La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

venerdì 27 maggio 2011

Al Museo Nazionale del Cinema la mostra MAGNUM SUL SET. Il cinema visto dai grandi fotografi.


Al Museo Nazionale del Cinema la mostra
MAGNUM SUL SET. Il cinema visto dai grandi fotografi.

Mole Antonelliana, Torino
26 maggio - 25 settembre 2011

Il Museo Nazionale del Cinema presenta dal 26 maggio al 25 settembre 2011 la mostra MAGNUM SUL
SET. IL CINEMA VISTO DAI GRANDI FOTOGRAFI, un viaggio in 135 immagini nella storia del rapporto
privilegiato che i fotografi della più grande agenzia del mondo hanno intrattenuto con il cinema, a cominciare
dal secondo dopoguerra.
La mostra, a cura di Andréa Holzherr e Isabel Siben, ci riporta sul set di capolavori quali Luci della ribalta
di Charlie Chaplin, Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder, Gioventù bruciata di Nicholas Ray,
Improvvisamente l’estate scorsa di Joseph L. Mankiewicz, La battaglia di Alamo di John Wayne, Il processo
di Orson Welles, Gli spostati e Moby Dick, La balena bianca, entrambi di John Huston, Zabriskie Point di
Michelangelo Antonioni, Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner, L’importante è amare di Andrzej
Zulawski, Morte di un commesso viaggiatore di Volker Schlöndorff.
Gli scatti, tratti da famosi reportage che documentano la lavorazione dei singoli film, non sono semplici foto
di scena ma “foto sulla scena”, secondo la definizione di Paolo Mereghetti, autore del saggio introduttivo al
catalogo della mostra: “Il fotografo sulla scena è il testimone di quello che non si dovrebbe vedere, […]
testimone silenzioso di quella scomposizione e ricomposizione che a ogni ciak sa creare il sogno cui tutti ci
sforziamo di credere, cogliendo ogni volta una piccola (ma indispensabile) parte di un mondo più grande. E
di cui ci restituisce con le sue immagini ora lo stupore ora la bellezza, ora la forza ora l’ironia, ora lo
struggimento ora la dolcezza, ma sempre e soprattutto la magia.”
La mostra, collocata come di consueto nella suggestiva Aula del Tempio del Museo Nazionale del Cinema,
è arricchita da una videoinstallazione che proietta in loop sette cortometraggi, ideati e realizzati da
Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per SuperleggeraRecord, accompagnati da una colonna sonora
composta appositamente da Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva. I video rappresentano un contributo
di particolare suggestione visiva che intende documentare il lavoro dei fotografi Magnum sul set di numerosi
altri film.
La cancellata esterna della Mole Antonelliana ospita invece trenta scatti di attori e attrici riprese in sequenze
di danza. Sono immagini di particolare levità, scelte fra le migliaia realizzate nel corso degli anni dai fotografi
dell’agenzia, spesso favoriti da una rapporto personale che li lega a questa o quella star, talvolta destinato a
sfociare in rapporti d’amicizia di lunga durata.
La Magnum è una delle più prestigiose agenzie fotografiche del mondo, fondata nel 1947 da Robert Capa
con la complicità di Henri Cartier-Bresson, David "Chim" Seymour e George Rodger, non appena dismessi i
panni del reporter di guerra che li resero famosi.
In oltre sessant’anni di attività, l’agenzia ha dedicato un’attenzione particolare al cinema e ai suoi
protagonisti. Le amicizie personali di Capa - Ingrid Bergman, Billy Wilder, Howard Hawks, Gary Cooper,
George Stevens, Gene Kelly, Joseph Mankiewicz e, soprattutto, John Huston - gli avevano aperto le porte
dell’affascinante universo hollywoodiano. Fu seguendo le sue orme che i colleghi della Magnum si
stabilirono a Los Angeles, riuscendo a realizzando servizi esclusivi dai set di molti film classici, venduti poi a
caro prezzo alle riviste americane come Life Magazine o Look, più che non ai giornali e ai periodici europei.
A completamento della mostra, un catalogo edito da Silvana Editrice, con l’introduzione di Alberto Barbera e
un saggio critico di Paolo Mereghetti e Stefano Boni, mentre dal 26 giugno al 10 luglio 2011 il Cinema
Massimo propone una rassegna con i film in mostra (inaugurazione: 26 maggio ore 21.00 con la proiezione
di Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder, in versione originale con sottotitoli in italiano. Ingresso 5.00
euro).
