in edicola e su iPad il nuovo numero di MicroMega: “Questione di vita e di morte”
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Da oggi in edicola e su iPad
il nuovo numero di MicroMega:
“Questione di vita e di morte”
L'intervento di Marco Cappato, che presenta la campagna “eutanasia legale” (www.eutanasialegale.it), apre il volume dedicato all'eutanasia. Ad esso si affianca, come asse portante del volume, la lunga conversazione fra Malcom Pagani, Valeria Golino e Jasmine Trinca sul film "Miele", l'esordio alla regia di Golino da poco uscito nelle sale ed espressamente dedicato al tema dell'eutanasia e del suicidio assistito.
Il diritto di scegliere sulla propria vita e morte viene affrontato da Alessandro Capriccioli, che passa in rassegna i più famosi casi di eutanasia nel mondo e in Italia, da Ingrid Colanicchia, che analizza paese per paese le legislazioni più avanzate in materia, da Valentina Ascione, che intervista medici e malati terminali sulla realtà dell'eutanasia nei nostri ospedali, e da Ilaria Donatio, sulla (spesso negata) terapia del dolore. Un'approccio più filosofico al tema è invece quello proposto da Carlo Augusto Viano, da Eva Cantarella e dal filosofo morale Piergiorgio Donatelli. Infine, l'importante questione del rapporto fra eutanasia, suicidio e religioni viene affrontata, con particolare attenzione all'atteggiamento delle varie confessioni cristiane ma non solo, da Giovanni Filoramo, Giannino Piana e Alessandro Speciale. Federico Pontiggia, infine, nella sezione conclusiva che ospita l'intervista a Golino e Trinca, propone un saggio su cinema ed eutanasia.
Il volumetto miscellaneo si apre con il contributo del direttore di MicroMega, Paolo Flores d'Arcais, che, alla luce della vicenda della rielezione di Giorgio Napolitano e dell'affossamento della candidatura Rodotà da parte del Partito democratico, giudica ormai irreversibile la mutazione antropologica di quest'ultimo in “Partito doroteo postmoderno”, interrogandosi anche sull'alternativa possibile che potrebbe nascere dal ruolo congiunto di Movimento 5 Stelle, Fiom e “Terzo Stato”. Il lungo e documentatissimo saggio che segue, a firma di Marco d'Eramo, si presenta invece come un'apologia critica e anticonformista della nozione di “populismo”, etichetta che è oggi sempre più spesso utilizzata per espellere dal discorso pubblico le posizioni di chiunque osi criticare i diktat delle oligarchie economico-finanziarie. Seguono i saggi di Guido Caldiron su Gianni Alemanno, di Stefano Lucarelli su Margaret Thatcher, di Daniela Palma e Guido Iodice sul “modello islandese”, di Angelo d'Orsi sulla distruzione dell'università italiana e di Stefano Petrucciani sull'antipartitismo nella storia del pensiero. Conclude il volume un'interessante intervista, originariamente comparsa sul Tagesspiegel, alla regista tedesca Margarethe Von Trotta e all'attrice Barbara Sukowa sul loro ultimo film, dedicato alla figura di Hannah Arendt: “Il pensiero sullo schermo”.
Il sommario
IL SASSO NELLO STAGNO
Marco Cappato - Legalizzare l’eutanasia
Mentre i sondaggi indicano che la maggior parte degli italiani è a favore della legalizzazione dell’eutanasia (oggi spesso praticata in maniera clandestina), la politica rimane inamovibile, ostaggio dei veti vaticani. La proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dalla campagna ‘eutanasia legale’ mira al superamento di questa situazione, oltre che a fare da detonatore di un nuovo movimento per i diritti civili.
ICEBERG 1 - fra realtà e ideologia
Alessandro Capriccioli - Morire senza tortura. Casi di eutanasia nel mondo e in Italia
Tony Bland, Sue Rodriguez, Ramón Sampedro, Terri Schiavo, Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, Daniel James, Eluana Englaro. Sono solo alcuni dei nomi delle persone che, insieme ai propri familiari, hanno vissuto il dramma di una vita ridotta a mera condizione vegetativa. Casi differenti, dei quali offriamo qui una panoramica, eppure accomunati da una questione di fondo: il diritto all’autodeterminazione dell’individuo.
Ingrid Colanicchia - Atlante dell’eutanasia legale
Nel dibattito sull’eutanasia non è difficile sentire evocare l’avvento di una società ‘orwelliana’, di scenari catastrofici, di inquietanti prospettive di stermini di massa. Ma basterebbe, per avere un quadro più realistico di tali questioni, gettare uno sguardo verso quei paesi in cui l’eutanasia e il suicidio assistito sono già permessi. Ecco quali sono. Ed ecco perché, anche su questo fronte, lo spread dell’Italia rispetto ai paesi occidentali più avanzati è molto elevato.
Valentina Ascione - Eutanasia, si fa ma non si dice Dalla parte del malato o dalla parte dell’ideologia?
