SA CRABONERA
Sa crabonera, nella sua forma classica, mano
sinistra all’ altezza della nuca e mano destra a prendere con forza il fondo
schiena (esiste anche quella dei mancini con inversione delle mani), affonda
nella notte dei tempi. Sembrerebbe, ma non esistono documenti e scritti certi,
che per la cacciata di Adamo e Eva dall’
Eden sia stata utilizzata da parte degli Angeli la crabonera classica, anche se
la versione piu’ accreditata, anche dalla Bibbia, e’ quella di essere stati
allontanati a sonu ‘e corru. Questa comunque e’ un’ altra storia, di cui si
potrebbe parlare in un altro racconto o breve saggio.
Piu’ certi
invece siamo dell’ utilizzo della crabonera fin dai tempi dei protonuragici e
dei nuragici, anche se non esistono scritti.
Anche una
delle leggende nuragiche, quella della uccisione dei vecchi padri da parte dei
figli, sembra venisse fatta con sa crabonera. L’ uccisione dei vecchi nell’ era
nuragica pare fosse una pratica comune. I vecchi erano un peso per la famiglia
in quanto non potevano lavorare, produrre beni, ma invece mangiavano e quindi
costavano ai figli. La leggenda vuole che i vecchi padri venissero
accompagnati dal figlio maschio maggiore in una localita’ lontana dal villaggio
nuragico, in una zona con un profondo dirupo. I due stavano a parlare per tutta
la notte. All’ alba, alle prime luci del sole il giovane metteva il vecchio in
posizione a circa quattro-cinque metri dal baratro, poi spingeva l’ anziano
genitore verso il dirupo impiegando la classica crabonera, cioe’ mano sinistra
all’ altezza della nuca e quella destra a prendere con forza il fondo schiena e
quasi sollevandolo da terra faceva compiere al vecchio i pochi metri che lo
separavano dal burrone. Indi lo lasciava cadere.
Di crabonera parla anche Aristotele il quale afferma
che la crabonera era uno dei problemi piu’ importanti del mondo antico. Gia’ la
scuola di Mileto cerca di risolverlo a modo suo, magari aggiungendo nella fase finale il classico calcio in culo per aumentare la gittata del lancio.
Il problema era molto
complesso perche’ non si vedeva una via d’ uscita alternativa tra crabonera e
non crabonera. Partendo dalla crabonera e’ impossibile pensare il movimento,
che e’ un divenire. D’ altra parte sembra impossibile spiegare come esso possa
derivare dalla non crabonera. La scuola di Mileto ha una enorme importanza,
soprattutto con Anasassimandro e risolve
il problema in modo molto semplice. Anassimandro afferma che la crabonera e’
mossa da un movimento eterno, dunque il movimento gia’ incide in sa crabonera
ed e’ eterno come eterna e’ sa crabonera, la quale, quindi, si muove ab
aeterno. Questo movimento spiega il divenire de sa crabonera.
Il problema fu
ripreso anche da altri, in particolar modo da Parmenide e Zenone, le cui
obiezioni ebbero un ruolo essenziale nel farlo maturare. Questo spiega perche’
Aristotele parli spesso de sa crabonera, non solo nella Fisica (in gran parte
dedicata ad essa), ma anche nella Metafisica, nel De Anima, nel De generatione,
nella Politica, nella Logica.
In Aristotele
il problema de sa crabonera, del suo divenire, del suo mutare, diventa eo ipso
il problema dell’ immutabile. Egli infatti ammette l’ eternita’ del movimento
ma, diversamente da Anassimandro, non ammette movimento senza motore: tutto
quello che si muove e mosso da un altro, che e’ anche un assioma della
filosofia medievale. Per Aristotele sa crabonera e’ potenza, e e’ mossa dal
primo mobile, cioe’ colui che fa sa crabonera, il quale la raccoglie, la muove
muovendosi a sua volta. Esso muove chi sta davanti e a sua volta e’ mosso dal
motore primo, il quale, essendo primo, non e’ mosso da altro. In tal modo, la
presenza del motore primo diventa necessaria, perche’ senza motore, cioe’ colui
che mette in atto sa crabonera, non ci sarebbe movimento e quindi non ci
sarebbe crabonera.