__________________
Museo Nazionale del Cinema - Resp. Ufficio Stampa: Veronica Geraci
tel. +39 011 8138509 - cell. +39 335 1341195 - email: geraci@museocinema.it
MAGNUM SUL SET

Introduzione di Alberto Barbera
Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino

Dall’istantanea del miliziano ucciso sul fronte iberico nel ’36, o da quelle - altrettanto famose - che
documentano lo sbarco alleato in Normandia nel ’44, al ritratto di Ingrid Bergman immortalata sul set di
Notorius di Alfred Hitchcock appena due anni più tardi, il salto (logico e contenutistico) non è breve. Eppure,
Robert Capa lo compì senza battere ciglio, dismessi i panni del corrispondente di guerra e subito dopo aver
fondato l’Agenzia Magnum, con la complicità di Henri Cartier-Bresson, David "Chim" Seymour e George
Rodger. L’incanto esercitato dal luccicante universo del cinema - nonché, si può dire, dalle sue attrici - fu la
scintilla, mentre il fascino personale emanato dal fotografo fece il resto. Contribuì cioè a spalancargli le porte
del jet-set hollywoodiano, rendendolo amico di molte celebrità tra cui Billy Wilder, Howard Hawks, Gary
Cooper, George Stevens, Gene Kelly, Joseph Mankiewicz e, soprattutto, John Huston.
Fu seguendo le sue orme che i colleghi della Magnum presero casa nella Città degli Angeli, riuscendo a
realizzando reportage esclusivi dai set di molti classici dei decenni successivi, che sarebbero stati venduti a
caro prezzo alle riviste americane come Life Magazine o Look, più che non ai giornali e ai periodici europei.
Ma la storia è nota, e non c’è bisogno di raccontarla nei dettagli un’altra volta. Conviene invece spendere
qualche parola per sottolineare la differenza tra le immagini dei reporter dell’agenzia e quelle dei fotografi di
set direttamente ingaggiati dalle Major. Questi ultimi, ancorché seri e dotati professionisti, si limitavano
perlopiù a documentare il lavoro delle riprese di un film, andando a rimorchio del lavoro del regista e non di
rado preoccupati unicamente di assecondare le direttive dei dipartimento pubblicità degli studios, che
avevano bisogno di determinati scatti per impostare il lavoro di promozione della pellicola prima ancora che
questa fosse condotta a termine. Gli uomini della Magnum invece erano in genere poco propensi a mettersi
al servizio della creatività altrui, per nulla disposti a rinunciare al massimo grado di libertà individuale
consentito loro da un lavoro ch’era pur sempre su commissione e, non di rado, favoriti da una rapporto
personale che li legava a questa o quella star, talvolta destinato a sfociare in rapporti d’amicizia di lunga
durata. Fatto, quest’ultimo, che conferiva loro un vantaggio non da poco, consentendo un’intimità che al
momento dello scatto faceva la differenza rispetto alla relativa distanza imposta dai divi alla maggior parte
dei loro colleghi salariati.
Il risultato sono immagini spesso sorprendenti, comunque originali e quasi mai scontate. Ciò che
contraddistingue il lavoro dei fotografi della Magnum è la capacità di osservare il mondo illusorio della realtà
ricreata dal cinema con passione ma senza deferenza né compiacimento, servendosi della propria onesta e
libertà creativa come di un grimaldello per scardinare le regole non scritte che vigono sul set. E’, cioè, in
assenza di precisi vincoli contrattuali, la capacità di cogliere l’atmosfera caratteristica di quel set più che il
contenuto del film, i rapporti fra gli attori e la troupe più degli aspetti glamour, i momenti di pausa più che
l’azione. Gli spunti curiosi e i dettagli, più che l’insieme o la vocazione pubblicitaria dell’immagine da
realizzare.
Sono queste le peculiarità che rendono speciali i reportage dell’agenzia Magnum e motivano le ragioni di
una mostra antologica quale quella allestita al Museo Nazionale del Cinema di Torino, che questo catalogo
documenta compiutamente. Restituendo al pubblico contemporaneo il fascino imperituro di alcuni classici
della storia del cinema, insieme con la bellezza inestimabile delle istantanee che ne catturarono, una volta
per sempre, il segreto di alcuni irripetibili istanti.
