Complimentandoci con gli autori, riportiamo le motivazioni espresse dalla giuria.
La ferrovia Orbetello-Porto S. Stefano →
“È una ricerca accurata e riccamente documentata sulla progettazione e realizzazione della ferrovia che per circa tre decenni collegò Orbetello con Porto Santo Stefano. Il materiale illustrativo è estremamente vario e comprende disegni tecnici, decreti, lettere di amministratori locali e statali e di ministri e funzionari. È arricchito da foto, articoli di giornali locali, lettere di privati, manifesti elettorali e sindacali, note minute di spesa, orari ferroviari… Eppure, per quanto sia ampia, la documentazione non appesantisce la lettura, grazie all’uso strategico che l’autore riesce a farne, alla sua competenza e chiarezza di esposizione. Quanto al contenuto, stupisce la capacità di Della Monaca di trasformare uno studio così specialistico e a dimensione locale in una affascinante storia di costume nazionale, con i suoi personaggi intelligenti, tenaci e ardimentosi, con la lentezza e farraginosità della burocrazia. Non mancano i campanilismi della popolazione, o le “vigorose proteste” dei Consigli Comunali, e neppure il ricorso a “personalità politiche all’uopo sollecitate”. Infine, a dare vita alla ricerca e sotteso ad essa, l’amore per questa terra e il desiderio che la memoria di quanti hanno operato per lei non vada perduta.”
I liberatori, tratto da
Luci spente nella storia →
“I “liberatori” sono gli Americani che liberarono l’Italia da Mussolini e dai Tedeschi, che, come dicono i personaggi del racconto, portarono la penicillina e il DDT, che infine ci considerarono alleati e ci accolsero nella NATO. Alleati, dunque, che dobbiamo rispettare, senza troppo indagare sulle storie di eccidi e violenze che li videro protagonisti, tacendo e magari confondendo chi ancora vorrebbe sapere. Continuando a spengere le luci nella storia, come nel caso narrato, che accomuna gli USA a tanti altri paesi del Mondo, dove le logiche del potere oscurano la verità. L’evento da nascondere è in questo racconto lo sterminio di 76 soldati italiani ad opera di soldati americani, consumato a pochi giorni dallo sbarco in Sicilia, presso l’aeroporto di Biscari. Vittime etichettate nei documenti ufficiali come “dispersi” e che tali devono rimanere anche quando, qualche anno più tardi, saranno una madre e un padre a cercare in quel luogo la verità sul figlio.
Questo l’episodio drammatico al centro del racconto, che pure scorre veloce e leggero, con un preambolo da film neorealista e toni da commedia all’italiana che creano personaggi di diversa umanità, capaci, con il loro sorriso, di celare ed insieme rendere più dolente la tragedia che si continua a rappresentare.
Lo stile, brillante nei dialoghi ed efficace nei dettagli, sa dare vita a date, nomi, nudi resoconti.”
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