KHATT
Mostra di arte
calligrafica araba
di Giulia Giorgi e
Nilufar Reza
Cagliari, Centro
comunale d’arte e cultura Il Ghetto
dal 21
marzo al 14 aprile 2013
|
Inaugurata giovedì 21 marzo alle ore 18 nelle Sale della Corona del Centro comunale d’arte e cultura
Il Ghetto di Cagliari Khatt, mostra di arte calligrafica araba di Giulia Giorgi e Nilufar Reza, realizzato
in collaborazione con il dipartimento di filologia, letteratura e linguistica
dell’Università degli studi di Cagliari.
LA
MOSTRA
Khatt
è calligrafia, ma anche linea, riga, striscia,
tratto, solco, tracciato, scrittura.
L’arte calligrafica araba è la chiave che apre all’immaginario gli
infiniti orizzonti della sensibilità artistica dei mondi dell’islam. Le linee
ascendenti che
s’intrecciano con quelle orizzontali consentono una stilizzazione dei caratteri
e una geometrizzazione degli spazi che fanno
dell’astrazione una sintesi di parole e idee, di scrittura e immagine.
Per raccontare
come la bellezza custodita negli antichi segni parli i linguaggi dell'arte
contemporanea, due artiste Giulia
Giorgi e Nilufar Reza saranno ospiti del Ghetto sino al 14 Aprile, con un allestimento che trova
spazio nelle sale interne al percorso della mostra Piranesi ritrovato. L’ideologia del bene comune per
la città. Si tratta
di tele e miniature che
nascono da una rivisitazione degli
stili classici della scuola calligrafica araba e persiana.
Giulia
Giorgi espone 15 tele esemplificative della sua ricerca
artistica sia in stile classico che negli adattamenti moderni. Nilufar Reza
presenta invece cinque miniature
che raccontano la percezione moderna dell’antica arte
iconografico-miniaturistica persiana.
Giulia
Giorgi e Nilufar Reza, ospiti dell'Università di Cagliari, terranno anche un laboratorio
di calligrafia araba. In occasione dell'inaugurazione della mostra, le due
artiste, insieme a Wasim Dahmash,
docente di Lingua e Letteratura araba, accompagneranno i visitatori e gli
allievi alla scoperta di Khatt, un percorso nei segni e nei simboli
dell'arte araba, declinati dalla moderna sensibilità femminile.
La calligrafia è uno dei pilastri delle
arti arabo-islamiche, che si ritrova non solo nelle arti pittoriche, ma anche
in quelle manuali e architettoniche. Fondamento delle arti figurative delle
civiltà arabo-islamiche, la calligrafia araba affonda le sue antiche radici
nella scrittura nabatea e aramaica. Nei primi secoli della civiltà
arabo-islamica, l’arte calligrafica diventa motivo ornamentale dei grandi
monumenti dalle moschee di Gerusalemme e Cordova, al Taj Mahal di Agra e all’Alhambra
di Granada. Si sviluppano stili diversi che fanno di ogni manoscritto, di ogni
iscrizione, di ogni ceramica, legno, metallo o vetro un’opera unica e
irripetibile.
BIOGRAFIE
Giulia Giorgi, inizia a studiare calligrafia nel
2005 con il maestro iracheno Mohammed al-Nouri. Approfondirà poi lo studio
calligrafico negli anni successivi con Fereshteh Rezaifar, grazie al quale incomincia
ad interessarsi anche di miniatura. Successivamente collabora con Hicham
Chajai, calligrafo tunisino-francese, che si occupa principalmente di
calligrafia moderna e continuerà lo studio in Tunisia nel 2010.
Nilufar Mohammad Reza, nata a Roma nel 1990, ha iniziato la
sua carriera di miniaturista seguendo gli insegnamenti della maestra Fereshteh
Rezaeifar dell’accademia delle belle arti di Teheran. La miniatura, arte molto
meno praticata rispetto alla calligrafia, deve quasi tutta la sua storia alla
cultura persiana. Nilufar Reza è una delle poche eredi di questa tradizione a
Roma. Insieme a Giulia Giorgi stanno intraprendendo un percorso artistico
congiunto esponendo spesso insieme e realizzando progetti a quattro mani.
