La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

giovedì 8 ottobre 2009

LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA IL LODO ALFANO

LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA IL ‘’LODO ALFANO’’

‘’L’ unico antidoto efficace contro l’ intolleranza risiede nel

recupero della tradizione di eguale’’.

Marta C. Nussbaum, docente di Law and Ethics nell’ Universita’ di Chicago







Avete ascoltato la rituale
filastrocca del cavaliere (giudici comunisti, presidente della Repubblica di
parte, complotto dei poteri forti contro il Governo e soprattutto contro di
lui).



Messa da parte questa filastrocca
e anche le intimidazioni di trascinare il popolo italiano alla guerra del
leader della Lega (non nuovo a proclami di prendere le armi) e anche le
stralunate affermazione dell’ avvocato ma va la’ Ghedini (cavaliere primus
super pares, alla faccia del tutti
uguali davanti alla legge) la decisione della Corte Costituzionale
(incostituzionalita’ del Lodo Alfano) si
puo’ dire che la Consulta
ha eliminato una anomalia tutta italiana, cioe’ il fatto che il premier non
poteva essere processato.



La frase di Marta C. Nussbaum e’ quanto mai attuale. La Corte Costituzionale con la sua decisione ha recuperato la tradizione di eguale di un uomo che nessun incarico assunto, nessun picchetto d’ onore, nessun vertice internazionale, nessuna presidenza di G8, nessuna presidenza ricoperta nell’ UE, nessun suo atto in questi quindi anni di presenza nello scenario politico
nazionale e mondiale, e’ stato in grado di farlo diventare un uomo di Stato, nonostante il suo essersi definito il miglior Presidente del Consiglio italiano degli ultimi centocinquanta anni.

La decisione della Consulta, la manifestazione per la liberta’ di stampa rallentano, a mio giudizio la volonta’ del cavaliere di putinizzare l’ Italia, la quale aveva al primo posto la mordacchia ai giornalisti e i braccialetti della liberta’ vigilata ai magistrati.

Alle pulsioni totalitarie del Cavaliere, come piu’ volte ha scritto Paolo Flores D’ Arcais in MicroMega, non basta infatti il monopolio dell’ informazione televisiva (e della ricreazione televisiva, capace di veicolare valori e plasmare psicologie e sudditanze collettive perfino piu’
di TG e talk-show). Inoltre i residui marginali di giornalismo libero e di informazione-informazione di alcune testate cartacee e di due o tre trasmissioni tv (se sopravvivranno) risultano insopportabili per il suo appetito totalitario.

Ecco perche’

‘’L’ unico antidoto efficace
contro l’ intolleranza risiede nel recupero della tradizione di eguale’’.

Le parole del cavaliere, la sua reazione furibonda ( la Corte e’ di sinistra, queste cose mi fanno un baffo, il Capo dello Stato sapete da che parte sta, la Corte Costituzionale non organo di garanzia ma politico, meno male che Silvio c’ e’, viva Berlusconi), dopo la decisione della Consulta, sonoun gesto di disperazione, la prova della sua instabilita’ istituzionale e delfatto che non e’ un uomo di Stato.

L’ ira ha ottenebrato la mente del cavaliere, il quale ha compreso il provvedimento della Consulta come condanna per i suoi guai giudiziari, mentre invece dice che e’ un cittadino come tutti gli altri (art. 3 della Costituzione) ed e’ tenuto a sottoporsi a giudizio.

Gia’. Ma lui e’ un primus super pares e, nonostante la Corte abbia guardato solo alla Costituzione, come e’ sua abitudine e dovere, il cavaliere e suoi considerano l’ atto come lesa maesta’. La sua brama dittatoriale obnubila la sua mente e non gli fa comprendere che la democrazia ha dimostrato la sua forza di liberta’. Non tutto si lascia intimidire dalla violenza del potere e dei suoi apparati. Non tutto, caro cavaliere, e’ ricattabile, non tutto e’ acquistabile, non tutto puo’

essere scippato, non tutto e’ disponibile nel mercato dei desideri e non e’ sufficiente disporre di un impero della carta stampata che mima, ripete, conferma, ingigantisce cio’ che
le reti televisive propagano.

Adesso la battaglia deve essere di eliminare del tutto la anomalia istituzionale Berlusconi, che e’ il nucleo centrale del caso. Come afferma il senatore Pancho Pardi, dell’ IdV, l’ anomalia istituzionale cavaliere e’: la presenza al vertice del potere politico di un soggetto in eleggibile, per il suo palese conflitto d’ interessi, divenuto eleggibile solo perche’ eletto. Un soggetto del tutto incompatibile con l’ esercizio del potere politico. Un soggetto che ha influenzato e modellato la mente degli elettori per piu’ di venti anni prima di autoproclamarsi leader politico. Un soggetto che quando e’ all’ opposizione detiene il controllo di quattro TG su sei e che quando e’ al governo li controlla tutti e sei.

Speriamo ora nelle decisioni dell’ UE che ha in esame la liberta’ di stampa in Italia e sulla direttiva sul conflitto d’ interessi.

Solo cosi’ sara’ possibile cambiare, avere un corretta visione del futuro per costruire una societa’ in cui tutti lavorano e quindi avere il bene della comunita’.

‘’…Cosi’ e’ se mi pare’’



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