Roberto Magnus Raviola e Lo Sconosciuto
L'antieroe da maltrattare e di cui innamorarsi: torna "Lo Sconosciuto"
di Cristiano Sanna
Se ami il tuo eroe
trattalo male. Molto male. E' la sintesi della prefazione scritta da
Graziano Frediani che apre la lussuosa riedizione delle storie de Lo Sconosciuto
di Magnus pubblicate da Rizzoli Lizard. Amore sadomaso, dunque. Il
genio bolognese del fumetto (al secolo, il compianto Roberto Raviola) lo
aveva capito dagli anni Sessanta (chi gestisce James Bond al cinema si è
deciso solo negli ultimi film). Mentre le avventure di Kriminal e
Satanik punteggiavano quelle del più "potabile" Alan Ford, al
culmine del successo commerciale del Gruppo Tnt il disegnatore e
sceneggiatore decise di affrancarsi da Max Bunker-Luciano Secchi e di
proporre un personaggio nuovo di zecca: Unknow. Guai a mettere la "n"
finale. Lo Sconosciuto protagonista si scrive così e inaugura
una stagione di fumetto "adulto" italiano poi definitivamente deflagrata
con la geniale avventura della banda di Cannibale-Frigidaire.
Avventuriero per forza -
Pubblicato in strisce inizialmente per le Edizioni Il Vascello tra il
1975 e l'anno successivo, ripreso per la defunta rivista di fumetto
d'autore Orient Express, Lo Sconosciuto vede Magnus
(defunto nel 1996 ad un passo dall'uscita del suo monumentale Texone per
Bonelli) deciso a concedersele tutte. Come e di più che ai tempi di
Satanik e Kriminal. Qui l'ambientazione è contemporanea, il
rovinatissimo e duro antieroe Unknow viene precipitato in una serie di
intrighi fatti di mercanti d'arte trafugata, tesori di principi
decaduti, trasporti di merci ad alto rischio in zone in cui la
guerriglia e la dittatura si scontrano ferocemente, lavoretti come
autista o addetto alla sicurezza che precipitano in incubi armati. Che
si sommano ai suoi incubi di un passato mai precisato, ma di sicuro
violento e traumatico. Era un sicario? Un mercenario? Un soldato di
qualche corpo scelto? Unknow entra in azione dopo un'esplosione ed esce
di scena quasi ridotto in poltiglia, per poi risorgere con un'ultima,
brevissima storia soprendentemente ottimistica, dedicata da Magnus a
Bonvi.
La perfezione, scatenata -
Cambiano i teatri dell'azione: siano Roma, i Caraibi, il Medio Oriente o
la memoria frammentata di un medico-soldato messo a dare i colpo di
grazia all'eroe della revolucion cubana, il Che ormai stremato e
prigioniero. Non cambia la perfezione grafica ed espressiva di Magnus,
la sua cura del dettaglio (anche nella costruzione di tutti i
personaggi), il ritmo incalzante e amaro delle storie. E' un mondo che
si divora, dicono le storie dello Sconosciuto. Un mondo più cattivo e
veloce di uno un tempo cattivo e veloce come Unknow che ora può solo
trascinare il passo e tentare di difendersi. La violenza esplode
improvvisa e devastante, disegnata come in certe sequenze dei film di
John Woo o di Tarantino, ma decenni prima, e ha rimandi precisi alle
cronache (dei tanti attentati nel Vicino Oriente ma anche nell'Italia
degli anni di piombo in cui uscivano queste storie, vedi l'agguato
armato ad un mercante egiziano che ripropone lo schema di quello delle
Br a Moro). Il sesso è veloce e passionale, con dettagli espliciti. Ma
al fondo di tanto sfascio disegnato in maniera mozzafiato, resta un
romanticismo indomabile. Vedi la storia capolavoro L'uomo che uccise Ernesto Che Guevara,
dove figurine di omuncoli prigionieri di violenza e droga sembrano
schiacciate dal rispetto che Magnus nutre per l'eroe argentino, anche in
mezzo ai suoi errori e nel momento dell'agonia finale. Gran bella
riedizione.
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