Seddas).
 
 
·         Prologo: Time in Sassari
 
La nove giorni di musica e altro in terra sarda prende dunque il via con l'inusuale prologo all'insegna di Time in Sassari. Due gli appuntamenti in scaletta lunedì 8 agosto. Il primo è a Sorso, la cittadina a una decina di chilometri dal capoluogo turritano e a pochi minuti dal mare. Alle 18, al pozzo sacro di Serra Niedda è di scena Daniele di Bonaventura: autentico virtuoso del bandoneon, il musicista marchigiano ha incentrato sullo strumento a mantice una feconda produzione artistica e collaborazioni che spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music. Qui lo troveremo in trio con due nomi di primo piano della scena musicale sarda: il chitarrista Marcello Peghin, col quale condivide una frequentazione artistica quasi ventennale, e il contrabbassista Salvatore Maltana.
 
In serata, alle 21.30, tappa a Sassari per il piano solo di Cesare Picco al Parco di Monserrato che, sotto il titolo "Secret light", si presenta all'insegna del trinomio musica, luce artificiale, buio naturale (e che sostituisce il progetto inizialmente previsto, "Blind date – Concerto al buio" al Teatro Verdi, cancellato per motivi tecnici). Autore di balletti, opere liriche, progetti speciali e frequentatore trasversale di ogni ambito musicale, Cesare Picco si esibisce in tutto il mondo dal 1986. Pianista e compositore eclettico, ha collaborato con artisti come Giovanni Sollima, Markus Stockhausen, Taketo Gohara, Andrea Bocelli, Luciano Ligabue, Giorgia, Samuele Bersani, Pacifico e orchestre quali i Berlin Chamber Soloists, I Virtuosi Italiani, la Moscow State Symphony Orchestra. È ambasciatore per l'Italia di CBM, Ong internazionale impegnata nella lotta alla cecità. 

 
 
·         Time in Jazz: si salpa con Musica Nuda
 
Time in Jazz salpa anche quest'anno (ed è l'undicesimo consecutivo) con un concerto a bordo di una nave della Sardinia Ferries in viaggio lunedì 8 da Livorno (partenza alle 15,30) verso il porto sardo di Golfo Aranci (arrivo alle 21,55): protagonista il duo Musica Nuda, ovvero il riuscito sodalizio artistico della cantante Petra Magoni e del contrabbassistaFerruccio Spinetti


sulle scene da tredici anni, con un bagaglio di oltre mille concerti, sei dischi in studio, due live, un dvd e una serie di premi e riconoscimenti (tra cui la "Targa Tenco" nel 2006 nella categoria interpreti).
 
 
·         Martedì 9 agosto
 
Il festival entra a regime martedì 9 con tre diversi concerti in altrettante località. Si comincia alle 11 a Mores, nella chiesa campestre di Santa Lucia, con il piano solo di Alessandro Di Liberto "Inner conversation": un viaggio introspettivo nel quale il pianista cagliaritano, tra composizioni originali, classici della tradizione americana e momenti di improvvisazione totale, attraversa le tappe fondamentali del suo percorso musicale, dallo studio del jazz alle contaminazioni con altri generi musicali.
 
Il pomeriggio porta la carovana di Time in Jazz al Museo Archeologico di Ittireddu dove è di scena, alle 18, la cantanteAda Montellanico con "Abbey's Road – Omaggio a Abbey Lincoln". Ad affiancarla in questo progetto, il trombettistaGiovanni Falzone e tre talenti emergenti del jazz italiano: Matteo Bortone al contrabbasso, Ermanno Baron alla batteria e Filippo Vignato al trombone. Autrice e interprete tra le più importanti e innovative della scena jazzistica italiana, Ada Montellanico in questo tributo mette in risalto la forza narratrice, il carattere africano e la trasgressività del mondo sonoro di Abbey Lincoln (1930-2010), iniziatrice di una nuova strada del jazz vocale oltre che attrice e attivista impegnata in seno alla comunità nera. "Abbey's Road" è uno dei progetti Midjane, la panoramica sulla produzione artistica al femminile promossa dalla MIdJ, l'associazione nazionale dei musicisti jazz (di cui è presidente proprio Ada Montellanico). 
 
Chiusura di giornata, alle 21,30 Calangianus, con il duo Musica Nuda di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, in concerto alla chiesa di Santa Giusta (invece che all'ex-Convento dei frati cappuccini dove era originariamente in programma).
 
