Masua
L'area mineraria di Masua si
colloca nella fascia costiera sud-occidentale della Sardegna fra il
golfo del Leone e la cala di Buggerru, più precisamente è situata nella
zona a nord est del Bacino minerario del Sulcis Iglesiente. La costa di
Masua costituisce uno dei paesaggi più affascinanti della Sardegna. In
questo territorio, dalla seconda metà dell'800 in poi, è nata e si è
sviluppata un'importante attività estrattiva.
La storia mineraria del sito è assai antica, poiché i primi scavi e
le prime ricerche si collocano intorno al XVII secolo. La prima
concessione mineraria riguardante il sito è datata 1863 e riguardava
un'area di 398 ettari. Sotto il controllo della Società Anonima Miniere
di Lanusei, alle soglie della prima guerra mondiale, la miniera fu tra
le prime ad alimentare a corrente elettrica il motore del pozzo interno.
Negli anni venti la chiusura della miniera fu evitata con
l'assorbimento di Masua dalla società belga "Vieille Montagne": nacque,
quindi, nel 1925 un unico centro minerario che si dotò successivamente
del moderno Porto Flavia per la spedizione del minerale.
Diverse società si sono alternate nel tempo per lo sfruttamento
del giacimento, composto da una miscela di solfuri e ossidati di Piombo e
Zinco. Nella seconda metà del XIX secolo sono stati realizzati gli
impianti minero metallurgici per il recupero del metallo e
successivamente sorsero anche gli impianti di arricchimento, con
procedimenti gravimetrici e per flottazione. Sotto il profilo
industriale l'importanza del sito in esame è data dalla concentrazione
degli impianti di trattamento del minerale ai quali affluivano i
minerali provenienti dalle miniere circostanti.
L'attività mineraria scemò progressivamente a partire dalla metà
degli anni ottanta per cessare definitivamente nell'anno 1991, mentre
gli impianti restarono attivi fino al 1997. | | da Regione Sardegna |
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