FUORIPAGINA
03/07/2011
| Cinzia GubbiniLampedusa in Festival la voce vera dell'isola
Una nota di speranza, una nota di non rassegnazione, e soprattutto - finalmente - una voce dall'avamposto sud dell'Europa che non parla di muri, contrapposizioni, polemiche, decadenza. Ma che , al contrario, parla di incontro, confronto, speranza per il futuro. E' il Lampedusa in Festival, che parte dal 19 al 23 luglio in quell'isola siciliana che fino a qualche anno fa era conosciuta solo come splendida meta turistica. E che oggi è diventata un vero mondo nel mondo. Un luogo dove approdano ogni anno centinaia di migranti, utilizzato per i più diversi scontri politici, studiato da numerosi osservatori, frequentato da decine di associazioni della società civile.
Insomma, Lampedusa negli ultimi cinque o sei anni ha davvero cambiato faccia. E' come se fosse cresciuta, entrata nell'età adulta: la popolazione dell'isola, da una posizione certo non facile, è stata costretta a fare i conti con problematiche globali. E' stata letteralmente investita da uno "tsunami" umano, e non ci riferiamo soltanto agli immigrati, ma a tutte le conseguenze sociali, politiche, economiche che la migrazione portano con sé. Tutto in un fazzoletto di terra. Ora, siamo abituati a sentire narrare questa epopea con toni dolenti, a tratti disperati. Abbiamo imparato a memoria la cantilena dell'"isola distrutta", del turismo a pezzi, del paradiso perduto. E se non fosse così'? Se ritrovarsi ad essere al centro di un mondo, per un'isola come Lampedusa, fosse invece una grande occasione?
Ne sono convinti gli organizzatori del Festival, un concorso per filmakers che vuole attraverso il cinema provare a raccontare le migrazioni con uno occhio diverso, costruendo nuovi linguaggi e coinvolgendo il più possibile i giovani. Ma oltre al concorso Lampedusa in Festival è soprattutto una quattro giorni fatta di incontri e di appuntamenti per vivere in modo diverso l'isola, un progetto che va anche oltre al Festival e che avvolge Lampedusa di sguardi, partecipazione, idee e perché no, anche amore. In fondo, proprio quello di cui ha bisogno.
Non sarà un caso che l'importanza di questo appuntamento è stata colta in pieno dalla Presidenza della Repubblica, che proprio pochi giorni fa ha inviato al Festival e all'associazione Askavusa che ne tiene le "redini" una medaglia che premia l'impegno profuso nel progetto. "Ci riempie di orgoglio - dice Giacomo Sferlazzo, uno degli organizzatori del Festival - anche perché la Presidenza della Repubblica è l'unica situazione a cui sentiamo di poterci 'aggrappare' ".
Sferlazzo è uno dei tre cantautori dell'isola - gli altri sono Antoine Michel e Alessio Greco - che la sera del 19 aprirà il Festival suonando davanti alla Porta d'Europa, la scultura che è stata inaugurata proprio pochi anni fa a Lampedusa e che rapidamente è diventata un simbolo internazionale. La direzione artistica del Festival è del regista siciliano Luca Vullo, che dirige anche una delle due sezioni del concorso, "Le storie", mentre l'altra sezione, "Approdo e Speranza", è diretta dal regista eritreo Dagmawi Yime. Sua era la storia di "Come un uomo sulla Terra" , documentario plurimpremiato. Dagmawi sbarcò anni fa proprio a Lampedusa. Oggi è un artista, e torna a Lampedusa con la sua esperienza, la sua professionalità, la sua capacità di raccontare. "Per noi - dice Giacomo Sferlazzo - questo connubio tra i due registi Vullo e Yime è la rappresentazione vivente di cosa vuole essere questo Festival: incontro e commistione, e una porta aperta alla partecipazione e alla espressione dei migranti".
L'incontro e la cifra internazionale del Festival si vedono anche in altri aspetti del progetto, che ne fanno un modello davvero originale e avanzato: l'organizzazione è stata gestita da un coordinamento largo, che non fa base solo sull'isola, tanto che è avvenuta in gran parte via web. Anche gli sponsor dell'iniziativa sono "glocal": dall'associazione francese Terre Solidaire alla rete delle associazioni antirazziste calabresi. Manca quest'anno il sostegno dell'Assemblea regionale siciliana, che non ha fatto pervenire il suo contributo. Come mai? "Non lo sappiamo, ma non vogliamo fare polemica - precisa Sferlazzo - certo ci meravigliamo perché riteniamo che il nostro sforzo possa essere importante per la Sicilia". E lo è di sicuro.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.