Questo il titolo della conferenza
di presentazione organizzata dall’Istituto Ernesto Nathan (IEN), con
sede a Roma e Cassino, che avrà luogo venerdì 30 ottobre p.v. alle ore 18 nella
Città Martire, presso la Sala Restagno, nel Municipio di Piazza De Gasperi.
Dopo i saluti del Presidente dello IEN, Prof. Alessandro Minci, sarà il
Direttore Scientifico dell’Istituto, Prof. Giovanni Curtis a introdurre e a
fungere da moderatore. Si accennerà alla figura storica di Nathan e del perché
si sia scelto d’intitolare ad egli l’Associazione. Lo IEN ha come scopo quello
di farsi promotore d’attività culturali volte a rileggere i fatti economici,
sociali e culturali del presente da una prospettiva peculiare, quella di una
via “terza” rispetto alle culture dominanti il presente e il recente passato
italiano. Dunque l’idea non è quella di fare di Nathan un “monumento”, una
figura statica da rievocare guardando unicamente al passato, ma di servirsi del
suo insegnamento per interpretare il presente.
Ai relatori l’Avv. Riccardo
Scarpa, Vice Presidente della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo e al Dott. Massimo
Scioscioli, già Tesoriere della Camera dei Deputati e ora saggista e Presidente
della sezione romana dell’Associazione Mazziniana Italiana, il compito di
rievocare la figura di Ernesto Nathan e l’ambito storico da cui nasce il suo
impegno socio-politico, di sindaco di Roma e di Gran Maestro del GOI. I suoi ideali
di modernità laica derivano dall’insegnamento del repubblicanesimo che affonda
le sue radici nel Risorgimento italiano, ideali che, come si vedrà nel corso
dell’incontro, hanno una forte valenza anche nella contemporaneità.
Porteranno inoltre i propri saluti e quelli
dell’istituzione che rappresentano, il giornalista Dott. Erasmo Di Vito, Vice
Presidente del Circolo della Stampa di Frosinone e il Prof. Franco Tamassia,
Direttore Istituto Internazionale di Studi Giuseppe Garibaldi, già docente
dell’ateneo Cassinate.
Ernesto Nathan, di famiglia ebrea, politico, massone, rappresenta nel
panorama culturale italiano del ‘900 una figura di notevole pregio
intellettuale, dirittura morale e coerenza ideologica. L’adesione a idee di
stampo repubblicano e socialista e la profonda amicizia con Giuseppe Mazzini,
che muore tra l’altro in casa Nathan, lo portano a farsi promotore di una
politica civile, fatta di iniziative a sostegno della classe operaia, di cui
difende il diritto allo sciopero, contro l’analfabetismo e per la tutela del
lavoro minorile e femminile. La sua voce si alza ogniqualvolta si prefigurino
posizioni o scelte oscurantiste.
La militanza politica a fianco del blocco formato da radicali, socialisti
e repubblicani lo porta all’elezione a
sindaco di Roma dal 1907 al 1913. Il suo mandato è all’insegna della lotta
contro la speculazione edilizia, già in atto all’indomani del trasferimento
della capitale a Roma, anche attraverso l’emanazione del piano regolatore
cittadino. La sua attenzione è decisamente rivolta al sociale, per cui propone
progetti indirizzati all’istruzione dell’infanzia, in un momento in cui il
sistema scolastico e l’educazione erano appannaggio di strutture private. Apre
circa 150 asili comunali per l'infanzia e fonda la scuola elementare Mazzini, oltre che
altri istituti scolastici. Tra le molte altre cose da lui realizzate,
ricordiamo inoltre l’istituzione delle municipalizzate Atac e Acea.
Da molti considerato il
miglior sindaco mai avuto da Roma, una nota di colore rammenta, al contempo,
come la sua attenzione al bilancio comunale e al contenimento della spesa
pubblica lo porti a esser ricordato anche per il motto ora d’uso comune “non c’è trippa per gatti”, alludendo
alla necessità di tagliare sulle spese pubbliche, anche su quelle destinate
all’alimentazione dei felini.
Nel 1914 è tra gli
interventisti, convinto della necessità di completare il processo di
unificazione dell’Italia e, per questo motivo e in ragione della sua coerenza,
si arruola, pur in tarda età, per la Prima guerra mondiale.
Dopo una prima fase di
gran maestranza a partire dal 1895, tornerà a ricoprire il massimo scranno del GOI tra il 1917 e il ’19. Dopo quella
data si dedicherà alla cura dell'Edizione nazionale delle opere di Giuseppe
Mazzini, fino alla morte, avvenuta nel 1921. Sulla sua tomba, al Verano, si
legge: «muoio come ho vissuto, nella fede di
Giuseppe Mazzini, serenamente soddisfatto se, attraverso la vita, fino agli
ultimi giorni, ho potuto darne testimonianza».
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