 
·         Mercoledì 10
 
Mercoledì 10 si apre alle 11 sul mare di Posada, alla Torre di San Giovanni, con "Cecità", una produzione originale di Time in Jazz ispirata all'omonimo romanzo di José Saramago, storia di una misteriosa epidemia che rende ciechi uomini e animali di un intero paese. A dare voce e atmosfere sonore al libro dello scrittore portoghese (premio Nobel per la letteratura nel 1998), un originale terzetto che vede accanto alla tromba e al flicorno di Paolo Fresu e al bandoneon diDaniele di Bonaventura l'attore Giuseppe Battiston .
 
Si resta sulla costa nordorientale della Sardegna, alle 18 allo Stagno della Peschiera nei pressi di San Teodoro, con un altro progetto originale del festival: il titolo, "Due per centotré e cinque", allude alla somma dei tasti (duecentosette in tutto) degli strumenti a mantice dei due artefici del concerto che li vedrà per la prima volta insieme: ancora Daniele di Bonaventura con il suo bandoneon e Gianni Coscia, classe 1931, uno dei più grandi fisarmonicisti in attività. 
 
In serata la musica approda anche a Berchidda: il compito di inaugurare la serie di appuntamenti in programma sul "palco centrale" del festival in Piazza del Popolo spetta al pianista americano Justin Kauflin, al centro di due diversi atti. Il primo, alle 21.30, è la proiezione (forse solo per la seconda volta in Italia) di "Keep on keepin' on", il pluripremiato documentario diretto da Alan Hicks e prodotto nel 2014 da Quincy Jones, che racconta l'avvincente storia di Justin Kauflin e del suo mentore, Clark Terry, il grande trombettista scomparso un anno e mezzo fa che lo aveva inserito, giovanissimo, nel suo ensemble. Dal grande schermo al palco: al termine del film Kauflin sarà al centro dei riflettori per un concerto di piano solo. E sarà un'occasione da non perdere per apprezzare il talento del trentenne musicista di Silver Spring, non vedente dall'età di undici anni.
 
Intorno alla mezzanotte e trenta, dopoconcerto al Museo del Vino di Berchidda con il sestetto Triple Point: Daniela Pes (voce), Dora Scapolatempore (arpa), Paride Pignotti (chitarra), John Bramley (pianoforte), Filippo Mundula (contrabbasso) e Alessandro Ruocco (batteria). Si tratta del gruppo formato dai migliori allievi della scorsa edizione deiseminari jazz di Nuoro, l'iniziativa didattica che si tiene ogni estate, dal 1989, nel capoluogo barabaricino, e che rinnova così, ancora una volta, la sua collaborazione con il festival di Berchidda. A precedere l'esibizione, un appuntamento di rito a Time in Jazz: la presentazione (In collaborazione con le "Cantine del jazz": Aini, Atlantis, CSM, Sas Seddas) della bottiglia di vino da collezione che ad ogni edizione riproduce sull'etichetta l'immagine grafica del festival.
 
 
·         Giovedì 11
 
Reduce dall'impegno della sera prima a Berchidda, un altro piano solo attende Justin Kauflin giovedì 11 a Pattadaalle 18, nella Chiesa di San Giovanni.
 
All'insegna del pianoforte anche la mattinata: alle 11 a Ozieri, nella Cattedrale dell'Immacolata, è di scena Antonio Zambrini, un musicista che ha attirato l'attenzione di pubblico e critica con i suoi brani originali, apprezzati e talvolta riproposti da colleghi musicisti, anche di prestigio, come Lee Konitz, John Law, Stefano Bollani, Ron Horton e Rita Marcotulli. Brani, quelli del pianista milanese, in cui si possono trovare influenze della tradizione musicale-cinematografica italiana, dell'Impressionismo francese, dalla musica popolare anglosassone, dei ritmi dispari della musica balcanica e mediterranea, e naturalmente della tradizione jazzistica.
 
Alle 21:30, a Berchidda, si accendono nuovamente i riflettori in Piazza del Popolo per dare luce a due diversi set. Il primo è "Il tempo in posa", un progetto che lega dal vivo le immagini scattate da Pino Ninfa, fotografo che ha fondato il senso del suo lavoro sull'interesse per la musica e per il sociale, con le note del pianista svedese Jan Lundgren, un artista capace di mettere la sua straordinaria tecnica al servizio della musicalità, integrando le più disparate influenze. Dedicato all'area mediterranea, "Il tempo in posa" si presenta come un viaggio dalla Sicilia alla Libia passando per l'Italia del Sud e la Sardegna, attraverso feste popolari, siti archeologici, città patrimonio dell'Unesco, il mare. 
 
