Il poliziotto e la cantante d’opera dormono qui.
Ieri l’altro sono rientrato a casa poco dopo mezzanotte. Dormivano tutti, così ho fatto piano per non svegliarli. Dopo aver chiuso la porta accompagnandola dolcemente, sono andato in salone e ho acceso una piccola lampada. Stavo per togliermi la sciarpa e sfilarmi il giubbotto quando all’improvviso li ho visti. E mi è salita una botta di spavento. Erano sul divano. Parlottavano, seduti uno a fianco all’altro. Appena la luce ha rischiarato la stanza, si sono voltati e mi hanno fissato. Io quasi tremavo. Loro più che spaventati apparivano contrariati, di sicuro sorpresi per non aver captato i rumori della mia presenza. Siamo rimasti immobili a guardarci nel silenzio della notte. Non saprei dire per quanto. Sembravamo tre statue. Finché a un certo punto non si sono alzati e pluf! in un batter di ciglia si sono come vaporizzati, sono scomparsi tra i libri, sugli scaffali, lasciandosi dietro una scia di polvere sospesa nell’aria.
Mi sono fatto coraggio e ho attraversato quella nuvola di polvere, mi sono avvicinato al divano, ne ho tastato la stoffa e le cuciture. Poi mi sono avvicinato agli scaffali, ho toccato il legno, passato le dita sul dorso dei libri. Ero riluttante ad accettare ciò che avevo visto pochi istanti prima. Mi sentivo sottosopra, quasi spaesato. Allora mi sono seduto, ho preso fiato.
Cazzo, ho detto tra me e me, il commissario Maigret e Molly Bloom erano qui, sul mio divano, in questa stanza e… beh, forse avrei dovuto offrire loro qualcosa, un cognac, un bitter, un semplice bicchiere d’acqua, magari un cioccolatino, un dolcetto, un tè freddo, un caffè.
E insomma. Mi sono sentito inadeguato, un pessimo padrone di casa.
Però, mi sono detto, pure loro, cosa costa avvisare? Non avrei fatto tardi, l’avessi saputo. E poi, comunque sia, non capisco tutta questa fretta di andarsene, di tornare nei rispettivi romanzi, senza nemmeno dire ciao, buonasera, buonanotte. Boh.
Al che sono andato in cucina a smangiucchiare qualcosa, l’agitazione mi aveva stimolato l’appetito.
Che poi, mi sono detto sgranocchiando un cracker, a pensarci bene, con tutto il rispetto, voglio dire, ma che cazzo avevano da dirsi di così importante, a mezzanotte, quei due, seduti sul mio divano?
Mi sono fatto coraggio e ho attraversato quella nuvola di polvere, mi sono avvicinato al divano, ne ho tastato la stoffa e le cuciture. Poi mi sono avvicinato agli scaffali, ho toccato il legno, passato le dita sul dorso dei libri. Ero riluttante ad accettare ciò che avevo visto pochi istanti prima. Mi sentivo sottosopra, quasi spaesato. Allora mi sono seduto, ho preso fiato.
Cazzo, ho detto tra me e me, il commissario Maigret e Molly Bloom erano qui, sul mio divano, in questa stanza e… beh, forse avrei dovuto offrire loro qualcosa, un cognac, un bitter, un semplice bicchiere d’acqua, magari un cioccolatino, un dolcetto, un tè freddo, un caffè.
E insomma. Mi sono sentito inadeguato, un pessimo padrone di casa.
Però, mi sono detto, pure loro, cosa costa avvisare? Non avrei fatto tardi, l’avessi saputo. E poi, comunque sia, non capisco tutta questa fretta di andarsene, di tornare nei rispettivi romanzi, senza nemmeno dire ciao, buonasera, buonanotte. Boh.
Al che sono andato in cucina a smangiucchiare qualcosa, l’agitazione mi aveva stimolato l’appetito.
Che poi, mi sono detto sgranocchiando un cracker, a pensarci bene, con tutto il rispetto, voglio dire, ma che cazzo avevano da dirsi di così importante, a mezzanotte, quei due, seduti sul mio divano?
nella foto, il libralbero di Vivi
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