La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

martedì 22 marzo 2011

“Donna non rieducabile”. Ottavia Piccolo dà carne e voce alla giornalista Anna Politkovkaja

 
“Donna non rieducabile”. Ottavia Piccolo dà carne e voce alla giornalista Anna Politkovkaja. Al teatro Elfo Puccini di Milano dal 21 marzo al 3 aprile
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Redazione

“Donna non rieducabile”. Ottavia Piccolo dà carne e voce alla giornalista Anna Politkovkaja. Al teatro Elfo Puccini di Milano dal 21 marzo al 3 aprile Milano. Teatro Elfo Puccini dal 21 marzo al 3 aprile 2011. Ottavia Piccolo dà carne e voce alla giornalista Anna Politkovkaja, con testo di Stefano Massini per la regia di Silvano Piccardi. Con l’attrice in scena anche l’arpista Floraleda Sacchi che esegue dal vivo le musiche da lei stessa composte. Il monologo illustra l’esistenza quotidiana della Politkovkaja attraverso una ventina di quadri o “istantanee” - come le definisce l’autore Stefano Massini -  che mostrano i diversi momenti della sua vita e del suo lavoro, il più delle volte coincidenti, come per chi ha scelto con amore devoto un mestiere e per quest’ultimo vive e lotta, fino alla morte. È attraverso quelle stesse immagini impresse nel ricordo vivo della giornalista che i suoi pensieri, il suo punto di vista, le sue paure, la sua forza, le sue emozioni vengono restituite da Ottavia Piccolo con un’obiettività spiazzante, che si mette a servizio di Anna così come quest’ultima lo era stata del suo mestiere. “L’attrice infatti – afferma il regista Silvano Piccardi - non si sostituisce alla giornalista, facendone un personaggio ‘teatrale’, ma semplicemente ne prolunga fino a noi la forza e il valore.” Il risultato è un’Ottavia che si presta con generosità e coraggio estremi al racconto di una storia semplice, diretta, all’insegna di una verità che non può essere occultata, a maggior ragione se c’è di mezzo un cadavere, quello della protagonista, e che spiattella in faccia a tutti per un insopprimibile diritto di cronaca o semplicemente per non dimenticare.
“Un mestiere che le costò la vita per aver utilizzato uno sguardo aperto, lontano da ogni qualsiasi forma di compromesso, su quanto avveniva nel suo paese, partendo dalla Cecenia – continua il regista - per arrivare a incontrare i momenti più terribili della recente storia russa, dalla strage al Teatro Dubrovka di Mosca a quella nella scuola di Beslan. Un sistema di potere atto a eliminare ogni presenza scomoda del punto di vista libero.”
La vita di Anna è diventata pertanto simbolo di tutte quelle bocche messe a tacere e di quelle menti oneste ritenute ostili da sistemi politici antidemocratici e violenti. Un esempio di resistenza delle menti. Scenicamente è proprio un viaggio da ferma nella mente di una donna fagocitata dalla solitudine  fino a esserne soffocata. Lasciata sola al semplice tavolino e alle sue carte a testimoniare la sua piccola immensa libertà di donna libera che ha visto l’orrore e non può tacere.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.