La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

lunedì 20 giugno 2011

Scrittori insieme contro le mafie - "Trame. Festival dei libri sulle mafie"

da l' Espresso
Iniziative

Scrittori insieme contro le mafie

di Lirio Abbate
Dal 22 giugno a Lamezia il primo festival dei libri su Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra. Ci saranno anche imprenditori che si sono ribellati al racket e sacerdoti impegnati contro i clan, per parlare con i cittadini. Per una rivoluzione da realizzare con l'arma delle parole
(13 giugno 2011)
Rosaria Capacchione, giornalista de  Il Mattino , è tra gli ospiti del festival Rosaria Capacchione, giornalista de 'Il Mattino',
è tra gli ospiti del festival
In Calabria ogni notte c'è un cantiere o un negozio che viene fatto saltare dalle bombe piazzate dagli uomini della 'ndrangheta. I sicari dei clan, come nel Far west, girano armati per le città, sparano tra la folla, sterminano famiglie, uccidono donne e bambini. La magistratura, da Reggio Calabria a Catanzaro, ha iniziato negli ultimi anni ad infliggere duri colpi alle 'ndrine, con centinaia di arresti e sequestri di beni. E i clan, che non erano abituati a questo tipo di aggressione da parte dello Stato, reagiscono progettando anche attentati contro i pm.

In Calabria c'è una guerra civile in atto, che si nota per il susseguirsi di omicidi, per il numero elevato delle vittime; ma c'è anche una pericolosa ragnatela sotterranea che mette insieme istituzioni deviate, massoneria e boss: hanno il controllo della burocrazia, della società civile e della politica. Storie che in un paese occidentale non troverebbero terreno fertile, ma in Calabria accade di tutto, con la complicità, a volte inconsapevole, dei media, perché questi fatti non hanno eco sulla stampa nazionale. E di conseguenza non viene attivata alcuna emergenza. Se queste storie non appaiono in tv è come se non esistessero.

Tutto ciò si rafforza grazie ad un elemento: l'omertà. E contro l'omertà a Lamezia Terme dal 22 al 26 giugno arriverà un esercito di antimafiosi, armati di libri e inchieste giornalistiche sui boss e i loro complici. Arrivano per partecipare ad una iniziativa chiamata "Trame. Festival dei libri sulle mafie".

L'idea è venuta a Tano Grasso, che è stato il primo, vent'anni fa, a mettere insieme i commercianti di Capo d'Orlando che si sono ribellati ai mafiosi che li minacciavano con le estorsioni. Adesso, con l'appoggio del Comune di Lamezia Terme e con il grande sostegno dell'associazione antiracket (Ala) da questa città calabrese nasce l'invito ai ragazzi, alla società sana lametina di ribellarsi agli uomini della 'ndrangheta. Una rivoluzione contro le mafie fatta solo con le armi della cultura.

La forza delle parole e delle azioni contro le mafie può scuotere le coscienze dei calabresi. Con i fatti e gli esempi pratici. A Lamezia per cinque giorni ci saranno 54 autori di libri su 'ndrangheta, Cosa nostra e camorra, e con loro oltre cento fra magistrati, investigatori, giornalisti e studiosi che con il loro impegno quotidiano sono in prima linea nella lotta alle mafie. In tre piazze del centro storico di Lamezia, fra i magistrati come Piero Grasso, Gian Carlo Caselli, Giuseppe Pignatone, Franco Roberti, Gianfranco Donadio, Antonio Ingroia, Michele Prestipino, Roberto Scarpinato, Nicola Gratteri, Raffaele Cantone, Maurizio De Lucia, Giuseppe Borrelli, Antonello Ardituro, incontreranno i cittadini, in diversi incontri che si svilupperanno dalle 18 a mezzanotte. E con loro anche don Luigi Ciotti, giornalisti italiani e stranieri, imprenditori che si sono ribellati al racket e sacerdoti impegnati contro i clan in Calabria. Arrivano da tutta Italia per testimoniare il loro impegno quotidiano contro le mafie, utilizzando anche la forza delle parole e dell'informazione.

Gli autori e i giornalisti che saranno a Trame sono tra i pochi rimasti in questo Paese a svolgere un importante ruolo di supplenza civile e di vigilanza democratica. Supplenza civile nel ricostruire con meticolosa pazienza la memoria di fatti storici oscurati o distorti dalla tv di Stato, dalla televisione commerciale o dagli apparati culturali di regime. Vigilanza democratica nei confronti di un potere ogni giorno più arrogante che alimenta la pratica dell'omertà di massa.

Il generale Videla, sanguinario dittatore argentino, ripeteva spesso: "La memoria è sovversiva". Aveva ragione. La memoria è come un indice puntato contro i crimini del potere che ha necessità di ricrearsi una verginità cancellando dalla memoria collettiva i fatti storici.

Gli autori di molti libri possono dunque definirsi dei sovversivi. E dunque anche i giornalisti, con il lavoro che fanno, producendo inchieste giornalistiche, solleticando i ricordi di tutti, posso essere definiti sovversivi. Perché vengono ricostruite la memoria storica di misfatti che riguardano i mafiosi e i loro eccellenti protettori politici senza i quali questo Paese si sarebbe liberato della mafia da più di un secolo. I protagonisti di "Trame" svolgono dunque un ruolo di supplenza civile.

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