La seconda parte della serata riporta invece in scena Gianni Coscia, stavolta in duo con Gianluigi Trovesi: un sodalizio artistico ultraventennale, quello del fisarmonicista piemontese (di Alessandria) e del clarinettista-sassofonista (di Nembro), capaci di produrre sintesi sempre felicissime tra musica colta e popolare, sprigionando momenti di autentica passione nel ridisegnare in chiave jazz la tradizione folklorica. 
 
 
·         Venerdì 12
 
Quattro jazzisti sardi di lunga esperienza e dai differenti percorsi artistici, per la prima volta riuniti insieme in un lavoro comune: si chiama Four And More il quartetto sotto la cui insegna si riconoscono il sassofonista Massimo Carboni, il pianista Alessandro Di Liberto, il contrabbassista Nicola Muresu e il batterista Paolo Sechi. Apriranno la quinta giornata del festival, venerdì 12 alle 11 nella chiesa di San Nicola a Bortigiadas, con un concerto incentrato su brani originali e sulla ricerca del massimo interplay.
 
Ancora una chiesa, quella di San Lorenzo (e non di San Pietro, come precedentemente previsto) a Tempio Pausania, fa da cornice all'appuntamento del pomeriggio (inizio alle 18): a tenere banco, il canto e il pianoforte di Silvia Zaru, artista non vedente di origini sarde. Nata a Milano nel 1973, diplomata al Conservatorio "Giuseppe Verdi" del capoluogo lombardo in Pianoforte, Didattica della Musica, Composizione e Jazz, conta sei dischi all'attivo: il più recente, "I like the sunrise", uscito lo scorso aprile, la vede in compagnia di Massimo Colombo (pianoforte), Attilio Zanchi (contrabbasso) e Tommaso Bradascio (batteria). 
 
Alle 21.30 sul palco di piazza del Popolo a Berchidda sale il duo formato dal pianista Bugge Wesseltoft, tra le figure di punta della vivace scena jazzistica norvegese, e Christian Prommer, uno dei migliori producer di musica elettronica e batteristi d'Europa, da quindici anni sulla scena techno e jazz crossover. Piano, batteria, percussioni e elettronica per un progetto con una forte componente di libera improvvisazione.
 
Spazio quindi alla "Norma" di Bellini riscritta in chiave jazzistica dal compositore, arrangiatore, direttore d'orchestra e pianista Paolo Silvestri, un progetto che ha debuttato l'estate scorsa a Catania nell'ambito del festival I Art con l'esecuzione dell'Orchestra Jazz del Mediterraneo e Paolo Fresu come solista; a Berchidda verrà riproposto da un complesso di diciassette elementi che mescolerà musicisti di quella formazione siciliana e dell'Orchestra Jazz della Sardegna, sempre sotto la bacchetta di Silvestri e con il trombettista sardo alle prese con le melodie del capolavoro di Bellini.
 
 
·         Sabato 13
 
La sesta giornata del festival, sabato 13 agosto, comincia a mezzogiorno nei pressi di Loiri Porto San Paolo, sullaspiaggia di Porto Taverna, con il progetto BAM, acronimo formato dalle iniziali dei tre componenti dell'organico: il contrabbassista Marco Bardoscia, il quartetto d'archi Alborada, la pianista Rita Marcotulli. Un progetto nato da un'idea del primo e della violinista Sonia Peana e che si muove, originariamente, su brani originali dello stesso Bardoscia e alcuni adattamenti studiati personalmente per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del Quartetto Alborada, in un crossover tra jazz, canzoni e musica da camera.
 
Ancora il pianoforte al centro del concerto pomeridiano con cui il festival fa scalo a Teltialle 18, nella chiesa di Santa Vittoria suona Stefano Battaglia, un altro nome di spicco della scena jazzistica italiana. Classe 1965, pianista attento al suono e alla melodia, forte di una solida preparazione musicale che l'ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito "classico", Stefano Battaglia conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all'attivo, e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all'estero. Nel 2004 ha inaugurato la collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, che ha pubblicato cinque album del pianista milanese: i due più recenti lo vedono alla testa dello stesso trio che sarà di scena domenica 14 a Tula.
 
