I GIGANTI DI MONTI DI PRAMA (di Marisa Cardu)
Quando furono ritrovati i bronzi di Riace si gridò al miracolo e si diffuse nel mondo la notizia dell’evento e della loro straordinaria bellezza. Diversa sorte è invece toccata ai giganti di Monti di Prama, trovati casualmente, nel ’74, da un contadino, durante dei lavori di scavo. Pensate che sia stata resa nota la notizia, che avrebbe inevitabilmente attirato l’attenzione degli studiosi? Certamente no! Son stati relegati nello scantinato del museo di Cagliari, dove hanno continuato ad essere ignorati fino a qualche anno fa. Ora, presa consapevolezza che forse il ritrovamento era di grande importanza se li contendono. Li vuole Cagliari, quale capoluogo di regione, li vuole Sassari dove son stati restaurati, li vuole Cabras, zona del ritrovamento e ne vuole perfino uno l’arcivescovo di Oristano! Ma non è finita qui, ce ne sono molti altri ancora da riportare alla luce, non si sa bene quanti, mancano i fondi e gli scavi vanno a rilento, abbandonati alla mercé degli sciacalli e custoditi da volontari che li vogliono tutelare. Si tratta di statue di arenaria sabbiosa, alte oltre due metri, riproducenti arcieri, guerrieri e pugili, del periodo nuragico, che aprono degli interrogativi sulla struttura fisica dei sardi, erano bassi o alti? Le statue riproducono la realtà oppure sono la proiezione dell’idea del mito? Si deve ancora aspettare per saperne di più, sono ancora oggetto di studio, effettuato con un ritardo notevole. Ancora una volta dovuto all’ignoranza della politica , che non si cura delle cose davvero importanti.
Da wikipedia
“I Giganti di Mont’e Prama (in sardo Sos Zigantes de Mont’e Prama nella variante logudorese e Is Istatuas de Mont’e Prama nella variante campidanese) sono sculture nuragiche a tutto tondo. Spezzate in numerosi frammenti, sono state trovate casualmente in un campo nel marzo del 1974 in località Mont’e Prama nel Sinis di Cabras, nella Sardegna centro-occidentale. Le statue sono scolpite in arenaria gessosa locale e la loro altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri.
Dopo quattro campagne di scavo fra il 1975 e il 1979, i 5.178 frammenti rinvenuti – tra i quali 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo – vennero custoditi nei magazzini del Museo archeologico nazionale di Cagliari per trent’anni, mentre alcune tra le parti più importanti furono esposte nello stesso museo.
Insieme a statue e modelli di nuraghe furono trovati anche diversi betili del tipo “oragiana”,[2] in genere pertinenti a una o più tombe dei giganti.[3]
Con lo stanziamento dei fondi nel 2005 da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Sardegna, le statue sono state ricomposte dai restauratori del C.C.A. (Centro di Conservazione Archeologica di Roma), coordinati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, in collaborazione con quella per le province di Cagliari e Oristano, presso i locali del Centro di restauro e conservazione dei beni culturali di Li Punti a Sassari.
Le sculture ricomposte sono risultate in totale trentotto: cinque arcieri, quattro guerrieri, sedici pugilatori, tredici modelli di nuraghe.
A seconda delle ipotesi, la datazione dei Kolossoi – nome con il quale li chiamava l’archeologo Giovanni Lilliu – oscilla dal IX secolo a.C. o addirittura al XI secolo a.C., ipotesi che potrebbero farne fra le più antiche statue a tutto tondo del bacino mediterraneo, in quanto antecedenti ai kouroi della Grecia antica, dopo le sculture egizie.[4]“
“I Giganti di Mont’e Prama (in sardo Sos Zigantes de Mont’e Prama nella variante logudorese e Is Istatuas de Mont’e Prama nella variante campidanese) sono sculture nuragiche a tutto tondo. Spezzate in numerosi frammenti, sono state trovate casualmente in un campo nel marzo del 1974 in località Mont’e Prama nel Sinis di Cabras, nella Sardegna centro-occidentale. Le statue sono scolpite in arenaria gessosa locale e la loro altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri.
Dopo quattro campagne di scavo fra il 1975 e il 1979, i 5.178 frammenti rinvenuti – tra i quali 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo – vennero custoditi nei magazzini del Museo archeologico nazionale di Cagliari per trent’anni, mentre alcune tra le parti più importanti furono esposte nello stesso museo.
Insieme a statue e modelli di nuraghe furono trovati anche diversi betili del tipo “oragiana”,[2] in genere pertinenti a una o più tombe dei giganti.[3]
Con lo stanziamento dei fondi nel 2005 da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Sardegna, le statue sono state ricomposte dai restauratori del C.C.A. (Centro di Conservazione Archeologica di Roma), coordinati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, in collaborazione con quella per le province di Cagliari e Oristano, presso i locali del Centro di restauro e conservazione dei beni culturali di Li Punti a Sassari.
Le sculture ricomposte sono risultate in totale trentotto: cinque arcieri, quattro guerrieri, sedici pugilatori, tredici modelli di nuraghe.
A seconda delle ipotesi, la datazione dei Kolossoi – nome con il quale li chiamava l’archeologo Giovanni Lilliu – oscilla dal IX secolo a.C. o addirittura al XI secolo a.C., ipotesi che potrebbero farne fra le più antiche statue a tutto tondo del bacino mediterraneo, in quanto antecedenti ai kouroi della Grecia antica, dopo le sculture egizie.[4]“
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