 
FOTOGRAFI SULLA SCENA
di Paolo Mereghetti
Forse bisognerebbe smetterla di chiamarle “foto di scena”, quasi si trattasse di una specie di fondo
residuale abbandonato da qualche parte - negli archivi dell’ufficio stampa, sulle pagine di qualche
giornale, negli scaffali della produzione - dopo la fine delle riprese. Una prova a carico per il lavoro
svolto e subito dimenticato. No, sarebbe più giusto chiamarle “foto sulla scena” perché chi le ha
scattate ci ha messo tutta la perizia, e la passione e l’amore, di cui è stato capace. Una prova
doppia: di giornalismo e di illustrazione, di cinefilia e di estetica. E quindi chi fa quelle foto avrebbe
diritto al titolo di fotografo sulla scena e non solo di fotografo di scena.
L’ultima dimostrazione, se mai ce ne fosse ancora bisogno, è proprio il catalogo che avete tra le
mani, che raccoglie alcune delle immagini più belle che i fotografi della Magnum hanno scattato sui
set. Non tutte, una scelta. Ma quanto mai significativa, anche dei diversi modi con cui si può fissare
sulla pellicola il lavoro del cinema. C’è una bella differenza tra l’immagine “ufficiale” che Elliott
Erwitt ha scattato durante le riprese di Gli spostati, mettendo tutti in posa tra una scala, un paio di
cassette e uno sgabello - studiata, pensata, organizzata, anche se con un tocco di distratta
scompostezza, come si può intuire dallo sguardo che sfugge all’obiettivo di Marilyn - e quella
casuale e totalmente gratuita di Romy Schneider che si fa distrarre sul set del Processo da una
piuma, con cui si mette a giocare come una bambina, mentre alle sue spalle (e si suppone al
centro della scena) Orson Welles e Anthony Perkins chissà cosa si dicono… Sono due idee
diversissime del lavoro di fotografo “sulla” scena, una da ritrattista ufficiale, l’altra da cacciatore
dell’attimo fuggente, eppure si farebbe fatica a scegliere la migliore. O anche la più efficace. Tutte
due parlano della stessa cosa e cercano di cogliere lo stesso mistero. Quello del cinema e del suo
lavoro.
È curioso, a ripensarci. Il cinema in fondo è nato grazie alla fotografia, a partire dal tentativo - di
Marey e di Muybridge, per primi - di smontare il movimento nelle sue singole componenti,
ribaltando il paradosso di Zenone su Achille e la tartaruga. Per arrivare però, subito dopo, coi
Lumière e con Edison, a fare il percorso inverso, a cercare di mascherare col movimento la “fissità”
delle singole immagini. Una specie di intrinseca “maledizione” tra l’azione e l’immagine, tra il
movimento e l’immobilità che ogni fotografo inviato su un set si trova a dover risolvere a modo suo.
Fissando sulla pellicola quello che fissato non dovrebbe essere. Anzi, che spesso cerca proprio col
movimento di far sparire, o almeno di mascherare.
Eric Lessing, sul set di Moby Dick, la balena bianca, lo dimostra in maniera inequivocabile: le sue
immagini scavano dietro il film, smontando quella sospensione di incredulità che invece il cinema
si sforza di cercare disperatamente. Huston che si diverte a innaffiare i suoi attori (per simulare
l’effetto delle onde del mare), l’operatore alla macchina seduto a poppa della barca dei fiocinieri,
Gregory Peck che si fa legare sulla struttura di legno e plastica che darà l’impressione di essere il
corpo arpionato della balena bianca… il reportage dal set non lascia dubbi sulla “macchinosità”
della macchina cinema, sul suo tentativo di ingannare chi guarda, di confondergli i sensi.
