La copertina del libro di Reinhard Kleist
"Castro": al grido di "Patria o morte" Fidel diventa un controverso eroe da fumetti
di Andrea Curreli
Fidel Castro è un grande rivoluzionario oppure uno spietato dittatore? Il fumettista tedesco Reinhard Kleist
propende sicuramente per la prima definizione, senza omettere però gli
aspetti più controversi del regime cubano. Il suo omaggio al "Lider
maximo" è una graphic novel biografica di ottima fattura intitolata
semplicemente Castro (Blackvelvet editore 2012). Il lavoro dell'autore e disegnatore di Colonia, che gli inglesi inseriscono nella categoria del comic-book journalism,
è un viaggio per immagini attraverso la storia di questo politico
cubano nato tra gli agi di una ricca fattoria controllata dalla United
Fruit Company, cresciuto nelle scuole dei gesuiti e poi divenuto, suo
malgrado, l'incarnazione dell'opposizione allo strapotere capitalista
statunitense.
La scelta di vita di Karl Mertens -
Per raccontare le gesta di Castro, Kleist si affida a un personaggio
immaginario: un cronista tedesco chiamato Karl Mertens, contagiato dalla
passione rivoluzionaria e dal carisma di Fidel. "Sono arrivato
all'Avana per un pezzo di carta" commenta un invecchiato Martens nelle
prime pagine del libro a fumetti. Un pezzo di carta, ovvero
un'intervista ai ribelli della Sierra Maestra capitanati da Fidel, che
si è trasformata in una radicale scelta di vita: quella di troncare i
ponti con la terra d'origine e trasferirsi per tutta la vita a Cuba. Il
cronista tedesco è il mezzo che Kleist utilizza i per raccontare non
solo l'ascesa del leader politico ma anche il suo declino fisico con la
malattia e il passaggio di consegne nelle mani del fratello Raul. Ha
ragione il giornalista Volker Skierka quando sostiene che Kleist riesce
a "rappresentare graficamente in modo eccezionale la sua idea di
Castro" e questo lo fa attraverso un personaggio immaginario che è
"tutt'altro che politicamente corretto".
Dalla rivoluzione alla repressione -
A differenza del suo protagonista immaginario però Kleist non si lascia
corrompere dalll'infatuazione politica per Castro. In controtendenza
rispetto a quello che ha fatto il regista Steven Soderbergh nel
monumentale Che dove raccontava un eroe privo di qualsiasi
difetto, Kleist non omette la svolta repressiva adottata da Castro dopo
la rivoluzione e le forti limitazioni personali che ancora oggi
perdurano a Cuba. "Ho voluto semplicemente raccontare i problemi che
permangono nella realtà cubana generata dalla rivoluzione e che
riguardano ad esempio le limitazioni per gli artisti o la restrizione
della libertà di espressione"
Salti temporali per raccontare la storia del Lider maximo - Dal punto di vista tecnico, la graphic novel
non segue un rigido ordine temporale. Si apre con un discorso di Fidel
datato 1960, si sposta rapidamente al 2008 e con altrettanta facilità
torna indietro di cinquant'anni sino al 1958. E di nuovo, in un continuo
scambio tra Mertens e Castro, si riparte dall'infanzia di questo
ragazzino ricco ma allergicho alle imposizioni di un padre autoritario e
degli insegnati gesuiti. Il meccanismo utilizzato da Kleist, rafforzato
dalla bellezza dei disegni, rende la narrazione molto scorrevole.
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