CULTURA
I virus letali della globalizzazione
Epidemie. Al centro del volume «Salute senza confini» dell’epidemiologo Paolo Vineis le politiche sanitarie per contenere la diffusione di Ebola e Sars. L’omologazione alimentare favorisce l’obesità e il diabete, ormai ritenute malattie dei poveri
"Hong Kong Painting" dell'artista Yinka Shonibare Mbe
© Reuters
L’ ultimo libro di Paolo Vineis Salute senza confini. Le epidemie al tempo della globalizzazione (Codice edizioni, pp. 130, euro
10,90) merita di essere letto. Gli otto capitoli del libro tracciano efficacemente
la concatenazione di eventi che incidono sulle condizioni di salute in
conseguenza della globalizzazione: le modificazioni delle politiche
industriali, delle abitudini, soprattutto alimentari, dell’organizzazione
sociale, del clima.
I grandi cambiamenti demografici stanno determinando lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali disponibili, tanto da poterne ipotizzare, a lungo termine, l’esaurimento; mentre la redistribuzione dei fattori di rischio nella popolazione e le loro complesse interazioni, avranno ripercussioni rilevanti sulla salute, solo in parte prevedibili.
I grandi cambiamenti demografici stanno determinando lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali disponibili, tanto da poterne ipotizzare, a lungo termine, l’esaurimento; mentre la redistribuzione dei fattori di rischio nella popolazione e le loro complesse interazioni, avranno ripercussioni rilevanti sulla salute, solo in parte prevedibili.
Gli scenari
che si aprono sono problematici, o addirittura, sotto gli assunti più
pessimistici, inquietanti; la complessità delle possibili interazioni
negative ha infatti per conseguenza la difficoltà del controllo. Emergono
comunque alcune certezze. È chiaro che a fare le spese di questi
mutamenti sono soprattutto i paesi a più basso reddito ed
i gruppi sociali più deboli. È altrettanto chiaro che i problemi
che oggi minacciano la salute sono senza confini e che per ottenere la
salvaguardia di quella che viene definita la salute globale occorreranno
misure globali.
In Occidente stanno dilagando le malattie dovute agli stili di vita della società del benessere e, nel contempo, a causa dei cambiamenti climatici, è concreta la minaccia di diffusione di malattie trasmissibili già debellate o sconosciute alle nostre latitudini; nei paesi a basso reddito si sta invece verificando la transizione epidemiologica, con una rilevanza sempre maggiore delle malattie cronico degenerative, ma le nuove epidemie che si stano affacciando in queste aree, come il cancro, non troveranno sistemi sanitari in grado di fronteggiarle.
In Occidente stanno dilagando le malattie dovute agli stili di vita della società del benessere e, nel contempo, a causa dei cambiamenti climatici, è concreta la minaccia di diffusione di malattie trasmissibili già debellate o sconosciute alle nostre latitudini; nei paesi a basso reddito si sta invece verificando la transizione epidemiologica, con una rilevanza sempre maggiore delle malattie cronico degenerative, ma le nuove epidemie che si stano affacciando in queste aree, come il cancro, non troveranno sistemi sanitari in grado di fronteggiarle.
Malattie industriali
Gli
effetti della globalizzazione sull’alimentazione sono poi di grande
rilievo: viviamo infatti in un’epoca in cui c’è più sovrappeso che denutrizione
nel mondo e non era mai stato così prima d’ora. Nei paesi industrializzati,
come l’Italia, la dieta rappresenta il principale fattore di rischio associato
a mortalità prematura (Gbd,Institute for Health Metrics and Evaluations);
l’obesità e l’epidemia di diabete sono tra i maggiori problemi
sanitari a cui oggi ed in futuro questi paesi dovranno far fronte in questi
paesi, ma anche quelli a basso reddito ne sono coinvolti. Il libro chiarisce
alcuni meccanismi nella genesi di questo fenomeno di grande portata
e di difficile controllo: la trasformazione industriale dei cib
industriali e mal-trattati, l’urbanizzazione che induce maggior consumo
di cibi industriali e minor esercizio fisico, il conflitto con il
mondo economico e del lavoro che tollera poco qualsiasi politica tesa
a contrastarne il consumo.