Un inedito duo per una produzione originale di Time in Jazz al centro del primo concerto della serata in piazza del Popolo a Berchidda (sempre con inizio alle 21,30): reduce dall'impegno del mattino con BAM, Rita Marcotulli dialoga con Mino Cinelu, polistrumentista (ma in particolare percussionista) francese con radici paterne in Martinica: un artista eclettico e dai molti talenti, come testimonia anche il lungo e prestigioso elenco di musicisti con cui ha collaborato, in studio di registrazione e sul palco; artisti di ambiti diversi (jazz, funk, rap, electro, flamenco e pop) e del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Sting, Lou Reed, Antonio Carlos Jobim, Brandford Marsalis, Cassandra Wilson, Dizzy Gillespie, Elton John, Gato Barbieri, Gil Evans, Kenny Barron, Laurie Anderson, Pat Metheny, Pino Daniele, Richard Galliano, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Zucchero, per fare qualche nome.
 
Nel secondo set Time in Jazz cala l'asso: sulla ribalta di piazza del Popolo sale infatti Charles Lloyd, uno dei sassofonisti più importanti nella storia del jazz dell'ultimo mezzo secolo, qui alla testa del suo New Quartet con Jason Moran al pianoforte, Harish Raghavan al contrabbasso e Eric Harland alla batteria. Direttore musicale nel gruppo di Chico Hamilton e poi compagno di band di Cannonball Adderley nei primi anni Sessanta, Charles Lloyd ha guidato nella seconda metà del decennio una formazione storica (con un giovanissimo Keith Jarrett, tra gli altri membri) che ha registrato uno dei primi album jazz a vendere oltre un milione di copie. La sua capacità di coniugare lirismo espressivo con un senso di avventura musicale, l'ha portato anche a collaborare agli inizi dei Settanta con gruppi come i Doors, i Canned Heat, i Beach Boys. Oggi, a settantotto anni compiuti a marzo, Charles Lloyd continua a dare prova del suo spirito creativo e avventuroso sia in concerto che in una fitta produzione discografica che si arricchisce sempre di nuovi titoli: il più recente è "I Long To See You", uscito lo scorso gennaio per la Blue Note. 
 
 
·         Domenica 14 
 
È dedicata a Santa Lucia, compatrona di Berchidda e, per i devoti, protettrice degli occhi e della vista, la messa musicata in programma la mattina di domenica 14 (ore 9) nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano (patrono del paese). Ad accompagnare la funzione religiosa, l'enfant du pays Paolo Fresu al flicorno e gli archi del Quartetto AlboradaAnton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello. Nato nel 1996, il complesso ha un repertorio che, accanto alle composizioni originali per l'ensemble, privilegia la musica barocca e del Novecento con particolare attenzione per gli autori minimalisti. Accanto all'attività propria del quartetto, l'Alborada è da sempre impegnato in collaborazioni a progetti in ambito jazzistico. 
 
Per Paolo Fresu altro impegno a mezzogiorno nella suggestiva cornice del Castello Doria a Chiaramonti, dove incontraMino Cinelu che, dopo il duo della sera prima con Rita Marcotulli, sarà così parte di un nuovo, inedito dialogo in musica.
 
All'indomani della sua esibizione in piano solo a Telti, torma in azione anche Stefano Battaglia, stavolta a Tula, nella chiesa di Santa Maria di Coros (ore 18), e alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso eRoberto Dani alla batteria, con cui ha registrato tre album per l'etichetta ECM: "The River Of Anyder", "Songways" e il più recente "In The Morning". Un tributo, quest'ultimo, al compositore americano Alec Wilder (1907-1980), sulla cui opera Stefano Battaglia ha lavorato per anni, spaziando in modo trasversale dalle popular songs alle art songs, dalla musica per il teatro all'opera, dalla night music ai lavori per l'infanzia.
 
Altre sonorità e atmosfere, alle 21.30 in piazza del Popolo a Berchidda, con il progetto Last Of Songs della cantante Irit Dekel e Eldad Zitrin (sax, fisarmonica, piano), un sodalizio artistico nato cinque anni fa e consegnato alle tracce del primo, omonimo album: un disco caratterizzato dalla riuscita combinazione di differenti stili e colori musicali - jazz, folk contemporaneo, pop tradizionale - e con la convinzione dei due artisti israeliani che la musica sia un ponte tra differenti culture, senza differenze di religione, razza, colore e genere.
 
