Al rientro dalla passeggiata mattutina nella riserva naturale
del Monte Penna, nell’ Amiata grossetana,
con a fianco i miei cani, Scott e Honey, sul sentiero, che mi porta a Castell’ Azzara, vedo una giovane che mi
viene incontro.
Mi colpiscono: il suo
abbigliamento, inadatto per un’ escursione nei boschi e la sua pelle, bianca, abbagliante
sotto il sole già alto.
Indossa scarpe da tennis,
di colore bianco, una gonnellina di cotone bianco stampato a fiori, dei piccoli girasoli, di un bel giallo
maturo, un top bianco, con le spalline intrecciate nella schiena, che lascia
scoperti le braccia, le spalle, la schiena.
Penso che la sua pelle bianca, candida, chiara, lattea, nivea , limpida, trasparente, immacolata,
verginale, alabastrina, eburnea, sarà facile preda
di tafani, mosche, moscerini, e altri insetti, ugualmente disgustosi, repellenti,
ributtanti, presenti in gran numero.
Mi accorgo che con le mani
cerca di scacciare questi moschini, insetti, molesti, noiosi, scoccianti,
seccanti. Neanche una frasca per allontanare questi sgradevoli e spiacevoli aggressori.
Sto per incrociarla e
salutarla, come si usa tra gli escursionisti che si incontrano nel sentieri del
bosco o della montagna e al saluto sto
per aggiungere attenta ai tafani, alle mosche, moschini, moscerini, vespe, il
suo corpo così scoperto è un invito al ‘’banchetto’’
Mi guarda, osserva i cani, cambia lato del sentiero e rivolge gli
occhi a terra. Mi comunica che non vuole comunicare con me. Avrà paura di me o
dei cani?
Comunque pronuncio un BUONGIORNO
squillante che credo mi abbiano sentito fino
a fondo valle.
Sempre con gli occhi a terra biascica una risposta di cui si
capisce solo ……NO.
Dopo alcuni giorni, la incontro di nuovo. E’ coperta come un
palombaro.
Altro mio BUONGIORNO e per risposta ancora
un b…n…g…r………NO!
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