Esattamente il contrario di quello che Dennis Stock ha fatto sul set di Gioventù bruciata: pur
nell’inevitabile fissità che la fotografia sconta rispetto al cinema, le sue immagini danno
l’impressione di amplificare e ingigantire la messa in scena cinematografica, come arrestando per
un momento lo scorrere della pellicole per offrire allo spettatore la possibilità (e il piacere) di
guardare meglio. Con che perizia l’obiettivo del fotografo ferma il duello con i coltelli a serramanico
tra James Dean e Corey Allen, inquadrandolo dal basso così da mettere bene in evidenza la lama
pronta a colpire. O bloccando per sempre Dean che minaccia Corey con il coltello sul collo. Più
che fotografie sembrano fotogrammi estratti direttamente dal film, momenti bloccati per sempre,
come se una magica lente di in gradimento fosse riuscita a fermare insieme al tempo anche lo
scorrere della pellicola sullo schermo…
Tra questi due “opposti”, tra chi scava dietro le immagini e chi invece le immortala, il lavoro di un
fotografo sulla scena può trovare mille diverse declinazioni, a volte contraddicendo scelte fatte in
precedenza. Come Dennis Stock che dopo il lavoro di “filologia dell’inquadratura” fatto sul set di
Nicholas Ray, sceglie la strada dell’ironia per Il pianeta della scimmie. Truccati di tutto punto, gli
uomini-scimmia del film di Schaffner vengono sguinzagliati per le vie di Los Angeles per
sottolineare il contrasto tra la loro eccentrica presenza e il grigio anonimato delle strade vicino agli
studios della 20th Century Fox. Non fermandosi nemmeno di fronte al piacere di mettere in posa il
futuro e il presente, lo scimmione e la ragazza in bikini o la motociclista occhialuta. Oppure come
Burt Glinn, che si sforza di assecondare e fin di esaltare e ingigantire il lavoro del regista: il suo
reportage dal set di Improvvisamente l’estate scorsa gioca con gli elementi della scenografia di
William Kellner, l’ascensore senza porta, la scala a chiocciola, per restituire l’atmosfera ambigua e
misteriosa che Mankiewicz era riuscito a creare. Anche la più tipica delle foto di scena – lo
specchio che ci rimanda il volto dell’attrice che altrimenti non vedremmo – respira quell’aria irreale,
grazie a una luce che “spara” nell’obiettivo e che confonde la parte superiore dell’immagine. O
ancora come il servizio di Jean Gaumy sul set di L’importante è amare di Zulawski, che invece
sceglie di diventare una specie di “reinterpretazione” del film e delle idee del regista, accentuando
nelle sue fotografie l’abiezione morale cui il mondo sembra condannare uomini e donne,
accumulando i corpi nudi e le situazioni lascive (e cancellando il lato più melodrammatico della
storia, con l’impossibile amore tra il fotografo Fabio Testi e l’attrice in declino Romy Schneider).
O infine - altra possibilità - giocando di contrasto rispetto al film e soprattutto al suo autore, così
che il servizio su Zabriskie Point di Bruce Davidson sembra una sua personalissima sfida alla
messa in scena di Antonioni: rinquadra le immagini, usa il nero per far risplendere i colori, utilizza
le ombre per tagliare l’immagine o per spostare l’attenzione dell’occhio. E finendo per contraddire
la legge che ogni fotografo sulla scena sente di dover rispettare: la chiarezza e la leggibilità
immediata dell’immagine. Davidson non lo fa perché non si preoccupa di far capire a che cosa
sono dovute quelle strisce nere che sporcano l’inquadratura: le lascia senza spiegazione, come a
voler ribadire che oltre al set e ai suoi protagonista c’è dell’altro. C’è qualcun altro.
In questo modo lasciando aperta ogni soluzione e soprattutto ribadendo l’impossibilità di
incasellare il lavoro di quei fotografi dentro a un’unica spiegazione.
Che idea di cinema esce da queste immagini? Da questi reportage dal set? Prendiamo il servizio a
più mani fatto durante le riprese di Gli spostati: ogni fotografo ci mette del suo a reinterpretare
l’atmosfera del set, a leggere il ruolo degli attori. Chi gioca con le ombre e chi con gli sguardi, chi
accarezza il morbido corpo di Marilyn e chi sceglie il silenzio e la solitudine del deserto. Chi
accentua la “leggenda” hollywoodiana sfruttando la fotogenia delle sue star e chi cerca di cogliere
quell’attimo di malinconia che da sola è capace di incrinare ogni possibile sogno. A tenerli uniti
tutti, Eve Arnold e Henri Cartier-Bresson, Inge Morath, Elliott Erwitt, Cornel Capa e tutti gli altri è
però la passione e il coinvolgimento nel lavoro del cinema, nel suo farsi di ogni giorno.
