La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

sabato 23 maggio 2015

Gli scricchiolii dell’autocontrollo by Gianni Zanata



Gli scricchiolii dell’autocontrollo.
Alle undici ho appuntamento con il consulente che dovrà aiutarmi nella compilazione della dichiarazione dei redditi. Esco da casa alle dieci e cinquanta. Sono in ritardo e cammino di fretta. Il marciapiede è deserto. Il passaggio pedonale pure. Nemmeno l’ombra di un auto. Accelero il passo e attraverso la strada. Sopra di me volteggia un gabbiano. Lo intravedo con la coda dell’occhio prima che si allontani. Ho una strana sensazione. Così mi fermo e mi sfilo la giacca: sulla spallina destra c’è una lunga strisciata di merda. Non dico nulla ma mi vengono in mente tre o quattro bestemmie che vorrei urlare. Provo a pulire con dei fazzoletti di carta. Tolgo via il grosso. La macchia è enorme. A un certo punto mi si para davanti un tizio, ben vestito, avrà una sessantina d’anni, e mi porge un libretto. “Buongiorno”, dice, “ho scritto il riassunto della Bibbia. Lei è credente?”. Ho la borsa a tracolla che quasi mi casca, la giacca smerdata e, tra le mani, un cumulo di fazzoletti impregnati di guano. Guardo il libretto, guardo il tizio e penso un paio di cose che vorrei dirgli, ma lui incalza. “Lei è credente? Praticante? Va in chiesa?”. Sto zitto e gli mostro la striscia di merda sulla giacca, ma lui non mostra alcun interesse, né per la merda né per la giacca, mi fissa e continua a sventolarmi sotto il naso il libretto con il riassunto della Bibbia. “Lei non è credente, vero? Lei è un peccatore. L’ho capito subito. E, mi dica un po': perché non è credente? Me lo spieghi con calma. Mi faccia una sintesi”. Non so proprio che cosa dire, lo guardo e basta. Sono le undici passate. Non è tardi, è tardissimo. “Mi dispiace”, gli dico, “devo andare”. Ma lui non molla, insiste. Mi viene dietro e tira fuori un piccolo crocifisso. “Vede?”, dice, “Guardi: ha le braccia aperte. È pronto ad accogliere tutti i peccatori. Anche lei”.
Adesso entrambi siamo qui, seduti nella sala d’attesa del consulente, insieme a un discreto numero di persone in fila. La segretaria ha appena comunicato che il consulente è in ritardo, gli appuntamenti slitteranno di un’ora.
Stiamo tutti in silenzio. Ogni tanto il tizio mi guarda e sorride. La giacca smerdata è appesa all’attaccapanni.
Ho iniziato a sfogliare il libretto.

devozione
nella foto, devozione

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