L’analisi
sulle conseguenze dei cambiamenti climatici è particolarmente
approfondita e vengono sottolineati alcuni dei principali effetti:
la scarsità d’acqua che produrrà in alcune aree del pianeta la riduzione
dei raccolti e come conseguenza la crescita dei prezzi
e l’aumento della povertà, i cambiamenti nella distribuzione
delle malattie trasmesse da vettori, soprattutto della malaria, in diverse
regioni del mondo, le interazioni fra cambiamenti climatici e le migrazioni
delle popolazioni. Quello che colpisce è l’incertezza di previsione
del panorama che avremo davanti in termini di conseguenze sulla salute.
Negazionismo globale
Gli
effetti dei cambiamenti del clima, infatti, sono di difficile comprensione
e, secondo l’autore, richiedono «modelli causali complessi», poiché molteplici
sono i meccanismi diretti ed indiretti attraverso i quali incideranno
sulla salute delle diverse popolazioni. Quello che è certo è che le
modificazioni del clima causate oggi dalle emissioni di gas serra prodotte
dai paesi più ricchi, avranno conseguenze più gravi sulla salute delle popolazioni
dei paesi più poveri. L’Africa è ritenuto il continente più vulnerabile
a questi cambiamenti: l’innalzamento delle temperature sarà associato
ad un decremento dei raccolti agricoli con conseguente aggravamento
della malnutrizione della popolazione, la crescente siccità, insieme
all’aumento demografico, esaspereranno la scarsità di risorse idriche.
Nel libro
vengono documentate evidenze che contrastano fortemente il negazionismo
sul riscaldamento globale: il caso del Bangladesh, ad esempio, dove
a causa dei cambiamenti climatici in atto si è verificato
l’ingresso di acqua marina nei canali fluviali determinando la salinizzazione
del territorio costiero, con un impatto sulla salute nella popolazione
dell’area in termini di aumento di ipertensione e di gestosi (Vineis
e Khan).
La variabilità
delle possibili reazioni a questi mutamenti ci porrà dunque di
fronte a fenomeni incontrollabili? È di rilievo a questo
proposito il richiamo di Vineis al mondo della ricerca, attualmente troppo
frammentario per poter inquadrare adeguatamente la complessità degli
effetti dei cambiamenti climatici.
È importante anche l’analisi dei principali meccanismi attraverso cui la globalizzazione tenderà ad amplificare le già esistenti disuguaglianze di salute all’interno di una stessa popolazione e quelle tra paesi ricchi e paesi poveri (aumento delle differenze socio-economiche, del differenziale di esposizione a fattori di rischio, del divario nella suscettibilità e negli esiti della malattia).
È importante anche l’analisi dei principali meccanismi attraverso cui la globalizzazione tenderà ad amplificare le già esistenti disuguaglianze di salute all’interno di una stessa popolazione e quelle tra paesi ricchi e paesi poveri (aumento delle differenze socio-economiche, del differenziale di esposizione a fattori di rischio, del divario nella suscettibilità e negli esiti della malattia).
Un grande
fattore di disuguaglianza è rappresentato dal rapporto fra genesi
e conseguenze dei fattori nocivi causati dall’inquinamento; ovvero
inquinano i ricchi ma le maggiori conseguenze le subiscono
i poveri (alluvioni, desertificazioni, maggiore fragilità dei luoghi
di vita, maggiori difficoltà di ricostruzione).
La diffusione dei modelli di malattia occidentali nei paesi a basso reddito, inoltre, comporta un peggioramento delle disuguaglianze a causa dei minori mezzi di difesa offerti dai sistemi sanitari locali che si traduce, ad esempio, in un notevole differenziale in termini di sopravvivenza. Si aggiunga a questo che le attuali tendenze economiche osteggiano i sistemi sanitari a carico dello stato e questo non può che creare grandi svantaggi per i più poveri.