Non soffrire è un diritto di tutti ed è un’estensione del diritto alla salute. Dall’eutanasia passiva all’impiego delle cure palliative, dalla sedazione terminale alla desistenza terapeutica: un viaggio tra i medici, i malati e i protagonisti di un dibattito che in Italia rimane incagliato su un fondale di pregiudizi, timori e sospetti. In un mare di ignoranza che mina alla base il diritto di ognuno a una vita e a una morte degne.
Ilaria Donatio - Terapia del dolore: la legge calpestata
Con la legge 38 del 2010 in Italia viene riconosciuto ad ogni cittadino il diritto ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza: un’ottima norma per medici e operatori del settore. Ma, come troppe volte avviene nel Belpaese, la legge non è mai stata applicata e il diritto a non soffrire è ben lontano dall’essere garantito.
ICEBERG 2 - pensare il fine vita
Carlo Augusto Viano - Eutanasia e suicidio
L’atteggiamento liberale verso il suicidio, già presente nel pensiero antico, riaffiora con l’umanesimo e l’illuminismo per poi eclissarsi nuovamente fra Otto e Novecento. Ma il disagio che il pensiero occidentale ha spesso manifestato di fronte all’atto di porre fine alla propria vita è in gran parte eredità della sua condanna religiosa, che solo raramente i filosofi hanno saputo scrollarsi di dosso.
Eva Cantarella - Suicidio e virtù, la lezione del mondo classico
Nel mondo di oggi il suicidio è un tabù. Non era così nel mondo classico, dove l’atto di togliersi la vita era spesso considerato prova di coraggio e virtù. Ma concretamente come doveva essere compiuto il gesto? Da un punto di vista etico e sociale non tutte le modalità di suicidio erano equivalenti, come ci dimostrano alcuni celebri exempla. Mentre la spada era l’arma civile per eccellenza, l’impiccagione era considerata una ‘morte maledetta’, perché le sue vittime non potevano trovare riposo nell’aldilà.
Piergiorgio Donatelli - Etica del fine vita
Le idee moderne di libertà, autonomia e soggettività si estendono oggi necessariamente anche alla scelta possibile fra la vita e la morte. È per questo che la filosofia morale non può restare indifferente al moderno dibattito sull’eutanasia. Affinché la libertà di scelta dell’individuo possa applicarsi anche al morire, tuttavia, sono le risorse giuridiche, morali e intellettuali dell’intera società a dover essere mobilitate.
ICEBERG 3 - dono di Dio?
Giovanni Filoramo - Il suicidio nelle religioni
In Occidente siamo abituati a considerare il suicidio come una sorta di ‘tabù’. La sua condanna, infatti, sembra caratterizzare da sempre la tradizione giudaico-cristiana e accomunarla all’islam. Non mancano tuttavia problemi interpretativi, a partire dal fatto che tutte e tre le grandi religioni monoteistiche conoscono e apprezzano la figura del martire. Se poi volgiamo lo sguardo alle tradizioni legate all’induismo, il suicidio ‘religiosamente motivato’ appare fondato su una ben precisa visione dell’uomo, del cosmo e del divino.
Giannino Piana - Può esistere una giustificazione cristiana dell’eutanasia?
È nota la posizione di netta contrarietà della Chiesa cattolica nei confronti dell’eutanasia. Il presupposto sul quale si fonda tale posizione è quello dell’indisponibilità della vita in quanto ‘dono di Dio’. Eppure negli ultimi anni la ricerca teologica più avvertita si è sforzata di aprire strade nuove. Può esistere una ‘giustificazione cristiana’ del diritto all’autodeterminazione nel morire?
Alessandro Speciale - L’eutanasia nelle Chiese cristiane
Le varie Chiese e confessioni cristiane non hanno un atteggiamento unanime di fronte all’eutanasia. Se è nota la posizione di netta contrarietà che caratterizza la Chiesa cattolica e quella ortodossa, più contraddittoria e sfumata si fa la condanna dell’eutanasia in seno alle diverse Chiese protestanti, alcune delle quali, come quella valdese, difendono apertamente la libertà di scelta del malato.
ICEBERG 4 - kill me, please
Malcom Pagani in conversazione con Valeria Golino e Jasmine Trinca - Miele, la vita come scelta (e anche la morte)
“Non penso che Valeria abbia scelto un tema a tavolino, o che abbia detto ‘adesso parliamo di suicidio assistito’. Il film è un’altra cosa […] un impasto di intuito, istinto e sano dubbio. […] Pone domande. Ci chiede chi siamo davvero. Ragiona sul fine vita perché parla della vita”. Le parole di Jasmine Trinca, protagonista di Miele, spiegano l’importanza e il valore di questo film. Un colloquio con l’attrice e con Valeria Golino, che con la pellicola sul tema del fine vita, appena presentata a Cannes, segna il suo esordio alla regia.
