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mercoledì 22 maggio 2013

"Gli altri": l'anima di Napoli nella graphic novel firmata da Di Virgilio


"Gli altri": l'anima di Napoli nella graphic novel firmata da Di Virgilio

di Andrea Curreli
Una Napoli malinconica, caotica, insolitamente poco solare ma legata ai suoi riti e a quell'indissolubile rapporto con l'aldilà. Tutto ciò che ha caratterizzato la trilogia teatrale di Maurizio de Giovanni Gli altri fantasmi, si trova in Gli altri (edizioni Tunué, 2013) la graphic novel scritta da Alessandro Di Virgilio e disegnata da Luca Ferrara. Il fumetto ripropone la struttura della pièce con tre storie differenti: La canzone di Filomena (protagonista una bimba orfana di madre con un padre violento e disperato), Storia di papo e Bimbomio (un padre trascinato alla follia dal dolore per la perdita del figlio) e La casa è il mio regno (una coppia in apparenza felice, nasconde problematiche che vanno oltre la soglia della vita terrena). "L'opera teatrale racconta sostanzialmente tre storie d'amore. Il sentimento più forte che noi proviamo viene analizzato in tutte le sue sfaccettature comprese quelle negative. Io ho cercato di restare fedele a questa impostazione. Il fumetto è rivolto a tutti anche se non è proprio adatto per i più piccoli", spiega  Alessandro Di Virgilio a Tiscali Notizie. Il libro sarà presentato in anteprima durante il Comicon 2013 (il Salone internazionale del fumetto organizzato a Napoli dal 25 al 28 aprile ndr) mentre arriverà nelle librerie a maggio.
Di Virgilio, come è nata l'idea di trasformare in fumetto la pièce teatrale? 
"Avevo già scritto un fumetto partendo da un racconto poliziesco di De Giovanni che si intitolava Mammarella e aveva per protagonista il commissario Ricciardi. Data l'amicizia che mi lega a Maurizio, ho deciso di ripetere l'esperimento. Il progetto è nato anni fa, poi è rimasto in standby fino all'anno scorso quando, durante il Comicon, abbiamo deciso di trasformare la pièce teatrale in una graphic novel".
Quale è stata la difficoltà maggiore nella trasposizione?
"La difficoltà maggiore è stata trovare un raccordo tra i tre atti dell'opera teatrale. L'opera presenta tre episodi differenti sia nella storia che nel linguaggio con un registro che muta passando dal comico al grottesco, al drammatico. Per questo sono stato costretto a inventarmi il personaggio del narratore che non esiste nell'opera di de Giovanni. Luca Ferrara è stato molto bravo a dare un volto e un'anima a questa figura. Ha fatto una sorta di studio comparato tra Vinicio Capossela, Massimo Troisi, Totò e la maschera di Pulcinella. Penso che la nostra ottima interazione si rifletta anche nel fumetto".
Quale dei tre episodi preferisce?
"Sono un genitore quindi l'episodio che mi ha colpito maggiormente è Storia di papo e Bimbomio. E' una storia che scava nel profondo e fa emergere con chiarezza la paura di perdere il proprio figlio che tutti i genitori provano".
Data la continuità con l'opera di De Giovanni perché il fumetto presenta una titolazione differente?
"In origine il testo teatrale s'intitolava Gli altri, poi però la casa editrice ha deciso di pubblicarlo come Gli altri fantasmi. Il fumetto quindi riprende il titolo originario, che è più corretto perché non si parla solo di fantasmi. Ma non solo. A Napoli il confine tra il terreno e l'ultraterreno è molto sottile e le due realtà si confondono. Gli essere viventi convivono tranquillamente con quelli che non ci sono più".
Quindi c'è un forte richiamo a un diffuso sentimento popolare.
"Sì, a Napoli c'è una forte empatia per questo convivere con vari piani della realtà. De Giovanni cita sempre l'esempio di O Campusanto d' 'e Funtanelle, il celebre e antico Cimitero delle Fontanelle. E' una grande fossa comune che conserva gli scheletri delle grandi epidemie che hanno colpito la città dalla metà del XVII secolo all'Ottocento. E' talmente forte il culto dei morti che esistono persone che hanno letteralmente adottato i defunti di questo cimitero. C'è gente che cura e venera i teschi come se fossero le spoglie di parenti o antenati, anche se ovviamente non ci sono vincoli di sangue".
In questo esempio c'è l'anima di Napoli.
"Napoli non è semplicemente una città, ma uno stato d'animo. Leggere i racconti di De Giovanni fa riemergere questo essere napoletano".

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