Sembra una contraddizione ma lo è solo apparentemente. In queste immagini e in mille altre si
respira la voglia di inseguire un segreto che ogni volta è sul punto di essere colto e che poi invece
sfugge sempre. Il fotografo sulla scena è il testimone di quello che non si dovrebbe vedere, del
grande attore che si aggiusta il ciuffo davanti allo specchio o che parla con la co-protagonista in un
costume assolutamente ridicolo, che a volte può sembrare anche umiliante (come lo è Chaplin
fotografato da Eugene Smith in Luci della ribalta) senza quella giustificazione che solo la continuità
narrativa può dare. Ma diventa anche il tramite tra l’immagine e il suo senso, tra un particolare e la
totalità. Come le scomposizioni di Muybridge che pur fissate sulla carta nella loro singolarità, alla
fine finivano inevitabilmente per restituirci il senso profondo di qualche cosa che non si vede ma
pure esiste. Come è appunto il movimento cinematografico.
Sul set di ogni film, il fotografo sulla scena diventa il testimone silenzioso di quella scomposizione
e ricomposizione che a ogni ciak sa creare il sogno cui tutti ci sforziamo di credere, cogliendo ogni
volta una piccola (ma indispensabile) parte di un mondo più grande. E di cui ci restituisce con le
sue immagini ora lo stupore ora la bellezza, ora la forza ora l’ironia, ora lo struggimento ora la
dolcezza, ma sempre e soprattutto la magia.
I VIDEO IN MOSTRA
A completamento della mostra, un montaggio video racconta il lavoro dei fotografi Magnum sui set
cinematografici. In questi brevi racconti si è voluto salvaguardare il materiale fotografico,
intervenendo il meno possibile sui formati e praticamente nulla sulla qualità tecnica. Tutto ciò ha
portato a limitare l’uso del montaggio “creativo” e preferirne uno più semplice, lineare.
Note di regia:
Tutti i video hanno una musica originale composta appositamente.
Un divano a New York (Un divan à New York, 1996) di Chantal Ackerman, è stato scelto perché il
materiale rappresentava al meglio il lavoro che avviene dietro la macchina da presa. Un racconto
sui tecnici e la messa in scena, con foto di Carl De Keyzer.
Marilyn Monroe e James Dean racconta i tempi dello star system. Per Marilyn Monroe attraverso
le fotografie dal set del film Gli Spostati (The Misfits, 1961, di John Huston); mentre per James
Dean attraverso gli scatti di momenti di vita extra set .
Orson Welles è sui set di Dead Reckoning (1967), Falstaff-Campanadas a medianoche (1965)
e Il processo (1962) con le foto di Nicolas Tikhomiroff.
Alex Majoli fa saltare i registi e gli attori presenti a Cannes 2006.
Gueorgui Pinkhasov crea un affresco di Cannes 2004 del tutto irrituale.
Il tutto è arricchito da una miscellanea di attori e film dall’archivio Magnum Photos.
Magnum Photos
6’40”
Prodotto da SuperleggeraRecord
Ideazione e realizzazione a cura di Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per
SuperleggeraRecord
Montaggio Alessandro Tannoya
Musiche originali Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva
Cannes
2’35”
Prodotto da SuperleggeraRecord
Ideazione e realizzazione a cura di Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per
SuperleggeraRecord
Montaggio Alessandro Tannoya
Musiche originali Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva
James Dean
2’55”
Prodotto da SuperleggeraRecord
Ideazione e realizzazione a cura di Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per
SuperleggeraRecord
Montaggio Alessandro Tannoya
Musiche originali Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva
Jump!
1’10”
Prodotto da SuperleggeraRecord
Ideazione e realizzazione a cura di Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per
SuperleggeraRecord
Montaggio Alessandro Tannoya
Musiche originali Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva
Marilyn Monroe (The Misfits)
2’20”
Prodotto da SuperleggeraRecord
Ideazione e realizzazione a cura di Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per
SuperleggeraRecord
Montaggio Alessandro Tannoya
Musiche originali Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva
Orson Welles
3’50”
Prodotto da SuperleggeraRecord
Ideazione e realizzazione a cura di Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per
SuperleggeraRecord
Montaggio Alessandro Tannoya
Musiche originali Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva
A couch in New York
2’50”
Prodotto da SuperleggeraRecord
Ideazione e realizzazione a cura di Francesco Pistoi e Alessandro Tannoya per
SuperleggeraRecord
Montaggio Alessandro Tannoya
Musiche originali Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva
INFO MOSTRA
MAGNUM SUL SET. Il cinema visto dai grandi fotografi

a cura di Andréa Holzherr e Isabel Siben
Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana
26 maggio - 25 settembre 2011
La Magnum è una delle più prestigiose agenzie fotografiche del mondo, fondata nel 1947 da Robert Capa
con la complicità di Henri Cartier-Bresson, David "Chim" Seymour e George Rodger, non appena dismessi i
panni del reporter di guerra. In oltre sessant’anni di attività, l’agenzia ha dedicato un’attenzione particolare al
cinema e ai suoi protagonisti. Le amicizie personali di Capa – Ingrid Bergman, Billy Wilder, Howard Hawks,
Gary Cooper, George Stevens, Gene Kelly, Joseph Mankiewicz e, soprattutto, John Huston – gli avevano
aperto le porte dell’affascinante universo hollywoodiano. Fu seguendo le sue orme che i colleghi della
Magnum si stabilirono a Los Angeles, riuscendo a realizzando servizi esclusivi dai set di molti film classici,
venduti poi a caro prezzo alle riviste americane come Life Magazine o Look, più che non ai giornali e ai
periodici europei.