Aristotele in fondo in fondo si poneva sulla linea
di coloro che avevano immaginato sa crabonera sulla scia del grande Anassagora,
di cui Socrate amo’ le teorie, credendo di avervi trovato la soluzione di tutti
i suoi problemi nell’ eseguire sa crabonera, cosa che poi in realta’ non
avenne. Comunque il nous anassagoreo,
cioe’ la posizione classica de sa crabonera, e’ quello per cosi’ dire che da il
via a sa crabonera mettendola in movimento. Ma Platone stesso parla piu’ volte
del nous nel Timeo, chiamandolo su
craboneresu, cioe’ colui che fa sa crabonera, e nel Fileto, chiamandolo causa
del gesto.
Aristotele ha poi influenzato i filosofi a lui
posteriori, anche se lui amava camminare con la schiena rivolta verso il muro,
da qui movimento aristotelico, per non essere oggetto de sa crabonera.
A studiare sa crabonera aristotelica sono stati in
particolare i filosofi medievali. Cito alcuni di questi: Giovanni Dune Scoto,
Avverroe’, Giovanni Buridano, Ruggero Bacone, Tommaso d’ Aquino.
Giovanni Dune Scoto, filosofo e teologo inglese,
francescano, commento’ le opere di Aristotele e soprattutto le teorie su sa crabonera.
Concepi’ sa crabonera come una azione rigorosa e sostenne la dimostrabilita’
razionale della sua azione.
Averroe’, in arabo Ibn Rushd, filosofo, medico e
astronomo fu celebre per il grande commentario a sa crabonera di Aristotele, in
cui sviluppo’ gli elementi materialistici e razionalisti del gesto. Nella sua
grande opera di medicina Colligeto stabili come la presa al collo e il getto
continuo sia indispensabile per la buona riuscita de sa crabonera.
Giovanni Buridano, nome italianizzato del filosofo
francese Jean Buridan, commentatore di Aristotele, nominalista, segui’ la
filosofia di Occam, separando la ricerca scientifica de sa crabonera dalla
metafisica. La favola dell’ asino di Buridano, secondo la quale un uomo, su
burriccu cioe’, messo dietro a due persone, incapace di scegliere, morrebbe di
vergogna per non avere fatto sa crabonera, gli e’ attribuita’ dai suoi
avversari per criticare la concezione occamista, da lui condivisa, della
liberta’, basata sulla possibilita’ dell’ uomo di scegliere. La favola con il
tempo si e’ trasformata in quella in cui un asino di fronte a due mucchi uguali
di fieno, incapace di scegliere, morrebbe di fame. In verita’ si tratta dell’
indecisione dell’ uomo, su burriccu, il quale
avanti davanti i lati B di due persone e’ incapace di scegliere a chi
fare sa crabonera e subisce, invece, lui stesso sa crabonera.
Ruggero Bacone, anche lui inglese e teologo, monaco
francescano, detto doctor mirabilis, per la sua capacita’ nel prendere di
mira le vittime de sa crabonera, scrisse
un’ Opera maggiore, un’ Opera minore e un’ Opera terza, dedicate a sa
crabonera. Insegno’ a Oxford, Sospettato di magia per avere piu’ volte fatto,
in contemporanea crabonere multiple nel 1278 fu condannato e imprigionato. E’
stato il fautore de sa crabonera basata sull’ esperienza. In prigione scrisse
un Compendio di studi su sa crabonera.
Tommaso d’ Aquino, santo, filosofo e teologo,
domenicano, fu discepolo di Alberto Magno. In una delle sue opere principali la
Summa de veritate de sa crabonera, Tommaso d’ equino integra sa crabonera
aristotelica con il dato della verita’ incontrovertibile di chi la fa e di chi
la subisce. Il suo intento principale e’ stato quello di giustificare l’
esistenza di due modi, quello attivo e quello passivo, salvaguardandone l’
autonomia e gerarchizzandoli nello stesso tempo. Di lui si ricorda la
delicatezza con cui effettuava sa crabonera e con cui consigliava gli altri di
eseguirla. Per questo nel 1567 fu dichiarato dottore angelico.
Sa crabonera e’ stata oggetto di studio anche da
parte di Kant, di Hegel.
Hegel, soprattutto nella sua Fenomenologia de sa
crabonera fornisce la sua geniale intuizione della manifestazione de sa
crabonera, dei modi in cui sa crabonera si manifesta. In particolare il
filosofo afferma che sa crabonera e’ tale solo se estrinseca.