Poi, nella seconda parte della serata, sul palco di Berchidda piazza le tende Bombino con il suo desert blues. Goumar Almoctar, questo il nome all'anagrafe del chitarrista, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell'Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, in lotta da secoli contro il colonialismo e l'imposizione dell'Islam più severo. Bombino si rifà alle sonorità tipiche degli anni '60 - '70, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg; le sue melodie elettrizzanti trasudano un groove irresistibile, una versione del blues densa e magmatica. 
 
Spenti i riflettori in piazza del Popolo, la vigilia di Ferragosto riserva una coda al vicino Parco della Musica con la Banda Bernardo De Muro di Berchidda e con l'altra formazione del paese a base di fiati, la Funky Jazz Orkestra. La scaletta prevede una prima parte con la Funky Jazz Orkestra alle prese con la "Freesuite", un'idea originale del suo direttore Antonio Meloni e di Paolo Fresu, incentrata su brani scelti prevalentemente dal repertorio del quintetto storico del trombettista, debitamente arrangiati e rivisitati su misura delle caratteristiche espressive e tecniche dei ventidue elementi della formazione berchiddese. Previsti anche momenti in cui i due organici, la Banda e la Funky Jazz Orkestra, suoneranno insieme, e la partecipazione di solisti ospiti tra cui il trombonista Salvatore Moraccini e lo stesso Paolo Fresu. Poi spazio alla "storica" banda del paese, nata nel 1913 e fucina di tanti giovani talenti.
 
 
·         Lunedì 15
 
Come da tradizione, Time in Jazz saluta il giorno di Ferragosto nelle campagne intorno a Berchidda: il primo appuntamento è alle 11 nei pressi della chiesetta di Santa Caterina, dove, dopo una conferenza sui temi ambientali, il pubblico potrà ancora apprezzare Bombino, stavolta insieme al "padrone di casa" Paolo Fresu 


e ad Amadou, il chitarrista maliano atteso poi in serata sul palco di Piazza del Popolo per la festa finale insieme alla sua compagna d'arte e di vita, la cantante Mariam.
 
Al termine del concerto, come ogni Ferragosto, sarà possibile degustare i piatti della cucina locale nel tradizionale pranzo berchiddese nella vicina chiesa campestre di San Michele; qui, nel pomeriggio, ritorna dopo qualche anno di assenza dal festival la gara di poesia improvvisata in lingua sarda a cura di Paolo Pillonca: protagonisti i poeti Bruno Agus e Salvatore Scanu, insieme al ricordo di Mario Masala, il grande poeta improvvisatore scomparso lo scorso autunno che più volte è stato ospite di Time in Jazz.
 
La sera di Ferragosto, in Piazza del Popolo, è come sempre divisa in due parti. La prima, alle 21,30 (con ingresso a pagamento), porta sul palco il polistrumentista francese Michel Portal in trio con il batterista americano Jeff Ballard e il chitarrista beninese Lionel Loueke. Classe 1935, clarinettista e sassofonista dalla tecnica impeccabile, improvvisatore in costante ricerca di nuovi territori sonori da esplorare, interprete di maestri della musica contemporanea come Boulez, Stockhausen, Berio, e lui stesso compositore, Michel Portal è dai primi anni settanta una delle figure di primissimo piano del jazz europeo, ma nel suo curriculum figurano anche esecuzioni di pagine di Mozart, Brahms, Schumann, Berg e collaborazioni con compositori contemporanei come Boulez, Berio, Stochkausen, Kagel, accanto a esperienze "di confine". 

Altre sonorità caratterizzeranno la seconda parte della serata in piazza del Popolo quando, sgomberata la platea da tutte le sedie, e aperti i cancelli con ingresso gratuito, partirà la tradizionale festa di Ferragosto di Time in Jazz: a menare le danze, quest'anno, saranno 
Amadou & Mariam, la coppia di artisti del Mali (entrambi non vedenti) che ha saputo fondere le radici della ricchissima tradizione musicale africana con le sonorità del blues, del reggae e un senso melodico del tutto originale. "Sou Ni Title", il loro primo disco registrato fuori dai confini del Continente Nero, è uscito nel 1998 arrivando velocemente a vendere centomila copie e facendo guadagnare ai due una posizione di tutto riguardo nel circuito della world music internazionale prima della consacrazione definitiva con l'album "Dimanche à Bamako", del 2005: prodotto da Manu Chao, è uno tra i dischi africani più venduti di ogni tempo.
 