Questa relazione con il mondo del cinema è proseguita senza interruzioni sino ai nostri giorni, allargandosi
sino ad includere film e star di tutto il mondo. Le istantanee che compongono la mostra all’interno della Mole
Antonelliana provengono dai reportage di dodici diversi film: Luci della ribalta, Quando la moglie è in
vacanza, Gioventù bruciata, Improvvisamente l’estate scorsa, Moby Dick, La battaglia di Alamo, Gli spostati,
Il processo, Il pianeta delle scimmie, Zabriskie Point, L’importante è amare, Morte di un commesso
viaggiatore. Il risultato sono immagini spesso sorprendenti, comunque originali e mai scontate. Ciò che
contraddistingue il lavoro dei fotografi della Magnum è la capacità di osservare il mondo illusorio della realtà
ricreata dal cinema con passione ma senza deferenza né compiacimento, servendosi della propria onesta e
libertà creativa come di un grimaldello per scardinare le regole non scritte che vigono sul set. In un lavoro,
che era pur sempre su commissione, i fotografi furono spesso favoriti da una rapporto personale che li
legava a questa o quella star, talvolta destinato a sfociare in rapporti d’amicizia di lunga durata. Fatto,
quest’ultimo, che conferiva loro un vantaggio non da poco, consentendo un’intimità che al momento dello
scatto faceva la differenza rispetto alla relativa distanza imposta dai divi alla maggior parte dei loro colleghi.
Completano il percorso espositivo, sette cortometraggi accompagnati da una colonna sonora composta
appositamente, che raccontano il lavoro dei fotografi Magnum sul set di numerosi altri film.
Le istantanee esposte lungo la cancellata sono invece una selezione di scatti che ritraggono attori e attrici in
sequenze di danza: immagini di particolare levità, scelte fra le migliaia realizzate nel corso degli anni dai
fotografi dell’agenzia, spesso favoriti da una rapporto personale che li lega a questa o quella star, talvolta
destinato a sfociare in rapporti d’amicizia di lunga durata.
Museo Nazionale del Cinema
Mole Antonelliana - Via Montebello, 20 - Torino
info: +39 011 8138511
email: info@museocinema.it - web: www.museocinema.it
ORARI
mar. mer. gio. ven. dom.: 9.00 - 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
sab.: 9.00 - 23.00 (ultimo ingresso ore 22.00)
lunedì: chiuso
TARIFFE
Museo Nazionale del Cinema + Ascensore Panoramico
Intero: € 9,00 Ridotto: € 7,00 Ridotto giovani: € 4,50
Museo Nazionale del Cinema
Intero: € 7,00 Ridotto : € 5,00 Ridotto giovani: € 2,00
Ascensore Panoramico centrale
Intero: € 5,00 Ridotto: € 3,50
Il Museo Nazionale del Cinema aderisce al Sistema Musei Torinesi. Con la tessera annuale
dell'Abbonamento Musei è possibile accedere liberamente al museo, con la Torino + Piemonte Card e la
Junior Card è possibile accedere liberamente sia al museo sia all'ascensore panoramico.