La diffusione dei modelli di malattia occidentali nei paesi a basso reddito, inoltre, comporta un peggioramento delle disuguaglianze a causa dei minori mezzi di difesa offerti dai sistemi sanitari locali che si traduce, ad esempio, in un notevole differenziale in termini di sopravvivenza. Si aggiunga a questo che le attuali tendenze economiche osteggiano i sistemi sanitari a carico dello stato e questo non può che creare grandi svantaggi per i più poveri.
Infine il
parallelo fra crisi economica e stato di salute apre riflessioni su
scenari possibili a brevissimo termine: la crisi economica trascina
infatti con sé una crisi della salute con effetti immediati, come il caso
della Grecia, dove negli anni successivi alla crisi, numerosi indicatori
hanno evidenziato un peggioramento della salute soprattutto tra
i gruppi sociali più vulnerabili.
Il libro
di Vineis è da raccomandare anche a chi vuole accostarsi alla comprensione
dei fenomeni legati all’epigenetica, disciplina che studia i cambiamenti
funzionali e non strutturali del genoma attraverso cui i fattori
ambientali (dieta, fattori socio-economici, inquinanti) possono modificare
l’espressione dei geni senza alterare la sequenza del Dna . «Il paesaggio
epigenetico» viene definito dall’autore il capitolo più politico del
libro; l’epigenetica rappresenta in qualche modo il punto di incontro, il
meccanismo in grado di spiegare come i grandi cambiamenti in atto
a causa della globalizzazione potranno influenzare la salute delle
popolazioni e quelle delle generazioni future. Tali fenomeni si verificano
in relazione ai cambiamenti ambientali non solo naturali, ma anche dovuti
a migrazioni ed è centrale la riflessione sulla loro rilevanza in
quanto transgenerazionali. I meccanismi epigenetici, a differenza
dei cambiamenti genetici, condividono con la società moderna la «rapidità».
Si tratta di fattori ereditabili e reversibili: attraverso meccanismi
epigenetici la malnutrizione materna, ad esempio, può aumentare il
rischio di obesità e di malattie metaboliche nei figli; dieta ed esercizio
fisico a loro volta possono determinare, sempre attraverso meccanismi
epigenetici, effetti invece positivi.
La gestione del rischio
Il libro
chiude con puntuali riflessioni sul principio di precauzione, sui conflitti
di interesse e sui problemi delle scelte politiche, temi di notevole
rilevanza che meriterebbero una maggiore attenzione da parte di tutti
quelli che possono e debbono intervenire nel controllo dei rischi
e nella difesa della salute, nel poco rassicurante panorama che si sta
determinando come conseguenza della globalizzazione.
Il testo
offre inoltre molti spunti di approfondimento sulle interazioni ambiente
— salute ed è un’occasione per i professionisti della salute per
aprirsi ai temi con cui si dovranno confrontare nel prossimo futuro.
È un testo rivolto agli scienziati, agli epidemiologi, al mondo della
sanità in generale, per riflettere sulle migliori strategie per la difesa
della salute nei nuovi scenari, ma anche e soprattutto ai politici perché
si rendano conto che, nell’era della globalizzazione, la salute non
è più un fatto delegabile solo a buone politiche sanitarie,
o peggio agli specialisti della materia, ma va affrontata con misure
che riguardano molteplici aspetti della politica sociale, economica, produttiva,
commerciale.
È, infine,
da condividere la tesi sostenuta dall’autore secondo il quale l’unico modo
per poter avere un controllo sulla diffusione dei rischi ed un’efficace
difesa della salute delle popolazioni sia un’azione coordinata della comunità
politica internazionale attraverso un’ istituzione forte, che possa contare
su istituzioni collegate ed efficienti ai livelli nazionali. Ed
è indispensabile che queste ultime creino sinergie anche al fine di
indurre comportamenti adeguati in competizione con quelli propagandati
per interessi economici.
Insomma Salute senza confini è un libro in cui temi scientifici,
sociali e politici si incontrano ed aprono una importante riflessione,
perché senza la consapevolezza di tutti sulle potenzialità negative
delle tendenze macroeconomiche attuali e delle loro conseguenze
sociali, nessuno specialista sarà in grado di organizzare un’efficace
difesa della salute.
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