 
·         Epilogo: Time in Sassari
 
Calato il sipario a Berchidda, l'epilogo delle nove giornate di musica, così come il loro prologo, è all'insegna di Time in Sassari. Due gli eventi in scaletta martedì 16. Il primo, alle 18, è il concerto in solo di Michel Portal


 nell'area archeologica di Museddu, nei pressi di Cheremule, e sarà una ghiotta occasione per apprezzare le doti tecniche e la verve improvvisativa del polistrumentista e compositore francese. 
Poi, per il loro ultimo impegno, Time in Jazz e Time in Sassari piantano le tende sulla spiaggia dell'Argentiera, sulla costa occidentale, a una quarantina di chilometri dal capoluogo turritano, teatro di una serata in due atti proposta in collaborazione con il festival letterario Sulla Terra Leggeri diretto dallo scrittore Flavio Soriga. L'apertura, alle 21:30, è all'insegna di "Scrittori da palco", una sorta di "cabaret letterario" che coinvolge diverse voci della narrativa isolana: un gruppo di scrittori professionisti e occasionali, appassionati del palcoscenico che cambiano formazione ad ogni data, si danno il cambio al microfono uniti dal desiderio di raccontare storie senza annoiare il pubblico. Di scena, in questa occasione, Lalla Careddu, Bachisio Bachis, Nicola Muscas, Dario Dessì, Nicola Mameli, Pasquale Demis Posadinu, Eugenio Cossu, Giovanni Dessole, Paola Pilia, Elio Satta e lo stesso Flavio Soriga.
Poi il gran finale con il desert blues di Bombino per un caldo, coinvolgente arrivederci alla trentesima edizione di Time in Jazz.
 
 
·         PAV
 
Come sempre, il festival di Berchidda non è solo musica. Fanno parte integrante del cartellone le attività del P.A.V., Il Progetto Arti Visive, dedicato all'arte contemporanea a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu, che giunge al suo diciannovesimo anno di attività. Con il Centro Laber chiuso in vista dell'inizio dei lavori di riqualificazione dell'ex caseificio, sarà un'edizione meno ricca rispetto al passato, allestita in una parte degli spazi di Sa Casara, la futura sede di Time in Jazz di prossima apertura. Riprendendo il tema del festival, gli Occhi, il P.A.V. presenta una rassegna di opere video a cura di Valerio Dehò, che nel titolo, "Storia dell'Occhio", ricalca quello del libro di Georges Bataille, che nel 1928, non senza provocare scandalo, indagava sulla perversione sessuale legata al voyeurismo, e dunque alla percezione visiva. 
 
Ancora una volta l'occhio, questa volta tagliato da un rasoio al centro della pellicola di "Un Chien Andalou" di Salvador Dalì e Louis Buñuel (1929), segue il percorso che il surrealismo e tutto il cinema nascente hanno riservato agli occhi, organo principe della percezione, limite tra il dentro e fuori nell'uomo, strada diretta verso il cervello: così è nelle opere di Man Ray "Les retour à la raison" (1923) e "Emak Bakia" (1926), e in quelle di Marcel Duchamp come "Anemic Cinema" (1926), in cui l'occhio è anche fonte di divertimento e di visioni. La visione astratta si unisce al suono in "Synchrony", del canadese Norman Mclaren (1971), mentre il vedere, registrare, riprendere attraverso l'occhio artificiale di una cinepresa diventa ossessione maniacale e violenta per Michael Powell in "L'occhio che uccide" (1960). Suoni e immagini sono ancora una volta accostati e stravolti nelle due versioni di "Emak Bakia" di Man Ray riprese dai Radiohead (2011) e da Ortiz Morales nella sua "Psychotic Version" (2014).
 
 
·         Cinema
 
"Vedere Oltre" è il titolo e allo stesso tempo l'invito racchiuso nella rassegna cinematografica curata da Gianfranco Cabiddu e dal Gruppo cinema di Time in Jazz per questa edizione del festival dedicata agli "Occhi", in cui sarà riproposta una rilettura di classici del grande schermo e di recenti documentari che riflettono il senso dello sguardo, dell'immagine, del vedere. I lavori che saranno proiettati al Cinema Santa Croce di
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