La filosofia della Crabonera non e’ solo limitata
agli antichi pensatori, ma ha avuto anche un grande risalto in quella di Karl
Raimund Popper, di cui il 28 luglio 2002 e’ stato celebrato il centesimo
anniversario della nascita.
L’ importanza
della crabonera popperiana e’ testimoniata dal fatto che questa ancor oggi
influenza non solo i filosofi di professione, ma anche i politici, gli
economisti e gli scienziati sociali. Popper ha tra l’ altro coerentemente
applicato la crabonera, nelle sue varianti (mano sinistra sulla nuca e mano
destra ad acchiappare la parte bassa della schiena, o entrambe le mani a
sollevare dal dietro l’ esaminato e crabonerizzato), all’ analisi della
societa’ e della politica, soprattutto questa, fino a diventare uno dei
maggiori teorici e pratici contemporanei della crabonera liberale.
Mi limitero’
in seguito a fornire una brevissima e schematica introduzione della crabonera
popperiana, per passare poi all’ applicazione all’ analisi della societa’ e
della politica.
Per
comprendere l’ apporto originale di Popper
alla questione occorre parlare del celebre principio della crabonera, la
sua filosofia, infatti, si definisce in modo standard come ‘’crabonerismo’’.
In che cosa
consiste questo principio?
Secondo la
visione tradizionale, i cui inizi risalgono al Novum Organum Crabonerensis di
Bacone, sa crabonera avanza in base al principio di una spinta e di una
contemporanea sollevazione del corpo. Per questo essa avviene con piu’
facilita’ in piano, in discesa, con persone leggere – da qui le teorie
filosofiche legate alla leggerezza dell’ essere - e colte di sorpresa. Maggiori difficoltà si
incontrano in salita e con individui corpulenti, in questi casi e’ bene impiegare quella con due mani con sollevamento
dal di dietro.
Questo
principio ci dice che molte crabonere riuscite bene implichino logicamente una
asserzione illimitatamente generale. Ad esempio, il fatto che alla fine di una
crabonera l’ individuo e’ stato sufficientemente sbeffeggiato non ci autorizza,
dal punto di vista logico, a dire che succedera’ anche la volta successiva.
Le crabonere,
secondo Popper, non possono mai venire del tutto spazzate via per essere
sostituite da qualcosa di totalmente nuovo. Si deve sempre partire dal punto in
cui ci si trova: dal di dietro della persona che deve essere crabonerizzata e
in circostanze ben determinate. Per Popper la crabonera per essere realizzata
deve cominciare a evolversi contestualmente, modificandosi nell’ atto stesso di
venir effettuata. E’ dunque fuorviante
per Popper ipotizzarne la realizzazione, perche’ essa dovrebbe essere immobile,
mentre lo sviluppo della crabonera non ammette, per definizione, l’
immobilita’.
Un concetto
fondamentale della crabonera popperiana e’ quello della crabonera aperta.
Questa comporta che ci sia la critica e l’ eliminazione degli errori
eventualmente commessi. Ecco allora Popper auspicare forme di crabonere che
permettano di avanzare liberamente, ognuna delle quali deve poi essere
sottoposta al vaglio critico. E, a tale proposito, una crabonera e’ destinata a
conseguire maggiori successi sul piano materiale se possiede regole libere
piuttosto che rigide.
L’ indagine
critica consente di scoprire gli errori nascosti e di innestare procedure di
correzione.
La presa e
spinta, in queste condizioni, si possono esercitare con successo.
E’ pericoloso
chiudere gli occhi di fronte ai propri sbagli: anzi e’ proprio ad essi che
occorre prestare la massima attenzione.
La
razionalita’ scientifica della crabonera indica un procedimento che consente di
effettuarla portando il piu’ lontano possibile il crabonerizzato, senza
che possa opporsi e senza arrivare alla
rottura dei pantaloni e alla sua caduta che inevitabilmente coinvolgerebbe l’
attore.
Posto che la
crabonera perfetta non e’ di questo mondo occorre, secondo Popper, minimizzare
praticando un sano realismo riformatore delle procedure adottate.
Si rammenti
per concludere, che molte delle tesi popperiane sulla crabonera sembrano oggi
scontate, ma non lo erano trenta o quaranta anni orsono, e ancora meno negli
anni 30 del secolo scorso, quando vennero elaborate.
plz
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