da La Stampa News
10/11/2011 -
L'arte per riempire
gli alberghi vuoti di Genova
Van Gogh e Gauguin in mostra
TEODORO CHIARELLI
INVIATO A GENOVA
Il tam tam è partito. Prima l’appello della sindaco
Marta Vincenzi, poi gli interventi della Camera di Commercio e il
passaparola che attraversa le reti televisive nazionali. «Venire a
Genova. La città si sta rialzando nonostante i lutti e i danni
dell’alluvione. Il tempo è migliorato e ci sono tante cose belle da fare
e da vedere. Non lasciateci soli».
Sì perché l’effetto paradossale delle terrificanti immagini che hanno fatto il giro del mondo è che si è creata l’idea che la città sia completamente devastata e inagibile. Gli albergatori registrano centinaia di disdette e di cancellazioni. Sembra che nessuno voglia più venire in città. Solo in prenotazioni di camere e ristoranti cancellate si calcola un danno di un milione e mezzo di euro. Una beffa e un danno per la città che vuole ripartire. E’ evidente che i turisti, con la loro presenza, possono aiutare concretamente Genova a riprendersi e rappresentano un volano economico formidabile.
Anche perché è in programma la più bella mostra che ci sia in questo periodo in Italia, «Van Gogh e il viaggio di Gauguin». La presentazione alla stampa è prevista oggi, l’inaugurazione (senza sfarzi e squilli di tromba per rispetto delle vittime) domani, l’apertura al pubblico domenica. Prima dell’alluvione si contavano già 60 mila prenotazioni, ma sui responsabili di Palazzo Ducale che ospita l’esposizione è caduta una pioggia di disdette. Si teme il flop e sarebbe un peccato. Le tele esposte a Genova sono capolavori assoluti e raggiungono lo sbalorditivo valore assicurativo di un miliardo di euro.
Alcuni dipinti, tra cui «Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?» di Gauguin, sono arrivati appena in tempo, giovedì sera, e tirati su con la gru (per le loro grandi dimensioni) quando già minacciava pioggia. Insieme al dipinto monumentale di Gauguin (un prestito senza precedenti del Museum of Fine Arts di Boston), sono arrivati le grandi tele di Rothko e tre camion provenienti dall’Olanda con straordinari dipinti di Van Gogh. E poi opere da mezza Europa e Stati Uniti. Un evento straordinario dal punto di vista culturale e per i visitatori l’opportunità di solidarizzare con la città ferita.
Dove, comunque, non tutto è andato distrutto. Il magnifico centro storico è stato toccato solo in minima parte. Il Porto antico, l’acquario, i musei funzionano regolarmente. Una buona fetta delle zone alluvionate è stata ripulita (anche se molto resta da fare). Il parroco di Santa Margherita di Marassi, padre Francesco Lia, ha fatto stampare 10 mila t-shirt bianche con una scritta blu: «Non c’é fango che tenga. I Genovesi». Saranno in vendita da domani durante la messa che il cardinale Angelo Bagnasco celebrerà in cattedrale per le vittime. Spera che si esauriscano presto per farne altre 10 mila.
Sì perché l’effetto paradossale delle terrificanti immagini che hanno fatto il giro del mondo è che si è creata l’idea che la città sia completamente devastata e inagibile. Gli albergatori registrano centinaia di disdette e di cancellazioni. Sembra che nessuno voglia più venire in città. Solo in prenotazioni di camere e ristoranti cancellate si calcola un danno di un milione e mezzo di euro. Una beffa e un danno per la città che vuole ripartire. E’ evidente che i turisti, con la loro presenza, possono aiutare concretamente Genova a riprendersi e rappresentano un volano economico formidabile.
Anche perché è in programma la più bella mostra che ci sia in questo periodo in Italia, «Van Gogh e il viaggio di Gauguin». La presentazione alla stampa è prevista oggi, l’inaugurazione (senza sfarzi e squilli di tromba per rispetto delle vittime) domani, l’apertura al pubblico domenica. Prima dell’alluvione si contavano già 60 mila prenotazioni, ma sui responsabili di Palazzo Ducale che ospita l’esposizione è caduta una pioggia di disdette. Si teme il flop e sarebbe un peccato. Le tele esposte a Genova sono capolavori assoluti e raggiungono lo sbalorditivo valore assicurativo di un miliardo di euro.
Alcuni dipinti, tra cui «Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?» di Gauguin, sono arrivati appena in tempo, giovedì sera, e tirati su con la gru (per le loro grandi dimensioni) quando già minacciava pioggia. Insieme al dipinto monumentale di Gauguin (un prestito senza precedenti del Museum of Fine Arts di Boston), sono arrivati le grandi tele di Rothko e tre camion provenienti dall’Olanda con straordinari dipinti di Van Gogh. E poi opere da mezza Europa e Stati Uniti. Un evento straordinario dal punto di vista culturale e per i visitatori l’opportunità di solidarizzare con la città ferita.
Dove, comunque, non tutto è andato distrutto. Il magnifico centro storico è stato toccato solo in minima parte. Il Porto antico, l’acquario, i musei funzionano regolarmente. Una buona fetta delle zone alluvionate è stata ripulita (anche se molto resta da fare). Il parroco di Santa Margherita di Marassi, padre Francesco Lia, ha fatto stampare 10 mila t-shirt bianche con una scritta blu: «Non c’é fango che tenga. I Genovesi». Saranno in vendita da domani durante la messa che il cardinale Angelo Bagnasco celebrerà in cattedrale per le vittime. Spera che si esauriscano presto per farne altre 10 mila.
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