L'alfabeto
arabo
L’alfabeto
arabo, scritto da destra a sinistra, è composto da 28 lettere
che sembrano avere differente forma a seconda della loro posizione nella parola
(iniziale, mediana, finale o isolata), non ha lettere maiuscole e non spezza le
parole per andare a capo. La lunghezza delle lettere non è fissa perciò sono
possibili allungamenti estetici.
Un’altra
particolarità è la presenza di lettere omografe che si distinguono solo grazie
a dei punti che vengono messi sopra o sotto (punti diacritici), perciò esistono
solo 19 forme per scrivere 28 lettere.
Un’altra
caratteristica dell’alfabeto arabo è la vocalizzazione: l'alfabeto non presenta
vocali brevi che sono quindi marcate da segni convenzionali normalmente omessi.
Un po' di storia
La calligrafia
araba non si riferisce solamente alla grafia della lingua araba, ma anche a
quella di altre lingue che adottarono l’alfabeto arabo come il turco (prima
della riforma di Ataturk) o il persiano.
E’
importante ricordare che, nel corso dei secoli, popolazioni che si servivano di
altri idiomi, dall’Andalusia fino all’Indonesia, utilizzarono questo alfabeto e
ne influenzarono l’evoluzione.
La
calligrafia è uno dei pilastri delle arti arabo-islamiche, che si ritrova
non solo nelle arti pittoriche ma anche in quelle manuali (lampade, piatti,
etc.) e architettoniche.
Qualche volta quest’arte
celebra un messaggio religioso (versetti coranici), ma è ugualmente usata per
l'espressione di proverbi, poesie o come elemento puramente decorativo con
ripetizione di motivi.
Nel corso dei secoli,
diversi contesti storici e geografici originarono stili differenti e sviluppi
paralleli.
La copiatura dei testi sacri
ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo della calligrafia, infatti
l’espansione dell’Islam e la conversione di popolazioni non arabe e non
musulmane nelle nuove regioni musulmane ha comportato l'affluenza di centinaia
di nuovi calligrafi di diversa formazione artistica.
In
passato i calligrafi ebbero un ruolo molto importante all’interno della
società. Le tecniche calligrafiche raggiunsero un tale livello che era
praticamente impossibile copiare il loro lavoro senza una lunga ed adeguata
formazione.
I
calligrafi erano uno dei pilastri del potere ed ebbero una fondamentale
importanza nella diffusione delle idee e nel simboleggiare e personificare il
potere.
Con
lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione i calligrafi persero il
loro ruolo specifico nella società, ma nonostante ciò quest’arte non perse la
sua forza e continuò a svilupparsi sul fronte più puramente artistico.
I
calligrafi moderni si dedicheranno molto all’invenzione di nuovi utensili,
stili e supporti adattandoli alla loro visione di quest’arte, il cui
l’obiettivo diventa quello di suscitare sensazioni piuttosto che dare un
messaggio scritto.
Stili
calligrafici
Nel corso del tempo lo
sviluppo della calligrafia attraversa differenti periodi storici (omayyade,
abbaside, etc.) e regioni diverse. Nacquero così le scuole artistiche persiana,
turca, magrebina, indiana, cinese, etc. che danno vita a stili particolari fra
i quali ricordiamo:
* le
calligrafie zoomorfe;
* le calligrafie speculari;
* il
microscopico stile ghubaar (che significa polvere) con cui il celebre
Ibn al-Zamakjala trascrisse l’intero testo coranico su un guscio di uovo di struzzo.
Le
città eccellenti nell’arte calligrafica diedero il proprio nome allo stile: il
kufico è di Kufa, il makki de La Mecca, il madani di Medina, il kerouanese di
Kerouan.
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