Orgosolo, un festival tra ecologia e murales
Il 5 e il 6 luglio un evento dedicato all’arte di strada che ha reso famoso il paese barbaricino
di Paolo Merlini
INVIATO A ORGOSOLO. L’associazione si chiama Viche Viche, che è un modo tutto orgolese di dire “guarda guarda”. Ne fanno parte cittadini di tutte le età, dai venti a cinquant’anni, per la maggioranza donne. Dal 2006 organizzano nel paese simbolo del Supramonte un festival dedicato alla scienza, che si è svolto regolarmente sino al 2011 prima di subire una battuta d’arresto, dovuta principalmente alla mancanza di contributi pubblici. Quest’anno hanno deciso di riproporre il festival, quotandosi anche grazie al crowdfunding, oggi la forma più diffusa per partecipare attivamente a un evento finanziandolo via web. L’ecologia resta sempre uno dei punti fermi di Viche Viche e del suo festival, ma per l’edizione 2014 l’associazione ha scelto di legare il tema a un elemento portante della cultura orgolese da decenni ormai: il muralismo.
Così il festival, che si svolgerà il 5 e 6 luglio prossimi, avrà per tema la “Rigenerazione Urbana”. Un progetto che è cominciato in queste settimane non solo con l’avvio della raccolta fondi (servono appena 4000 euro), ma con il coinvolgimento dei bambini delle quarte e quinte classi delle scuole elementari e delle prime e seconde delle medie. Sono già 120 i giovanissimi che hanno aderito all’evento e al di fuori dell’orario delle lezioni, anzi nei giorni di vacanza offerti dalle festività pasquali, hanno cominciato a “rigenerare” uno spazio del paese fortemente degradato. È stato scelta la gradinata dedicata ai Caduti sul lavoro: un luogo al confine del centro storico ma abbastanza trafficato e nonostante ciò lasciato in totale degrado, con muri non intonacati e aiuole senza l’ombra di una pianta.
Il progetto prevede di coinvolgere i bambini attraverso lezioni con i protagonisti storici del muralismo orgolese, dagli anni Settanta sino a oggi. Andando anche appena più indietro, anzi, perché in realtà il primo murale a Orgosolo fu realizzato nel 1969 dal gruppo teatrale milanese Dioniso. Quel lavoro, che voleva denunciare la marginalità in cui la la Sardegna veniva tenuta dallo Stato, era scomparso da tempo, cancellato dallo scorrere degli anni o forse da una mano di vernice. Ora è riapparso nella scalinata dei Caduti sul lavoro grazie al vero padre del muralismo orgolese, Francesco Del Casino, l’artista senese che ha vissuto per anni in Barbagia, dove torna appena può. Basandosi su una vecchia foto in bianco e nero, Del Casino lo ha riprodotto più fedelmente possibile, facendosi aiutare dai bambini che hanno sposato il progetto di Viche Viche e hanno contribuito a tracciare il disegno e poi a spargere il colore (non prima di aver liberato dai rifiuti l’intera area). Ma il maestro muralista, che a luglio non potrà prendere parte al festival di “Rigenerazione Urbana”, ha lasciato un altro segno della sua arte, riconoscibile in tutte le vie di Orgosolo per il tratto che la caratterizza, fatto di echi cubisti e forme sensuali.Un murale di grandi dimensioni (realizzato sempre in collaborazione con i ragazzi del laboratorio) che omaggia i giganti di Monti Prama.
È solo un assaggio di ciò che accadrà il 5 e 6 luglio (sottoscrizione via web permettendo), quando a Orgosolo arriveranno muralisti e studiosi del fenomeno. Da una rappresentante del gruppo Dioniso, che ha accolto volentieri l’invito di Viche Viche, alla storica dell’arte Francesca Cozzolino che per conto della Scuola di alti studi sociali di Parigi ha dedicato un ampio saggio al muralismo orgolese. Il progetto si chiama “Fiores in granitu” (da una poesia di Giovanni Pira) e si può sottoscrivere all’indirizzo derev.com/it/vicheviche.
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