Gialli
Torna Sherlock Holmes, e stavolta è proprio lui
Dopo tante rivisitazioni infedeli, esce a Londra il primo sequel autorizzato dal trust di eredi di Conan Doyle
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Arthur Conan Doyle (1859-1930) e il suo «erede» Anthony Horowitz, 55 anni (foto da www.guardian.co.uk) |
Sherlock Holmes e il dottor Watson compaiono sugli schermi
dei cinema di tutto il mondo nella serie-kolossal di film con Robert
Downey jr e Jude Law (a Natale uscirà il nuovo episodio), nei telefilm
inglesi che l'anno scorso crearono un fenomeno televisivo a sorpresa, e
al 221B di Baker Street a Londra continua incredibilmente ad arrivare
posta indirizzata all'investigatore più geniale del mondo. Holmes è
apparso in storie non autorizzate, cioè fuori dal «canone» firmato
Arthur Conan Doyle di quattro romanzi e 56 racconti. Ma il trust di
eredi del dottor Doyle che ancora controlla i diritti (scaduti quasi del
tutto nel Regno Unito, ancora in vigore negli Usa in una complessa rete
di carte bollate) 81 anni dopo la morte dell'autore, l'«Arthur Conan
Doyle Estate», ha commissionato un «romanzo autorizzato» che uscirà
dopodomani nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Il titolo è T
he House of Silk,
«la casa della seta», e l'autore prescelto è Anthony Horowitz, 55 anni,
britannico, autore di storie per bambini e sceneggiatore
cinematografico del sequel (già previsto) per il nuovo «Tintin» di Spiel
berg.
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Anthony Horowitz, 55 anni, l'«erede» Arthur Conan Doyle (foto da www.guardian.co.uk) |
Horowitz è un abile autore di romanzi d'avventura per ragazzi
(la serie di Alex Rider edita da Mondadori) che, lavorando a gran
velocità visti tutti i suoi impegni anche hollywoodiani, ha consegnato
in soli 4 mesi dalla proposta ricevuta nel settembre 2010 il romanzo di
304 pagine ora in uscita. L'azione si svolge nel 1890 ed è raccontata in
flashback da Watson come da tradizione: c'è Sherlock ovviamente con il
suo Stradivari, c'è la cara governante signora Hudson, c'è anche il
fratello di Sherlock, Mycroft, che nell'unica violazione - o per meglio
dire aggiunta - al canone lasciato da Doyle si presenta al 221B di Baker
Street, indirizzo nel quale finora non era mai apparso. Ma per il resto
Horowitz è rispettosissimo dei personaggi e delle loro abitudini, e ha
fatto molta attenzione a non aggiungere colpi di scena estranei al modus
operandi di Doyle: dunque non c'è Jack lo Squartatore né si vedono
comparsate della regina Vittoria come era successo in altri romanzi e
film, non autorizzati, ispirati a Holmes. E non c'è ironia, quella dei
(disprezzatissimi da Horowitz) film hollywoodiani su Holmes.
Le prime recensioni britanniche - «Sunday Times», «Sunday
Telegraph», «The Guardian» - sono ottime, al netto di snobismi inutili
visto che da Ian Fleming (007 recentemente riscritto da Sebastian Faulks
e Jeffery Deaver) a Trevanian (riscritto da Don Winslow) la narrativa
di spionaggio e gialla è fatta di queste contaminazioni (senza contare
che capita anche con la narrativa più «nobile», ammesso che queste
distinzioni abbiano ancora senso: vedi i giochi letterari di Fruttero
& Lucentini e, più di recente, di Don Simmons sull'incompiuto e
insoluto Edwin Drood dickensiano).
Matteo Persivale
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