Altro che Terza Repubblica, in Italia
ancora non è cominciata la Seconda! Gli ultimi vent’anni hanno
rappresentato, piuttosto, la fase terminale della Prima Repubblica, in
cui la malattia che tra il 1992 e il 1994 aveva spazzato via la politica
ha poi aggredito le istituzioni, disarticolandole e portando a una
inquietante marginalizzazione del Parlamento, rimasto vittima della
lotta tra il potere esecutivo e quello giudiziario. Oramai, come
dimostrano le statistiche, in Italia le leggi non le fanno più le Camere
ma i governi con la decretazione d’urgenza e la magistratura,
indirettamente, con le proprie sentenze. Si tratta di un processo che
parte con quell’intreccio devastante prodotto dagli effetti delle
inchieste milanesi sulla corruzione e della strategia libanese di Cosa
nostra. È allora che si apre la grave crisi che in un attimo cancella i
partiti tradizionali e porta a una netta separazione tra politica e
potere. I governi iniziano progressivamente a svincolarsi dalla fiducia
delle Camere, la classe dirigente si blinda nel Palazzo – complice anche
il Porcellum – e la società sembra conferire una delega alla
magistratura, investendola di una funzione moralizzatrice che non trova
riscontro nella Costituzione. Muta così il volto delle istituzioni e il
risultato è l’affermazione di un nuovo regime a-parlamentare che ha
finito per somigliare a una democrazia senza popolo. Non c’è dunque da
meravigliarsi troppo dell’ascesa di Beppe Grillo, conseguenza più
evidente di un sistema, è il caso di dirlo, ormai da rottamare!
Alessandro Calvi
Giornalista. Ha lavorato a lungo come notista politico e giudiziario de «Il Riformista», occupandosi anche di diritti civili.Servono princìpi, invece abbiamo spettacolo. Servono ideali, ma trionfa il carisma personale. Possibile che una politica fatta di marketing e comunicazione ci abbia privato degli strumenti per esprimere dissenso? Come spiegare la convinzione diffusa (vedi l’M5s) che solo la democrazia diretta può salvare l’Italia? Questo pamphlet breve ed efficace invoca Montesquieu per spiegare come si è generata la crisi politica italiana. Secondo Lo spirito delle leggi lo stato poggia sulla separazione tra il potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Bene, negli ultimi due decenni il potere legislativo in Italia – l’unico vero potere legato al popolo, agli elettori – è stato messo alle strette. Mentre l’esecutivo emana decreti legge e mira al presidenzialismo e il giudiziario ha assunto un malsano ruolo moralizzatore, i legislatori fanno poco più che timbrare il cartellino. Una legge elettorale che taglia il legame tra chi vota e chi è votato peggiora le cose. Il giornalismo politico si è ridotto a “verbali e sussurri”. La maggioranza parlamentare “gode della fiducia del primo ministro”, e non l’opposto. Sfiduciato il premier, cade la legislatura. Un libro illuminante, anche se prende in considerazione un contesto nazionale, mentre questi sono fenomeni diffusi anche altrove.
Frederika Randall
fonte: Internazionale, numero 997
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