Federico Pontiggia - Cinema ed eutanasia
Da classici come E Johnny prese il fucile e Il paziente inglese, fino ad arrivare ai più recenti Million Dollar Baby, Mare dentro e Le invasioni barbariche, il cinema si è spesso occupato della ‘buona morte’, rappresentandone aspetti diversi. A voler dar retta alla frase attribuita ad Auguste e Louis Lumière (“Il cinema è un’invenzione senza avvenire”), la stessa settima arte, del resto, sarebbe il frutto di uno strenuo accanimento terapeutico…
IL SASSO NELLO STAGNO
Paolo Flores d’Arcais - ‘Terzo Stato’, M5S, Fiom: quale alternativa al Partito doroteo (Pd)?
Dopo la rielezione di Giorgio Napolitano, la mutazione del Partito democratico in Partito doroteo postmoderno è incontrovertibile e irreversibile. Il ceto politico piddino è ormai più vicino al mondo di Berlusconi che non a quello rappresentato da Stefano Rodotà. La Fiom è l’unica organizzazione di massa in grado di difendere gli interessi dei lavoratori e del ‘terzo Stato’, mentre il Movimento 5 Stelle deve ora dimostrare di essere capace di egemonia, aprendosi a un più vasto mondo di opinione pubblica e di lotte della società civile.
SAGGIO 1
Marco d’Eramo - Apologia del populismo
Sono sempre di più i movimenti politici e sociali che vengono sprezzantemente tacciati di ‘populismo’ da governi specializzati in misure antipopolari. L’etichetta di populista viene di fatto assegnata a chiunque osi criticare i diktat delle oligarchie economico-finanziarie. Eppure, fino alla seconda guerra mondiale, molti partiti erano fieri di dirsi ‘populisti’. Lo stesso linguaggio usato da un Franklin Delano Roosevelt era in realtà assolutamente assimilabile a quello che oggi viene denigrato come ‘populista’.
LABIRINTO
Guido Caldiron - Fascistopoli, la Roma di Alemanno
A pochi giorni dal voto in Campidoglio un bilancio del quinquennio di Alemanno, il sindaco con la celtica al collo che non ha mai rotto col suo passato. Così almeno dimostrano i casi dei neo e postfascisti promossi nelle municipalizzate o nei ruoli chiave del comune, senza trascurare gli altri disastri dell’uomo della destra sociale: parentopoli, i rapporti con esponenti della banda della Magliana e l’enorme buco economico che lascerà in eredità alla capitale.
Stefano Lucarelli - La nemica dei lavoratori
Lo scorso 8 aprile è morta a Londra l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher. È stata la leader indiscussa a livello mondiale di una controrivoluzione conservatrice che ha distrutto il ‘compromesso socialdemocratico’ faticosamente conquistato dalla classe operaia nel secondo dopoguerra. Il thatcherismo è ancora oggi celebrato come sinonimo di ‘efficienza’ e ‘modernizzazione’: in realtà ha lasciato dietro di sé una società più ingiusta e un’economia più instabile.
Daniela Palma e Guido Iodice - Modello Islanda?
Nel 2009 l’Islanda è stata travolta dalla crisi finanziaria internazionale e la sua economia ha perso più del 6,5 per cento del pil. Un paio di anni dopo però era già tornata a crescere e a creare posti di lavoro. In mezzo due decisioni che hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo: la scelta di non pagare (in parte) i debiti delle proprie banche verso l’estero e l’approvazione di una nuova Costituzione redatta in forma partecipativa. Un modello esportabile?
Angelo d’Orsi - La distruzione dell’università
Cancellazione del 3+2, abrogazione della riforma Gelmini, ripristino del ricercatore a tempo indeterminato, definizione di procedure semplificate e rigorose per il reclutamento, garanzia di fondi sicuri e continuativi, spazi di democrazia autentica nella gestione degli atenei. L’elenco delle misure da mettere in campo per salvare l’università pubblica è lungo e impegnativo, e potrà trovare attuazione solo grazie alla risposta collettiva di chi nell’università vive e lavora.
SAGGIO 2
Stefano Petrucciani - Contro i partiti: da Thomas Hobbes a Simone Weil
La critica dei partiti, oggi così centrale nel dibattito politico italiano, ha in realtà radici antiche. Sin dagli albori del pensiero politico moderno, in effetti, essa non ha mai smesso di riproporsi in diverse forme, schematicamente classificabili all’interno di due macrocategorie. Accanto a una critica dei partiti ‘democratica’, che li percepisce come ostacolo a una più piena partecipazione dei cittadini, ve n’è infatti una nemica della democrazia che, nei tempi moderni, dai partiti è sempre stata inseparabile.
MAESTRI
Margarethe Von Trotta e Barbara Sukowa in conversazione con Marie Luise Knott e Christiane Peitz - Il pensiero sullo schermo
È possibile rappresentare cinematograficamente la forza e la tensione del pensiero? Margarethe Von Trotta, la regista tedesca autrice di film come Anni di piombo, Sorelle, Rosa L. e Rosenstrasse, ha deciso di raccogliere la sfida dedicando la sua ultima fatica ad Hannah Arendt. In quest’intervista, rilasciata insieme a Barbara Sukowa, l’attrice che da anni collabora con von Trotta e che interpreta la pensatrice tedesca nel film, spiega com’è nata l’idea di mettere in scena la filosofia.
www.micromega.net
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