Gli scricchiolii dell’autocontrollo.
Alle undici ho appuntamento con il consulente che dovrà aiutarmi nella compilazione della dichiarazione dei redditi. Esco da casa alle dieci e cinquanta. Sono in ritardo e cammino di fretta. Il marciapiede è deserto. Il passaggio pedonale pure. Nemmeno l’ombra di un auto. Accelero il passo e attraverso la strada. Sopra di me volteggia un gabbiano. Lo intravedo con la coda dell’occhio prima che si allontani. Ho una strana sensazione. Così mi fermo e mi sfilo la giacca: sulla spallina destra c’è una lunga strisciata di merda. Non dico nulla ma mi vengono in mente tre o quattro bestemmie che vorrei urlare. Provo a pulire con dei fazzoletti di carta. Tolgo via il grosso. La macchia è enorme. A un certo punto mi si para davanti un tizio, ben vestito, avrà una sessantina d’anni, e mi porge un libretto. “Buongiorno”, dice, “ho scritto il riassunto della Bibbia. Lei è credente?”. Ho la borsa a tracolla che quasi mi casca, la giacca smerdata e, tra le mani, un cumulo di fazzoletti impregnati di guano. Guardo il libretto, guardo il tizio e penso un paio di cose che vorrei dirgli, ma lui incalza. “Lei è credente? Praticante? Va in chiesa?”. Sto zitto e gli mostro la striscia di merda sulla giacca, ma lui non mostra alcun interesse, né per la merda né per la giacca, mi fissa e continua a sventolarmi sotto il naso il libretto con il riassunto della Bibbia. “Lei non è credente, vero? Lei è un peccatore. L’ho capito subito. E, mi dica un po': perché non è credente? Me lo spieghi con calma. Mi faccia una sintesi”. Non so proprio che cosa dire, lo guardo e basta. Sono le undici passate. Non è tardi, è tardissimo. “Mi dispiace”, gli dico, “devo andare”. Ma lui non molla, insiste. Mi viene dietro e tira fuori un piccolo crocifisso. “Vede?”, dice, “Guardi: ha le braccia aperte. È pronto ad accogliere tutti i peccatori. Anche lei”.
Adesso entrambi siamo qui, seduti nella sala d’attesa del consulente, insieme a un discreto numero di persone in fila. La segretaria ha appena comunicato che il consulente è in ritardo, gli appuntamenti slitteranno di un’ora.
Stiamo tutti in silenzio. Ogni tanto il tizio mi guarda e sorride. La giacca smerdata è appesa all’attaccapanni.
Ho iniziato a sfogliare il libretto.
Stiamo tutti in silenzio. Ogni tanto il tizio mi guarda e sorride. La giacca smerdata è appesa all’attaccapanni.
Ho iniziato a sfogliare il libretto.
nella foto, devozione
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.