Benvenuti a "Hicksville" la piccola patria dove si venera il fumetto
di Andrea Curreli
Immaginiamo un piccolo mondo abitato da una allegra e coesa comunità di amanti del fumetto dove i comic
sono venerati, collezionati e custoditi gelosamente in misteriosa
biblioteca costruita all’interno di un faro. Immaginiamo poi un grande
spazio dove tutto è merce da scambiare e vendere, dove anche il bello
può e deve essere corrotto in nome del cosiddetto "dio denaro". Ora
consegniamo la penna al fumettista Daylan Horrocks e chiediamogli di
dare un nome al piccolo mondo e al grande mercato. Risultato? Una graphic novel intitolata Hicksville,
dal nome della cittadina neozelandese che adora i fumetti. Per dovere
di cronaca, il mercato dove le tavole si pagano 30 dollari lordi, è
quello dell'editoria a stelle e strisce.
Leonard Batts alla scoperta di Hicksville -
Dylan Horrocks ha aggiunto una "introduzione" di 12 pagine per
raccontare che, in fondo, il suo capolavoro a fumetti andava bene così
come era stato realizzato nel 1998. Ma tutti gli amanti di questo
fantasioso, ma non troppo, romanzo in immagini sul mondo del fumetto non
possono non gioire davanti alla sua ristampa da parte della Black
Velvet per la traduzione di Omar Martini. Per chi non conoscesse questo
comic, Hicksville è una tranquilla realtà della Nuova Zelanda terra
d’origine dell’autore del fumetto. Ma a turbare l'armoniosa vita del
paese arriva l'americano Leonard Batts. Questo "giornalista e critico
per la rivista Comics World" ha deciso di volare dall’altra
parte del mondo per scrivere un articolo su un maestro assoluto del
fumetto come Dick Burgher, nato in questa piccola "patria delle strisce e
degli albi".
Mai nominare il nome di Dick Burgher -
La missione del giornalista si rivela subito più complicata del
previsto ogni volta che nomina il nome di Burgher, provoca reazioni
inconsunte e sempre negative da parte degli abitanti del posto. Gli
unici che sembrano disposti ad aiutare Batts sono la signorina Hicks e
Sam, disegnatore e amico d'infanzia di Burgher. La signorina Hicks è la
proprietaria della "libreria e biblioteca circolante di Hicksville" dove
sono conservati fumetti rarissimi e dal valore inestimabile. Ma "noi
non facciamo caso a queste cose" precisa Mrs Hicks. Nonostante sia poco
sensibile al valore economico dei mini comic, la popolazione è decisa a
salvaguardare il segreto di una misteriosa biblioteca nascosta in un
faro dove sono conservate le opere di insospettabili fumettisti (tra
questi spiccano i nomi di Picasso ed Hemigway).
Il mondo dei fumetti secondo Horrocks -
A questo strano mondo dove gli abitanti si dilettano a mascherarsi come
improbabili supereroi, Horrocks contrappone la volgarità e l'avidità
dell'industrai dell'intrattenimento globalizzato incarnate ovviamente
dalla figura di Burgher. "Chiacchieri con i buttafuori mentre c'è una
stanza piena di editori e ragazze da abbordare?" domanda l'arrogante
star del fumetto che viene da Hicksville. In questa miscela di storie e
personaggi che si susseguono in una sorta di matrioska, l'autore
neozelandese spiega la sua concezione di fumetto: quello che dovrebbe
essere e quello spesso non è. Paradossalmente proprio gli Stati Uniti
gli hanno reso omaggio nel 2002 con il premio come miglior fumetto. Ma
Horrocks, eterno bambinone cresciuto sognando i viaggi immaginari di
Tin Tin, vive il successo a modo suo. "Hicksville è una storia 'di'
fumetti che racchiude la loro storia e la loro poesia - spiega Horrocks
-. Ma è anche un romanzo su ciò che i neozelandesi chiamano
'Turangawaewae' ovvero l'avere un posto dove stare nel mondo una sorta
di patria spirituale. Hicksville è il mio".
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