PROGRAMMA DELLE PROIEZIONI
Magnum sul set. I film
Cinema Massimo, 26 giugno - 10 luglio 2011
Domenica 26 giugno 2011
20:45 Il pianeta delle scimmie F.J. Schaffner Usa 1968
Lunedì 27 giugno 2011
16:00 Morte di un commesso viaggiatore Volker Schlondorff Usa/G 1985
18:30 Gli spostati John Huston Usa 1961
20:45 Improvvisamente l'estate scorsa J.L. Mankiewicz Usa 1959
Martedì 28 giugno 2011
16:30 Gioventù bruciata Nicholas Ray Usa 1955
18:30 Gli spostati John Huston Usa 1961
Mercoledì 29 giugno 2011
16:00 Il pianeta delle scimmie F.J. Schaffner Usa 1968
18:00 Morte di un commesso viaggiatore Volker Schlondorff Usa/G 1985
20:30 Gioventù bruciata Nicholas Ray Usa 1955
22:30 Improvvisamente l'estate scorsa J.L. Mankiewicz Usa 1959
Venerdì 1 luglio 2011
16:15 Improvvisamente l'estate scorsa J.L. Mankiewicz Usa 1959
18:30 Il pianeta delle scimmie F.J. Schaffner Usa 1968
Sabato 2 luglio 2011
16:00 Luci della ribalta Charles S. Chaplin Usa 1952
18:45 L'importante è amare Andrzej Zulawski F/I/G 1975
21:00 Moby Dick John Huston Usa 1956
Lunedì 4 luglio 2011
16:15 L'importante è amare Andrzej Zulawski F/I/G 1975
18:30 Moby Dick John Huston Usa 1956
20:45 Luci della ribalta Charles S. Chaplin Usa 1952
Martedì 5 luglio 2011
16:30 La battaglia di Alamo John Wayne Usa 1960
Mercoledì 6 luglio 2011
16:30 Luci della ribalta Charles S. Chaplin Usa 1952
20:30 Zabriskie Point Michelangelo Antonioni Usa 1970
22:30 Il processo Orson Welles F/I/G 1962
Domenica 10 luglio 2011
16:30 Zabriskie Point Michelangelo Antonioni Usa 1970
18:30 Il processo Orson Welles F/I/G 1962
20:45 La battaglia di Alamo John Wayne Usa 1960
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SilvanaEditoriale 2011
mostra: Torino, Museo Nazionale del Cinema
26 maggio - 25 settembre 2011
23 × 28 cm - 168 pagine
110 illustrazioni a colori
brossura con alette
edizione trilingue
italiano/francese/inglese
+ dvd allegato
EAN 97888-3662001-2
€ 35,00
Magnum sul set
Il cinema visto dai grandi fotografi
Un eccezionale volume presenta alcuni grandi classici della
storia del cinema attraverso centoquaranta istantanee realizzate
dai reporter della più grande agenzia fotografica del
mondo, la leggendaria Magnum.
Fondata nel 1947 da Robert Capa ed Henri Cartier-
Bresson, la Magnum non ha mai smesso di dedicare, in
oltre sessant’anni di attività, un’attenzione particolare al
cinema e ai suoi protagonisti.
Le amicizie personali di Capa – Ingrid Bergman, Billy
Wilder, Howard Hawks, Gary Cooper, George Stevens, Gene
Kelly, Joseph Mankiewicz e, soprattutto, John Huston –
avevano consentito a lui e a molti altri fotografi dell’agenzia
l’accesso all’universo affascinante di Hollywood.
Questa relazione con il mondo del cinema è proseguita
senza interruzioni sino ai nostri giorni, allargandosi sino ad
includere film e star di tutto il mondo.
Questo volume riunisce una selezione di immagini di backstage
realizzate sui set di dodici capolavori del cinema (Luci
della Ribalta, Gioventù bruciata, Moby Dick, Il Pianeta
delle Scimmie...) dai più grandi fotografi dell’agenzia
Magnum (Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt, W. Eugene
Smith, Nicolas Tikhomiroff...). Un fantastico viaggio nella
storia del cinema, attraverso uno sguardo insolito sui suoi
protagonisti (Elizabeth Taylor, John Wayne, Jeames Dean,
Marilyn Monroe, etc.) e sui segreti della ripresa.
Il dvd allegato racconta, attraverso sei cortometraggi realizzati
attraverso il montaggio di materiale fotografico originale,
il lavoro dei fotografi Magnum sui set cinematografici,
documentando così il lavoro degli uomini e donne del
cinema. Ciascun pezzo è accompagnato da musiche composte
appositamente per l’occasione.
www.silvanaeditoriale.it
Le informazioni contenute in questa scheda sono provvisorie e soggette a variazioni senza preavviso.
