da il manifesto
Bob Dylan, il piacere di scoprirsi crooner
Musica. Mister Zimmerman annuncia un album di standard jazz, «Shadows in the night», in uscita il 3 febbraio. «Da tempo - spiega - volevo fare un disco come questo ma non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi ad arrangiamenti complessi per 30 elementi e adattarli per una band di cinque».
Bob Dylan in uno scatto giovanile, sotto la copertina del nuovo disco
Così il mercato cambia strategia in tempi di crisi. Non più notizie rilanciate con il lumicino,
ma tam tam mediatici su scala mondiale. Più se ne parla, più la notizia rimbalza
sui social network e in rete, meglio è. Nemmeno il ritorno di Bob Dylan
può quindi sottrarsi ai nuovi diktat del marketing globale. E così Shadows In The Night, il suo
nuovo album viene annunciato con tanto di tracklist completa. Uscirà il
3 febbraio per Columbia Records/Sony Music e conterrà dieci brani
prodotti da Jack Frost, due anni dopo Tempest.
Ma, reggetevi forte, per questo disco il menestrello del rock si affida a un
repertorio composto da standard senza tempo selezionati dalla cornucopia
inesauribile che è il songbook americano.Canzoni per intenderci passate
dalle voci di Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Billie Holiday e che
mister Zimmerman ha voluto fare sue. Ci sono pezzi di storia della musica da
far tremare i polsi come I’m
A Fool To Want You , Autumn Leaves, Full Moon And Empty Arms.
Coraggioso non c’è che dire e le ragioni della scelta le spiega lo
stesso Dylan: «Realizzare quest’album è stato un autentico privilegio.
Da tempo volevo fare un disco come questo ma non ho mai avuto il coraggio di
avvicinarmi ad arrangiamenti complessi per 30 elementi e adattarli
per una band di cinque. Il segreto di queste interpretazioni? Conoscere
benissimo i brani. È stato fatto tutto dal vivo, in una sola take,
due al massimo. Niente sovraincisioni, niente cabina voce, niente cuffie,
niente tracce separate: è stato mixato più o meno come è stato
inciso. Non mi sembra assolutamente di aver realizzato delle cover di queste
canzoni, ne sono state fatte talmente tante che alcuni brani sono stati
sepolti dalle loro stesse cover. Con questo album io e la mia band stiamo
fondamentalmente facendo riscoprire queste canzoni».
Né archi, né fiati, né orchestra. Ne
è entusiasta — ma forse è un po’ di parte — Rob Stringer, presidente
di Columbia Records, che sottolinea: « Bob ha trovato un modo di dare
nuova vita a queste canzoni e renderle contemporanee.
È un disco di altissimo livello e non vediamo l’ora di presentarlo
al mondo intero». Ascolteremo.
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