Danilo Altenburger e la copertina del suo libro
Per parlare di golf e sangue "Una vita sola non basta"
di Andrea Curreli
"Un quarto d’ora prima ero
un cittadino modello, un bravo padre di famiglia. E all’improvviso…
All’improvviso la rovina totale“. Parola di Paolo Macchi, golfista
fallito, importante dirigente di una nota casa editrice milanese, marito
tradito e soprattutto assassino. Paolo alias il Dott. Macchi è il
protagonista del romanzo d'esordio di Danilo Altenburger intitolato Una vita sola non basta (Zona editrice, 2013).
Quando il manager diventa un assassino -
Altenburger trascina il lettore in un'atmosfera scandita da ritmi
lavorativi serrati, "colori da ufficio grigi e blu scuri, con le camicie
a righe e le cravatte scure", e sogni giovanili sacrificati sull'altare
della laurea in Economia e del benessere economico. Sullo sfondo di
questa tardiva "Milano da bere" si innesta la monotona vita di un
normalissimo manager che si divide tra l'accompagnare la figlia a scuola
e dirigere una casa editrice. L'amore per sua moglie Daniela è sfiorito
e i litigi e i lunghi silenzi hanno portato al tradimento di lei. Ma la
monotonia di una vita ordinaria trova una inaspettata svolta con
l'omicidio liberatorio dell'amante di sua moglie.
Una nuova vita come una partita di golf -
L'autore è molto bravo a disegnare lo stato psicologico di un uomo
normale trasformato in un killer da un rapidissimo susseguirsi degli
eventi. Ma è proprio da questo punto del romanzo che Altenburger dà il
meglio di se. Con una serie di colpi di scena la vita di Paolo Macchi
viene completamente stravolta per poi essere ricomposta. Questo processo
avviene grazie a un costante parallelo con il golf. C'è una frase che
racchiude la filosofia di questo noir: "Si può girovagare per il campo
senza riuscire a imbucare una pallina e giurare di non toccare mai più
una mazza in tutta la vita; poi il caso regala un colpo pulito lungo il
fairway, che si libera lungo e alto all’orizzonte: quel momento di
estasi spazza dalla mente tutti i colpi sbagliati in precedenza".
Esattamente come accade a Paolo Macchi.
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