13 fotografie per la stampa, libere da diritti, per la promozione stampa della
mostra
“Magnum SUL SET”
Tra queste 13 fotografie, non più di 2 potranno essere pubblicate senza diritti nella stessa edizione di
una pubblicazione (fatta eccezione per pubblicazioni speciali interne e per la guida della mostra). Le
dimensioni di queste immagini non dovranno superare metà pagina; inoltre, le immagini non potranno
essere utilizzate senza diritti sulla copertina di pubblicazioni, né essere ritagliate o modificate. Le
fotografie potranno essere utilizzate esclusivamente per la promozione della mostra “MAGNUM SUL
SET”, che si terrà presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino dal 26 maggio 2011 al 25
settembre 2011, un mese prima dell'inaugurazione della mostra e fino alla sua conclusione.
Le fotografie potranno essere pubblicate su siti web soltanto in versione a risoluzione ridotta e
dovranno essere rimosse dai siti web in seguito alla chiusura della mostra. I diritti di pubblicazione di
queste o di altre fotografie per scopi diversi dovranno essere negoziati direttamente rivolgendosi a:
Contrasto
Federico Della Bella
Tel.:+ 39 02 655310 49
fdellabella@contrasto.it
il nostro reparto stampa - Magnum Photos Paris :
Sophie Marcilhacy : sophie@magnumphotos.fr
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PAR128456
(STD1955007W00005/36)
© Dennis Stock/Magnum Photos
STATI UNITI. California. Hollywood. 1955. James DEAN nella scena della lotta coi coltelli di "Gioventù
bruciata", diretto da Nicholas RAY.
PAR324843
(GAJ1974034W00250/15A)
© Jean Gaumy/Magnum Photos
FRANCIA. Parigi. Romy SCHNEIDER e Klaus KINSKI durante le riprese del film "L'importante è
amare" di Andrzej ZULAWSKI. 1974.
PAR80711
(SME1952017W00027)
© W. Eugene Smith/Magnum Photos
STATI UNITI. California. Hollywood. 1952. Charlie CHAPLIN durante le riprese del suo film "Luci della
ribalta", con Charlie CHAPLIN, Sidney CHAPLIN, Claire BLOOM e Buster KEATON.
PAR32463
(TIN1967003W00078/37A)
© Nicolas Tikhomiroff/Magnum Photos
Romy SCHNEIDER e Anthony PERKINS.
PAR31907
(GLB1959014W00019/08)
© Burt Glinn/Magnum Photos
GRAN BRETAGNA. Londra. Giugno 1959. Elizabeth TAYLOR a venticinque anni sul set di
"Improvvisamente l'estate scorsa", del quale è coprotagonista insieme a Katharine Hepburn e
Montgomery Clift.
PAR31786
(MOI1985002W00009/35A)
MAGNUM/Inge Morath © The Inge Morath Foundation
STATI UNITI. NY. New York. L'attore statunitense Dustin HOFFMAN durante le riprese del film "Morte
di un commesso viaggiatore" di Arthur Miller. 1985.
NYC70731
(STD1967005W00016/32)
© Dennis Stock/Magnum Photos
STATI UNITI. California. 1967. Sul set de "Il pianeta delle scimmie".
NYC60809
(ERE1955XXXW00575/45)
© Elliott Erwitt/Magnum Photos
STATI UNITI. New York. 1955. Marilyn MONROE nella famosa scena di "Quando la moglie è in
vacanza".
NYC60808
(ERE1955XXXW00575/41)
© Elliott Erwitt/Magnum Photos
STATI UNITI. New York. 1955. Marilyn MONROE nella famosa scena di "Quando la moglie è in
vacanza".
NYC41850
(DAB1968017K002)
© Bruce Davidson/Magnum Photos
STATI UNITI. California. 1968. Un momento delle riprese di "Zabriskie Point", diretto da Michelangelo
ANTONIONI.
NYC11821
(STD1959038W00008/15R)
© Dennis Stock/Magnum Photos
STATI UNITI. 1959. John WAYNE sul set del film "La battaglia di Alamo".
LON18089
(ARE1960020W00099/10)
© Eve Arnold/Magnum Photos
STATI UNITI. Nevada. FILM: Gli spostati. Marilyn MONROE e Clark GABLE sul set de 'Gli spostati'.
La scena: Roslyn si abbandona fra le braccia di Gay Langland. 1960.
PAR29177
(LEE1954017W00004/15A)
© Erich Lessing/Magnum Photos
Isole Canarie. 1954. L'attore americano Gregory PECK nel ruolo del Capitano Ahab in "Moby Dick",
film di John HUSTON.

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