‘’L’ autobiografia come un lungo flash-back. Che racconti una vita, una passione – la scrittura, ma al principio fu soprattutto l’ adrenalina della notizia, del fatto a cui ti mescoli …
Io non conoscevo nessuno, non appartenevo a nessuno, avevo soltanto la voglia di aggredire le cose sventrarle e dirle, scriverle, anzi’’.
Cosi’ l’ incipit dell’ ‘’ouverture’’ di ‘’Nove dimissioni e mezzo. Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle’’, di Adele Cambria (Donzelli editore, € 17,50), pioniera del giornalismo al femminile insieme a Camilla Cederna e Oriana Fallaci.
‘’Ouverture’’ per Adele Cambria e’ la parte piu’ importante per comprendere il romanzo della sua vita . ‘’Il libro – ha detto - puo’ essere letto per argomenti, per periodi, ma l’ ouverture consente ai lettori pigri di avere il quadro completo del racconto’’.
‘’Il Mondo’’, ‘’Paese Sera’’, ‘’
Parte da li’ il lungo flash-back di Adele Cambria - scrittrice, attrice, autrice di teatro e di televisione, tra le prime animatrici del movimento femminista in Italia, una figura di spicco della nostra cultura -, una donna che ha attraversato la storia degli ultimi cinquant’ anni del giornalismo italiano, passando da una dimissione all’ altra, talvolta cercata, talvolta subita. Una vita trascorsa a rincorrere e intervistare i grandi della cultura e del jet-set – da Sartre a Soraya, da Grace Kelly a Pasolini, che la volle in tre dei suoi film. Il racconto di una vita al servizio della scrittura e dell’ ‘’adrenalina della notizia’’, un rutilante susseguirsi di fatti, aneddoti e retroscena di un paese alle prese con la modernita’.
A presentare il libro sono stati Giacomo Marramao, filosofo, docente di "Filosofia politica" e "Filosofia teoretica" dell'Università degli Studi Roma Tre, e direttore scientifico della Fondazione Basso-Issoco e membro del Collège International de Philosophie di Parigi, Antonio Denedetti, scrittore, collaboratore del Corriere della sera, vincitore del Premio Viareggio, del Premio Selezione Campiello e del Premio Napoli, Toni Maraini, una delle maggiori esperte di letteratura maghrebina, Gianluigi Melega, giornalista, scrittore, ex parlamentare radicale e Bert Treffers, scrittore e critico d’ arte. .
‘’Nove dimissioni e mezzo – ha detto Marramao, introducendo la serata – non e’ solo un’ autobiografia, ma un romanzo, scritto con la tecnica di un film che utilizza il flash-back per rappresentare il passato, il presente, il futuro e tornare al passato e al presente’’.
Il narcisismo della scrittura di Elsa Morante, scrittrice alla quale si ispira Adele Cambria, e’ presente, secondo Antonio Denedetti, anche in questo libro. ‘’Ma – ha aggiunto – qui e’ doppio: a quello della scrittura si affianca quello della politica’’.
‘’Molti giornalisti – ha detto Toni Maraini – hanno cercato di diventare personaggi, al contrario di Adele Cambria che ha pensato a crescere come persona. Questo ha fatto si’ che ella abbia sempre visto la notizia come servizio alla sua vita, rispettando l’ etica dell’ informazione’’.
Gianluigi Melega, che ha avuto una vita professionale e politica parallela a quella della Cambria, ha ripercorso i grandi temi che lei ha vissuto in cinquant’ anni di giornalismo.
Il romanzo di Adele Cambria, ha sottolineato Bert Treffers, e’ ricco di ‘’grande varietà’’, ma soprattutto di umanita’ e ha citato, ad esempio, la descrizione che l’ autrice fa della figura del padre.
Tutti hanno sottolineato che il romanzo sia troppo breve (280 pagine) e hanno invitato Adele Cambria a scrivere un’ altra parte delle sue memorie. La scrittrice, nel ringraziare tutti per l’ affetto dimostratole, ha risposto che il libro e’ stato possibile realizzarlo grazie a Lila Grieco, senza il cui occhio tagliente e solidale non sarebbe venuto alla luce, non in questo millennio, comunque.
L’ editore Donzelli, nel ricordare come e’ nata l’ opera, ha detto che l’ idea primigenia era un saggio di sole ottanta cartelle.
Il volume si conclude con i classici ringraziamenti, appena sei righe: il primo e’ per Lila Grieco, poi alla tante donne che ha nominato, e alle altre che non ha potuto nominare, ma che tutte, nel bene e nel male, l’ hanno aiutata ad essere come e’. Infine, perche’ no, un grazie anche agli uomini che l’ hanno apprezzata.
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