[…]
- Poveri e ricchi? Che cosa sono?
- I ricchi sono
quegli uomini che non lavorano, i quali vivono alle spalle di altri uomini che lavorano!
- Come?
- I ricchi sono quelli inutili perché non producono, e i
poveri sono quelli utili perché lavorano e quindi producono; ora, la ricchezza
prodotta da costoro è goduta da quegli altri… dai ricchi!
[…]
Questo dialogo tra un vecchio tarlo e un fiore d’ agrume,
che rappresenta le disuguaglianze sociali, quanto mai attuale, è stato scritto
dal giornalista, scrittore e poeta calabrase, Giovanni de Nava più di cento anni fa, tra
gli ultimi anni dell’ Ottocento e i primissimi del Novecento. Fa parte del racconto
‘’L’ inferno’’ del volume ‘’Favole umane’’, pubblicato a Losanna da A. Lapie libraio
edidore, e ripubblicato, nel giugno 2016, in copia anastatica dall’ editore
Franco Pancallo di Locri. Appare nella
collana ‘’fabula’’ degli scrittori
meridionali, nata per valorizzare autori dimenticati che con le loro opere
hanno narrato il fluire di una cultura che, partendo dalle colonie della Magna
Grecia, si è snodata per tre millenni.
Il riscatto sociale, l’ uguaglianza di fronte alla legge,
i diritti dei lavoratori, la tutela e la promozione dei diritti delle donne, la difesa ad oltranza dei
più deboli, la ridistribuzione equa delle terre (in ‘’Mara di Scilla’’ un
giudice sbeffeggia Mara, scacciata dai terreni da lei sempre lavorati e resi
fruttuosi dicendo ‘’Vai, stupida, vai… la terra è di chi è proprietario, e tu
non lo sei!’’), la critica al comportamento del Clero e alla politica del
Vaticano, impregnano gli scritti di Giovanni de Nava. Lo scrittore reggino, socialista,
amico di Turati, è stato collaboratore dell’ Avanti e direttore del quotidiano
di politica e di satira ‘’L’ Asino’’, anticlericale, antifascista, la cui
redazione unitamente a quella del quotidiano socialista, fu bruciata su ordine
di Mussolini.
‘’Solo una fede
sincera in un’Idea – scrive la scrittrice e filologa Ludovica de Nava, nipote
di Giovanni, nella prefazione della
ristampa – può animare così tanto dei racconti che sono, sì, didascalici ma senza
cadute di tono, senza mai risultare noiosi; anzi riescono a incuriosire,
divertire, e risultano attuali, come attuale è tutto ciò che stigmatizza i vizi
e i difetti umani, com’ è sempre attuale per chi usa il pensiero critico la
ribellione all’ ipocrisia, a tutto ciò che è
da molti subìto per abitudine, per comodità, per rinuncia alla lotta’’.
Di Giovanni de Nava
sono da ricordare ‘’Fogghi caduti’’, ‘’Passu cantandu’’ e ‘’Sintiti genti’’, versi in dialetto
Calabro-reggino, i bozzetti sociali ‘’Tra ombre e luci’’ e ‘’Per servire il re’’,
il romanzo anticlericale ‘’All’ ombra del Vaticano’’, ‘’Il sangue di San
Gennaro’’ , il miracolo svelato, e ‘’Delinquenza e misticismo’’.
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