VIAGGIO NELLA SARDEGNA ARCHEOLOGICA (di Marisa Cardu)
Alcuni giorni fa ho fatto cenno al patrimonio archeologico della mia isola, mettendo in evidenza soltanto una parte di esso. Ho parlato della ziqqurat di Monte D’Accoddi, dei nuraghi, dei pozzi sacri. Ma in Sardegna si parte ancora da più lontano, con innumerevoli resti, dei quali si ipotizza l’uso, senza averne comunque certezza, gli studiosi dicono la loro e magari hanno ragione, chi può dirlo!
Sto parlando delle DOMUS DE JANAS [clicca qui per vedere le foto] e delle TOMBE DEI GIGANTI [clicca qui per vedere le foto]. I DOLMEN, invece, [clicca qui per vedere le foto] sono considerati dai più dei monumenti funebri – ipotesi supportata dal rinvenimento di corredi che, come nell’antico Egitto, dovevano accompagnare il defunto nell’ultimo viaggio – ma le dimensioni di alcune domus, potrebbero far pensare anche a delle residenze. Alcune di esse, ad esempio Sant’Andrea Priu a Bonorva, sono veramente notevoli. Ve ne sono che, dopo essere state scoperte, di bellezza tale da lasciare sbalorditi, son state rinterrate per ordine della sovrintendenza, onde evitare manomissioni e sciacallaggio. La bramosia di guadagno fa commettere azioni inqualificabili, tanto che gli speculatori edilizi, con l’autorizzazione dell’allora amministrazione di destra, stavano sommergendo sotto un mare di cemento, la necropoli più grande mai rinvenuta, quella fenicio-punica di Tuvixeddu a Cagliari. Per fortuna Zedda li ha fermati.
Accompagno le mie parole con delle foto, perché difficile, se non impossibile descrivere questi tesori. La Sardegna è piena di rocce, che son state utilizzate nei modi più svariati, che ci rendono orgogliosi. Alcuni esempi? L’altare rupestre di Santo Stefano ad Oschiri, le tombe dei giganti oltre, naturalmente i nuraghi! Le possibilità di aggiornamento le fornisce volendo google da cui io stessa attingo le immagini.
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